In vista del consiglio di gestione del 29 settembre che fisserà le linee guida per la trasformazione in Spa, Sileoni torna a farsi sentire: “Desideriamo condividere in tempi brevi progetto che tenga conto del radicamento territoriale di banca e limiti esuberi”
Il leader della FABI, Lando Maria Sileoni, torna a sollevare l’attenzione sul gruppo Bpm e a chiedere un progetto condiviso a tutela del radicamento territoriale del gruppo e dei lavoratori, dopo che il Consigliere delegato Giuseppe Castagna ha fissato al 29 settembre la data del consiglio di gestione in cui saranno definite le linee guida del piano di trasformazione del gruppo in spa.
Castagna ha anche speso parole di stima verso i sindacati “che in questi anni hanno giocato in ruolo assolutamente collaborativo” negli interessi dei lavoratori e del rilancio dell’azienda.
“Esprimiamo apprezzamento per quanto dichiarato oggi dal Consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna”, ha risposto a stretto giro di posta Sileoni, “ma desideriamo condividere in tempi brevi con lui e con tutte le associazioni interne ed esterne alla Bpm un progetto che tenga conto dello storico radicamento della banca popolare sul territorio milanese e che limiti eventuali ricadute in termini di esuberi e di chiusura degli sportelli, nel caso di una probabile aggregazione del gruppo con altro istituto.
In sintesi, vorremmo che Castagna condividesse col sindacato un’aggregazione che salvaguardasse le professionalità interne e soprattutto gli attuali livelli occupazionali. Bpm è una banca ambita e per questo può permettersi di scegliere.
Il mancato coinvolgimento di tutti gli stakeholders, da oggi al prossimo aprile, farebbe il gioco soltanto di chi vuole speculare sul futuro dell’istituto”, ha concluso il leader della FABI.
Milano 21/9/15