“La giornata di oggi è stata contraddistinta ancora una volta da tatticismi dell’ABI, che non ha scoperto le carte rispetto ad argomenti fondamentali, come il pagamento ai lavoratori dell’inflazione, la definizione dell’area contrattuale e tutti gli argomenti legati al riconoscimento della produttività delle varie aziende e gruppi”.
Così Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, ha commentato l’incontro che si è svolto oggi in ABI tra sindacati e il Capo Delegazione Sindacale di ABI, Alessandro Profumo, nell’ambito della trattativa sul rinnovo del Contratto Nazionale dei circa 312 mila lavoratori bancari italiani.
Durante l’incontro, i banchieri hanno presentato un documento nel quale hanno illustrato le loro posizioni di massima su rapporti tra i due livelli di contrattazione e trattamento economico, area contrattuale, inquadramenti, occupazione e orari di lavoro (vedi documento).
Da parte sua il Presidente del CASL, Alessandro Profumo, ha ribadito come, per le banche, sia imprescindibile contenere il costo del lavoro del settore e le sue dinamiche automatiche, sia a livello nazionale sia aziendale.
“La piattaforma ABI è politicamente inaccettabile”, ha sottolineato Sileoni, “ed abbiamo ribadito, in considerazione del difficile momento che attraversa il settore e il Paese, di voler continuare il dialogo, a condizione che si scenda definitivamente nei particolari, misurando le differenze tra le nostre e le loro posizioni. Restano assolutamente rilevanti le distanze e il prossimo incontro del 13 novembre servirà per fare definitivamente il punto della situazione.
Nel prossimo Consiglio Nazionale della FABI, che si terrà a Roma dal 18 al 20 novembre, l’organizzazione sarà in grado di formulare un’attenta valutazione delle proposte, per prendere poi tutte le iniziative necessarie, al fine di garantire alla categoria un nuovo e insostituibile Contratto Nazionale di Lavoro”.
1 commento
Caro Lando quale migliore occasione del Consiglio Nazionale per discutere sulle prese di posizioni nei confronti dell’ABI miope e pretestuosa. Come sempre uscirà dal Consiglio la soluzione più idonea a tutelare gli interessi, la dignità della categoria e riappropriarci del CCNL, senza il quale saremmo oltre 309.000 sbandati. Il capo delegazione può fare a meno di rimarcare imprescindibile il contenimento del costo del lavoro di settore e le dinamiche automatiche sia a livello nazionale che aziendale. E’ vero il contenimento dei costi elevati, ma dei dirigenti e amministratori come lui. Non possiamo sempre pagare noi al posto loro, non è possibile che da anni dobbiamo accettare aumenti e inquadramenti di ripiego, pur considerando il contesto recessivo.Non è possibile che la categoria dei Q.Direttivi viene massacrata senza via di scampo, sacrificando sull’altare una categoria al collasso e da macello. I bilanci delle banche parlano chiaro sugli utili, parlano chiaro le sofferenze da chi vengono causate, per favorire grandi gruppi del quartierino. Basta, basta la categoria è allo stremo. Tra protocollo di mobilità infragruppo, tra chiusure di punti vendita, tra politiche di investimento non oculate, tra esternalizzazioni, tra consulenze esterne, la categoria è stata ridotta a l ruolo di operai del credito. Incredibile che l’ABI ritenga un recupero inflattivo del 5% esagerato e non in linea con l’inflazione programmata. Non bisogna essere premio Nobel di economia per capire che l’inflazione reale percepita sui ogni regione supera 8%. Caro Lando rimani la nostra unica speranza quand’anche la crisi globale e la concorrenza non ci aiuti ad appropriarci del nostro benedetto contratto.Tu hai a disposizione un esercito, bene, è pronto a seguirti.