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SILEONI: “AUMENTO TASSE SULLE BANCHE LO PAGANO I LAVORATORI BANCARI”

di Redazione

IL COMUNICATO STAMPA

Il Segretario generale della FABI contro la misura introdotta dal DEF che aumenta la tassazione sulle plusvalenze delle quote di Bankitalia: “Conseguenze ricadranno sui dipendenti bancari, in fase di rinnovo del contratto, e penalizzeranno intero sistema. Governo ci ripensi”

“La decisione annunciata dal Governo di aumentare la tassazione sulle plusvalenze delle quote di Bankitalia possedute dalle banche crea non pochi problemi al settore del credito”.

Così Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, ha commentato la nuova misura introdotta dal Governo nel Documento economico finanziario varato oggi.

“Siamo convinti che spostare risorse economiche sui redditi bassi in un Paese con disoccupazione a oltre il 12%, per aumentare i consumi, sia la strada giusta, ma al contempo siamo preoccupati che una tale soluzione possa mettere ancora di più in difficoltà il settore con conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui lavoratori bancari; ancora di più alla luce del rinnovo del contratto nazionale che entra in una fase decisiva.

Inoltre, vogliamo segnalare che la proposta del Governo potrebbe generare effetti penalizzanti per l’intero “sistema economico” italiano: incertezza degli investitori internazionali sullo Stato di diritto nel nostro Paese, aumento della sfiducia dei mercati rispetto alla competitività del sistema bancario italiano già messa a dura prova dagli stress test in atto, difficoltà degli istituti di credito interessati a trovare le risorse necessarie agli aumenti di capitale. Il giudizio negativo sul sistema bancario italiano metterebbe a repentaglio la ripresa dell’economia reale e il rafforzamento delle banche. Pertanto, auspichiamo un ripensamento da parte del Governo affinché si impegni a ricercare soluzioni diverse”.

 

Roma, 9 aprile 2014

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LE AGENZIE STAMPA CHE LO HANNO RIPRESO

TMNews, mercoledì 9 aprile 2014

Def, Fabi: aumento tasse su banche ricadrà su lavoratori bancari

Scritto da Glv | TMNews – 2 ore 20 minuti fa

Roma, 9 apr. (TMNews) – La decisione del governo di aumentare le tasse per le banche “ricadrà inevitabilmente su lavoratori bancari”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “spostare risorse economiche sui redditi bassi in un Paese con disoccupazione a oltre il 12%, per aumentare i consumi, è la strada giusta, ma siamo preoccupati che una tale soluzione possa mettere ancora di più in difficoltà il settore, con conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui lavoratori bancari. Ancora di più alla luce del rinnovo del contratto nazionale, che entra in una fase decisiva”.

La proposta dell’esecutivo, spiega Sileoni in una nota, “potrebbe generare effetti penalizzanti per l’intero sistema economico italiano: incertezza degli investitori internazionali sullo Stato di diritto nel nostro Paese, aumento della sfiducia dei mercati rispetto alla competitività del sistema bancario italiano, già messa a dura prova dagli stress test in atto, difficoltà degli istituti di credito interessati a trovare le risorse necessarie agli aumenti di capitale”.

“Il giudizio negativo sul sistema bancario italiano – conclude il sindacalista – metterebbe a repentaglio la ripresa dell’economia reale e il rafforzamento delle banche. Pertanto, auspichiamo un ripensamento da parte del governo affinchè si impegni a ricercare soluzioni diverse”.

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ASCA, mercoledì 9 aprile 2014

Def: Fabi, rivalutazione quote Bankitalia ricadra’ su lavoratori banche

(ASCA) – Roma, 9 apr 2014 – ”La decisione annunciata dal Governo di aumentare la tassazione sulle plusvalenze delle quote di Bankitalia possedute dalle banche crea non pochi problemi al settore del credito”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato piu’ rappresentativo dei lavoratori bancari. ”Siamo convinti – aggiunge Sileoni – che spostare risorse economiche sui redditi bassi in un Paese con disoccupazione a oltre il 12%, per aumentare i consumi, sia la strada giusta, ma al contempo siamo preoccupati che una tale soluzione possa mettere ancora di piu’ in difficolta’ il settore con conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui lavoratori bancari; ancora di piu’ alla luce del rinnovo del contratto nazionale che entra in una fase decisiva”. ”Inoltre – prosegue Sileoni -, vogliamo segnalare che la proposta del Governo potrebbe generare effetti penalizzanti per l’intero ‘sistema economico’ italiano: incertezza degli investitori internazionali sullo Stato di diritto nel nostro Paese, aumento della sfiducia dei mercati rispetto alla competitivita’ del sistema bancario italiano gia’ messa a dura prova dagli stress test in atto, difficolta’ degli istituti di credito interessati a trovare le risorse necessarie agli aumenti di capitale”. ”Il giudizio negativo sul sistema bancario italiano – conclude il segretaril generale della Fabi – metterebbe a repentaglio la ripresa dell’economia reale e il rafforzamento delle banche. Pertanto, auspichiamo un ripensamento da parte del Governo affinche’ si impegni a ricercare soluzioni diverse”. com-sen/

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Radiocor, mercoledì 9 aprile 2014

BANCHE: SILEONI (FABI), AUMENTO TASSAZIONE RICADRA’ SU LAVORATORI

Su plusvalenze quote Bankitalia. Governo ci ripensi (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 09 apr – La decisione annunciata dal Governo di aumentare la tassazione sulle plusvalenze delle quote di Banca d’Italia possedute dalle banche “crea non pochi problemi al settore del credito”. E’ quanto dichiara Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato piu’ rappresentativo dei lavoratori bancari, in una nota nella quale si sottolinea come la decisione “ricadra’ inevitabilmente sui lavoratori bancari, in fase di rinnovo del proprio contratto di categoria, e potrebbe avere effetti penalizzanti per l’intero sistema economico”. Pertanto, si legge nella nota, “auspichiamo un ripensamento da parte del Governo affinche’ si impegni a ricercare soluzioni diverse”.

com-mir-(RADIOCOR) 09-04-14 15:31:30 (0372) 5 NNNN

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Reuters, mercoledì 9 aprile 2014 – 15:28

Banche,no reazioni annuncio aliquote Bankitalia,prime stime aggravio

MILANO, 9 aprile (Reuters) – Dopo un iniziale sbandamento, le banche italiane si muovono in ordine sparso in Borsa e sembrano non reagire all’annuncio fatto ieri dal premier Matteo Renzi sull’aumento dell’aliquota relativa alla rivalutazione delle quote in Bankitalia, anche se gli analisti hanno già stimato l’impatto in termini patrimoniali e di maggiori imposte.

Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, intanto ha dichiarato che l’aumento dell’aliquota evidenzia “profili di illegittimità” e l’associazione valuterà l’eventualità di fare ricorso una volta varato il provvedimento.

“È anche un provvedimento che ha un profilo di illegittimità, perché prevede un’aliquota differenziata sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, rispetto alle aliquote applicate alle altre rivalutazioni volontarie in base alla norma della legge di Stabilità dell’anno scorso”, ha detto Sabatini. “E’ una distinzione non giustificata”.

Il presidente dell’associazione, Antonio Patuelli, chiede invece un confronto in vista del varo del decreto sulle misure di copertura del taglio Irpef in agenda il 18 aprile. “Quando gli esami sono iniziati le regole del gioco in un solo paese non possono e non debbono essere cambiate perché penalizzano solo i giocatori italiani”, spiega al Gr2 Rai. “Noi vorremmo un confronto di ragionamento in questi pochi giorni che sussistono”.

Anche i sindacati esprimono preoccupazione: “Il Governo ci ripensi”, scrive in una nota il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni. “Siamo preoccupati che una tale soluzione possa mettere ancora di più in difficoltà il settore con conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui lavoratori bancari, ancor più alla luce del rinnovo del contratto nazionale che entra in una fase decisiva”.

Secondo una fonte governativa l’aliquota potrebbe raddoppiare dall’attuale 12% al 24-26% nell’ambito dei provvedimenti a copertura del taglio Irpef sui redditi più bassi di 6,7 miliardi per il 2014.

“Ne potrebbe risentire la percezione presso gli investitori istituzionali dei rischi regolatori sul settore finanziario domestico”, si legge nel daily report di Icbpi.

Secondo Equita “dal punto di vista quantitativo l’aumento dell’aliquota non cambia sostanzialmente gli effetti dell’operazione”. Il broker calcola l’impatto sul beneficio patrimoniale delle singola banche e stima che per Intesa Sanpaolo scenda a 77 punti base da 86, per UniCredit a 32 da 35, per Monte dei Paschi a 9 da 10 e per Carige a 99 da 110.

In termini di maggiori imposte a carico delle banche, alcuni analisti stimano per Intesa un aggravio tra 333 e 360 milioni, mentre per UniCredit sarebbe tra 182 e 190 milioni. Icbpi stima per Monte Paschi un aggravio di 24 milioni di euro.

In borsa è un report di Goldman Sachs in realtà a guidare le danze. Ciò spiega la debolezza di UniCredit e Popolare Milano, in calo rispettivamente dell’1,22% e del 3,27% dopo che entrambe sono state bocciate a ‘neutral’.

Le altre si muovono al rialzo con Intesa Sanpaolo, che sfiora il +1%, dopo che in meno di 24 ore ha portato a casa il miglioramento dell’outlook di Moody’s e il ‘buy’ di Goldman Sachs. Lo stoxx dei bancari italiani è piatto, intorno alle 15,20, mentre quello europeo sale dello 0,60%.

Discorso a parte per Carige che cede il 5,45% dopo che Moody’s ha tagliato il rating ‘Caa1’ segnalando un rischio elevato per il superamento degli esercizi Bce.

(Gianluca Semeraro, Andrea Mandalà)

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