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"FABI ON THE ROAD" FA TAPPA A PAVIA

di Redazione

Nell’aula Magna del Collegio Volta, complesso universitario della città, il Segretario generale incontra 150 dirigenti sindacali.

Prossima tappa Bologna, martedì 4 giugno.

 

Pavia, lunedì 3 giugno.

“FABI On The Road” fa tappa nella città lombarda, dove, nell’Aula Magna del Collegio Volta, complesso universitario della città, il Segretario generale Lando Maria Sileoni incontra 150 dirigenti sindacali provenienti da vari SAB: Pavia, Varese, Novara, Perugia, Alessandria, Vercelli, Cremona, Bergamo, Brescia, Milano, Piacenza.

Vincenzo Saporito, Coordinatore del Sab di Pavia, saluta la platea e illustra l’iniziativa “FABI On the Road”, sottolineando l’importanza di questi incontri tra la Segreteria Nazionale e la base.

Incontri nati per permettere ai dirigenti sindacali dei SAB, spina dorsale dell’Organizzazione, di esporre alla Segreteria Nazionale le problematiche che ogni giorno gestiscono, affinché la Segreteria ne sia a conoscenza e le faccia proprie, anche in altri ambiti.

Il Coordinatore Saporito cede poi la parola al Segretario generale per il suo intervento.

Lando Maria Sileoni inizia con un plauso all’intervento di Vincenzo Saporito al 119° Consiglio Nazionale – svoltosi a Rimini la scorsa settimana – intervento di importante carattere politico, incentrato sulle difficoltà, sempre maggiori, nel difendere la categoria dai prepensionamenti obbligatori che le banche vorrebbero imporre.

Le parole del segretario generale: “Noi abbiamo sempre detto un NO deciso alla rottamazione dei 55enni, opponendogli fortemente un SÌ all’occupazione giovanile”.

“Già qualche mese fa abbiamo evitato il prepensionamento obbligatorio di 35mila lavoratori che, prima della riforma Fornero, le aziende volevano “rottamare” con il 60% dell’ultimo stipendio.

Se l’Abi dovesse riproporre questo argomento, noi lo contrasteremo sin dall’inizio”.

Sileoni ha ribadito l’importanza della comunicazione, sempre capillare, che ha costantemente seguito e diffuso le decisioni prese e la stessa politica portata avanti dall’Organizzazione.

La FABI, sempre sul pezzo, ha scatenato un dibattito pubblico rispetto agli alti stipendi dei manager, rispetto alle pressioni commerciali, alla nuova occupazione, alla lotta al precariato, alle onerose consulenze esterne”.

“Stiamo contrastando questo difficile momento di crisi senza eccessivi danni, nonostante il settore bancario sia, da oltre 12 anni, un cantiere perennemente aperto.

Non possiamo dare per scontati risultati ed obiettivi che non sono più né automatici né scontati.

Dobbiamo ricordare che niente cade ne cadrà più dal cielo per grazia divina, i contratti hanno un inizio e una fine, non si rinnovano automaticamente.

Nonostante il periodo devastante da un punto di vista economico e sociale, siamo riusciti a rinnovare il nostro Contratto Nazionale ABI, oltre a quello delle BCC, recentemente rinnovato: abbiamo un contratto, e questo è un grande risultato.

Le banche avrebbero preferito farsi un loro contratto nazionale di gruppo, puntando alla balcanizzazione della categoria.

Abbiamo contrastato questo loro disegno con ogni mezzo, e con tutte le nostre forze, perché la sua realizzazione avrebbe rappresentato l’inizio della fine per la categoria.”

Il numero uno FABI ricorda che “non è fondamentale solo la scelta, ma il tempo della scelta: la scelta del tempo, la scelta del momento giusto, rappresenta sempre la decisione più importante”.

Sileoni ha poi spiegato il perché del progetto “FABI On The Road”, e la peculiarità dell’Organizzazione di mantenere sempre un contatto molto diretto con gli iscritti, tramite sito-web, blog, web-tv, social network.

“L’utilizzo dei media ha amplificato la nostra iniziativa politica.

La comunicazione è un elemento fondamentale per la crescita dei lavoratori bancari, in quanto permette loro di approfondire.

Sapere ascoltare è una delle virtù più preziose: una capacità che non tutti, oggi, nel mondo del lavoro, possiedono.

Per la FABI è, invece, indispensabile ascoltare i lavoratori e dare loro delle risposte”.

Gli interventi dalla platea hanno messo in luce l’importanza, oggi, di un  ruolo sociale delle banche, un preciso dovere a cui le banche non possono sottrarsi.

Sileoni risponde confermando la scelta, l’esatta aspirazione a questo modello di banca, intorno al quale “scateneremo un dibattito senza precedenti, perché crediamo che sia indispensabile un ritorno alla funzione sociale che la banca aveva un tempo”.

“Noi vogliamo puntare ad un modello di banca che abbia una strategia creditizia, che raccolga il risparmio e lo investa in credito alle famiglie, alle imprese, alle economie di riferimento.

È questo il nostro modello di banca”.

Una banca davvero al servizio del territorio sarebbe anche in grado di contrastare il problema delle sofferenze, causato solo parzialmente dalla crisi e derivato, invece, da una cattiva gestione e qualità del credito, concesso sempre e soltanto ai soliti noti.

“Se non ci battiamo noi per un modello di banca a dimensione umana, non lo farà nessuno”.

“Sarà decisivo il modello inquadramentale che garantiremo alla categoria, perché l’inquadramento è lo strumento principe della gestione del mercato del lavoro, delle opportunità di sviluppo professionale, del livello e della gratificazione del salario professionale: in poche parole, di ciò che è la dignità del lavoratore.”

Il Segretario generale conclude il partecipato dibattito con una considerazione che è, insieme, anche un augurio, ricordando che il destino della categoria passa esclusivamente attraverso le decisioni, le scelte che ognuno di noi, quotidianamente, compie.

“Se riusciamo, definitivamente, a capire che il presente e il futuro sono esclusivamente nelle nostre mani, riusciremo ad affrontare, e superare, i difficili giorni che verranno”.

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Prossimo appuntamento: Bologna, martedì 4 giugno.

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