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BUONUSCITA CUCCHIANI, LA DICHIARAZIONE DI SILEONI SUL FINANCIAL TIMES

di Redazione

Il Financial Times ironizza sulla vicenda Cucchiani, “tipica delle banche italiane”, ricordando i precedenti casi Profumo e Geronzi. Nell’articolo, ampio risalto alla posizione della FABI – “I sindacati hanno reagito con rabbia alla notizia della buonuscita” – e alla dichiarazione del  Segretario Generale FABI, Lando Maria Sileoni.

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ARTICOLO FINANCIAL TIMES 2 OTTOBRE 2013************************************************************************

INTESA SOTTO ATTACCO PER I 4,5 MILIONI ACCORDATI AL MANAGER “CACCIATO”

Di Rachel Sanderson (Milano)

Quando lasciare la poltrona di amministratore delegato di una banca significa di fatto non lasciarla? Quando la banca è italiana e si chiama Intesa Sanpaolo.

La Consob ha chiesto spiegazioni al Gruppo sul perché Enrico Cucchiani, che si è dimesso domenica dalla carica di amministratore delegato della banca retail più grande del Paese, resterà per altri 6 mesi in servizio come un dipendente senza specifiche responsabilità.

Cucchiani, che aveva guidato Intesa per soli 21 mesi, aveva rassegnato le proprie dimissioni dopo un acceso contrasto con diverse Fondazioni azioniste della banca, che non erano soddisfatte delle performance industriali dell’istituto sotto la sua gestione.

Intesa aveva detto in un comunicato che le dimissioni di Cucchiani (63 anni) da amministratore delegato del Gruppo avevano effetto immediato.

Ma martedì la banca era stata costretta a precisare che in realtà Cucchiani sarebbe rimasto in servizio prendendo ordini dal nuovo Ceo fino ad aprile 2014, pur senza ruoli operativi e responsabilità.

In totale Cucchiani riceverà dalla banca 4,6 milioni di euro, inclusi 900mila per i 6 mesi in cui resterà in servizio fino alla primavera dell’anno prossimo, stando a quanto dichiarato dal Gruppo.

Questi 6 mesi daranno la possibilità a Cucchiani di maturare i requisiti pensionistici  così come previsto dal suo contratto, ha spiegato la banca.

I media italiani hanno detto che questo meccanismo (continuare a percepire per altri 6 mesi lo stipendio di amministratore delegato) consentirà a Cucchiani di ottenere dallo Stato italiano la pensione più alta.

Un portavoce della banca ha detto che non è in grado di dire se l’indiscrezione corrisponda al vero, ma che comunque non è stato questo il motivo per il quale a Cucchiani è stato chiesto di rimanere in servizio.

Le banche italiane sono stremate da due anni di recessione e i sindacati hanno reagito con rabbia alla notizia della buonuscita di Cucchiani.

“Prendere una decisione del genere in un momento di crisi come questo fa perdere alle banche italiane quel minimo di credibilità che ancora pensano di avere”, ha detto Lando Sileoni, Segretario Generale del sindacato bancario FABI.

Ma del resto i banchieri italiani, come i loro colleghi di altri paesi, hanno alle spalle una lunga storia di “paracadute d’oro” abilmente negoziati.

Alessandro Profumo, ad esempio, ricevette una buonuscita di 40 milioni di euro quando lasciò Unicredit nel 2010, in polemica con il Consiglio d’amministrazione della banca che contestava la sua gestione dell’istituto e il crollo dei dividendi.

Cesare Geronzi, banchiere di lungo corso con alle spalle due condanne per frode contro le quali ha fatto ricorso in appello, ricevette un “addio d’oro” – 16 milioni di buonuscita- quando fu cacciato dal consiglio d’amministrazione delle assicurazioni Generali nel 2011.

 

 

 

 

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