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ASSEMBLEA UBI, SILEONI: “NO A FUSIONI CHE SIANO BAGNO DI SANGUE PER LAVORATORI”

di Redazione
“Non tollereremo fusioni che comportino un bagno di sangue in tema di esuberi e di perdita dei posti di lavoro e non accetteremo alcuna deroga al Contratto Nazionale di categoria, che è costato ai lavoratori due giornate di sciopero e che ha portato 50mila bancari in piazza”.
 
Questo il messaggio lanciato da Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, nel suo intervento in qualità di dipendente-socio, durante l’assemblea di UBI, che si è svolta oggi a Brescia con all’ordine del giorno la trasformazione della banca in SPA e la modifica dello Statuto.
 
Sileoni ha poi ribadito la non condivisione da parte del sindacato rispetto al progetto di conversione in Società Per Azioni di UBI, principalmente perché così “si distrugge un modello di democrazia economica in cui i soci dipendenti e non, ogni 3 anni, possono scegliere il proprio management e giudicarlo, e anche perché il modello popolare ha sempre sostenuto le economie locali”.
 
A dimostrazione di ciò i numeri illustrati dal leader della FABI: “le banche popolari, nell’erogazione del credito, sono passate dal 22% del 2008 al 25,5% di oggi, percentuali in netta controtendenza rispetto alle SPA”.
 
LE PROPOSTE. Durante il suo intervento Sileoni ha poi lanciato una proposta:
 
“Chiediamo una presenza dei rappresentanti dei lavoratori all’interno dei Consigli dell’istituto, come avviene in Germania, Francia, Austria, Svizzera e Olanda, e la costituzione di appositi comitati rappresentativi dei territori e dei soci azionisti, affinché il Gruppo mantenga il suo legame con il tessuto locale”, ha detto.
 
Sileoni ha poi sottolineato la sua ferma contrarietà a una eventuale esternalizzazione della UBI Sistemi e servizi.
 
Infine, il discorso ha toccato anche temi più ampi, non circoscritti solo al Gruppo UBI, ma riguardanti il sistema bancario in generale.
 
“Serve una bad bank per ripulire i bilanci dalle sofferenze bancarie e far ripartire il credito alle famiglie e alle imprese, senza incidere sui livelli occupazionali.
 
Proprio a questo riguardo il leader della FABI ha ribadito l’urgenza di un “nuovo modello di banca che recuperi le attività di consulenza e crei nuove professioni e attività”, per centrare così due obiettivi: il mantenimento dei livelli occupazionali e l’aumento di ricavi.
 
Brescia 10/10/2015

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