Il leader della FABI auspica altrettanta chiarezza e trasparenza dal governo e dai controllori. E sull’ipotesi di aggregazione Banco Popolare-Bpm, aggiunge: “valutazione dei lavoratori e di tutti i soggetti coinvolti vincolerà il nostro Sindacato nelle scelte di posizione”
“Lo scenario che le ultime manovre sulle fusioni bancarie lasciano intravedere inquieta per diverse ragioni.
In primo luogo, si avverte la mancanza di una chiara visione di governance aziendale, il che si traduce in una vaga quantificazione degli effetti economici e degli impatti sociali di queste manovre”.
Questo il commento di Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sulle voci che da giorni si rincorrono circa le prossime aggregazioni tra istituti.
“Si riscontra una metodologia decisionale inesistente sul piano tecnico”, ha sottolineato il leader della FABI, “e che invece si basa su relazioni personali tra soggetti anche in conflitto di interesse, che si muovono sulla base di contropartite politiche le cui logiche esulano totalmente dal mondo bancario, e una grave incoerenza sul piano politico di visione del Paese in chiave internazionale. L’Italia è o non è in Europa? La si vuole o no in Europa? Nei proclami si difende il taglio europeista delle scelte politiche, ma poi nelle scelte che più impattano sui sistemi economici che sconfinano dall’Italia, come quello bancario appunto, si adottano logiche di piazza di paesello di provincia, dove le trattative si svolgono senza collegialità e senza usufruire di competenze di specie e per di più con una visione di brevissimo periodo. Può un Paese salvarsi così? E come l’Europa guarderà a questi miopi negoziati?
Per quanto ci riguarda, diciamo chiaramente che non saremo disposti a subire il ribaltamento sui lavoratori e sul Paese dei costi economici e sociali di certi progetti e di certi piani industriali che obbediscono a obiettivi, più o meno mascherati, di auto-conservazione e di auto-tutela del top management.
Per quanto riguarda le notizie di un imminente annuncio di fusione fra BPM e Banco Popolare, una volta conosciuti nei dettagli gli impatti sociali ed organizzativi, li stessi saranno portati a conoscenza dei lavoratori, dei soci dipendenti e di tutte quelle associazioni che sono portatrici di interesse all’interno dei due gruppi.
C’è da augurarsi che all’Assemblea dei soci venga presentata la struttura della nuova governance già con l’avallo formale preventivo della BCE, per scongiurare il rischio di una revisione ex post da parte della BCE stessa.
La valutazione dei lavoratori e di tutti i soggetti coinvolti vincolerà il nostro Sindacato nelle scelte di posizione”, ha concluso Sileoni.