MF-MILANO FINANZA, giovedì 3 marzo 2016
ULTIMATUM DELLA BCE AI SOCI SU AUMENTO, IPO E SPA – Mpl Bpvi, in campo Primus Capital
Primus Capital, società attiva nel credit management, ha avviato contatti con la Popolare di Vicenza riguardo alla possibile gestione esternalizzata di sofferenze per un totale di 1,5 miliardi di euro. La Popolare di Vicenza ha già individuato un potenziale partner internazionale con il quale allearsi per effettuare l’operazione. È quanto affermato dall’ad di Primus, Vincenzo Macaione, a margine di un convegno all’università Bocconi sul tema delle sofferenze bancarie, confermando le anticipazioni di MF- Finanza. «Noi siamo in contatto con la Popolare di Vicenza, come tanti altri, vedremo. Ci troviamo in una fase ancora di assessment iniziale del portafoglio. Siamo potenzialmente interessati e abbiamo già individuato un investitore internazionale che ci accompagnerà nell’eventuale acquisizione», ha dichiarato Macaione. L’ad di Primus ha inoltre confermato che la società ha presentato una manifestazione d’interesse per Cr Loreto (gruppo Banca Marche) per la gestione o l’acquisizione di crediti (in blocco o una selezione) della bad bank nata dal salvataggio delle quattro banche commissariate. «Non ci hanno dato alcun tipo di timing, quindi sui tempi non sappiamo assolutamente nulla», ha detto al riguardo. Ieri, intanto, sul sito della Popolare di Vicenza è stato pubblicato un estratto della lettera inviata dalla Bce il 29 febbraio (si veda anche Contrarian a pagina 16) e «di cui verrà data integrale lettura nel corso dell’assemblea in programma sabato 5. La Bce, si legge sul sito della Popolare di Vicenza, «nel considerare la fase complessa e delicata che sta attraversando la banca, anche rispetto ai profili prudenziali di vigilanza, ribadisce che, con riferimento alla trasformazione in società per azioni, aumento di capitale ed alla quotazione in borsa delle azioni della banca». «L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano», sottolinea con forza la Vigilanza nella sua lettera, «sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali secondo le modalità rappresentate dal consiglio di amministrazione». Per la Bce, insomma, la Popolare di Vicenza «è a un bivio». Nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, «si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza», in via progressiva fino all’estrema ratio del bail-in. Su questo punto è intervenuto anche il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, che ha invitato i soci della Popolare di Vicenza ha votare secondo le indicazioni arrivate dalla Bce. «Riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio», ha affermato Sileoni, «in caso contrario il commissariamento del gruppo Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte». (riproduzione riservata)
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IL SOLE 24 ORE, giovedì 3 marzo 2016
PopVicenza, i sindacati per il «sì» in assemblea
C’è chi si prepara a occupare le prime file munito di fischietti, chi chiede l’intervento di soci forti – a partire da Fondazione CariVerona – per consolidare il costituendo nocciolo duro, e intanto si dichiara pronto a votare sì a tutte le votazioni. In vista dell’assemblea di sabato della Popolare di Vicenza si definiscono gli schieramenti in campo. Ieri hanno preso posizione anche i sindacati, con la Fabi a favore del sì per garantire i lavoratori del gruppo (che «stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione», come spiega il segretario Lando Sileoni) ma anche la sopravvivenza della banca: «Consideriamo estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato, Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione», aggiunge Sileoni. Sulla stessa posizione anche il segretario generale Fisac Cgil, Agostino Megale: «Nella difficile e drammatica situazione della Banca, i lavoratori devono essere uniti nel sostenere un processo di risanamento, che passa anche attraverso il voto favorevole per la trasformazione in Spa». (R.Fi.)
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L’ECO DI BERGAMO, giovedì 3 marzo 2016
Vicenza, sì a Spa e Borsa o arriverà il commissario
La Bce chiede alla Popolare di Vicenza (presente anche in provincia con 20 filiali) di approvare la trasformazione in Spa, l’aumento da 1,5 miliardi e la quotazione in Borsa, al voto dell’assemblea dei soci in programma sabato. «L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali», dice la missiva inviata al cda dalla Bce. In caso contrario «si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza». Un estratto della lettera, di cui sarà data lettura integrale in assemblea, è disponibile sul sito della banca. La Popolare di Vicenza, si legge in questo estratto, «è a un bivio: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo unico bancario (D. Lgs. 385/ come modificato dal decreto legislativo 181/ che attua la Direttiva sul risanamento e sulla risoluzione delle banche (Direttiva 2014/ Gli interventi sono di intensità crescente, fino ad arrivare al bailin, ovvero al salvataggio con le risorse interne di azionisti e obbligazionisti. sindacati si sono spesi a favore dell’approvazione del progetto che sarà portato sabato in assemblea. «Chi vota contro la trasformazione in Spa mette in serio rischio il futuro della banca», ha detto Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. Se il piano non fosse approvato, ha aggiunto, «il commissariamento da parte della Bce è alle porte». Sulla stessa linea il segretario generale della Fisac- Agostino Megale: «I lavoratori devono essere uniti nel sostenere un processo di risanamento che passa anche attraverso il voto favorevole alla trasformazione in Spa».
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LA STAMPA (Nazionale + tutte le 16 edizioni locali), giovedì 3 marzo 2016
Popolare di Vicenza, ultimatum Bce – “Votate sì alla Spa o scatta il bail-in”
La Bce interviene a gamba tesa alla vigilia dell’assemblea che, dopodomani, riunirà i soci della Popolare di Vicenza per trasformare la banca in Spa, varare un aumento di capitale da 1,75 miliardi e dare il via libera per quotazione in Borsa. Da Francoforte giunge lo stesso monito (parola per parola) che, a dicembre, fu indirizzato a Veneto Banca. «Bpvi è a un bivio – scrivono dalla Vigilanza unica -: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo unico bancario» che recepisce le nuove regole europee «sul risanamento e sulla risoluzione delle banche». Il messaggio è diretto più che altro ai soci solleticati da quelle associazioni (come gli «azionisti associati Bpvi» o «Noi che credevamo nella Bpvi») che in queste ore – con un volantinaggio porta a porta – propongono di dire di no sui tre punti all’ordine del giorno sabato. Ed è chiarissimo: vincono i sì o dietro l’angolo ci sono commissario e «bail- ovvero quel «salvataggio interno» che potrebbe richiedere il contributo non solo degli azionisti, ma anche degli obbligazionisti fino ai correntisti oltre i 100 mila euro garantiti. Uno scenario da apocalisse anche per chi, come i soci della Vicenza, ha la prospettiva (assai concreta) di perdere circa il 90% del valore del proprio investimento, visto che il prezzo per il recesso è stato fissato a 6,3 euro. Proprio per evitare il peggio anche i sindacati chiamano a un’assunzione di responsabilità i dipendenti soci e non solo. «Chi vota contro la trasformazione in Spa mette in serio rischio il futuro della banca», avverte Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, il principale sindacato di categoria, il quale ricorda il «lavoro esemplare» dei lavoratori del gruppo «pur in un clima di grande difficoltà e confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca». Sulla stessa linea il numero uno della Fisac- Agostino Megale, secondo cui «i lavoratori devono essere uniti nel sostenere un processo di risanamento», per voltare pagina rispetto alla vecchia gestione sotto indagine (l’ex presidente Zonin come altri 5 tra dirigenti e consiglieri) per aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza, l’associazione per delinquere e falso in bilancio In tutto questo si muovono anche le associazioni a favore del «sì», come «Futuro 150» (400 iscritti, per circa il 5% del capitale), il cui presidente Silvio Fortuna, insieme con alcuni membri del direttivo, ieri ha incontrato il neopresidente della Fondazione CariVerona Alessandro Mazzucco, chiedendo un sostegno per l’aumento All’ente scaligero (che non ha azioni Bpvi e sabato non sarà in assemblea) non c’è intenzione di investire nella banca, almeno fino a quando non sarà quotata. Sempre ieri Mazzucco ha incontrato il presidente di Cattolica Assicurazioni, Paolo Bedoni, di cui CariVerona ha l’ e Popolare Vicenza un 15% che un domani potrebbe decidere di cedere.
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LA REPUBBLICA (NAZIONALE), giovedì 3 marzo 2016
Diktat Bce a Vicenza su Ipo, aumento e spa
ANDREA GRECO
MILANO. Severo monito della Bce alla vigilata Popolare di Vicenza, due giorni dall’assemblea della vita in cui andranno al voto di 10mila soci inferociti la trasformazione in spa, l’aumento fino a 1,5 miliardi e lo sbarco in Borsa. Con una secca lettera di due pagine Danièle Nouy, presidente del consiglio della vigilanza unica, ha ribadito che si è «a un bi- nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso il dlgs 181/ che attua la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche». Il famigerato decreto sul bail in, il salvataggio dei gruppi in crisi che prevede il commissariamento e la gestione straordinaria per fondere, chiudere o vendere a pezzi. L’avvertimento somiglia a quello mandato a dicembre, in simili circostanze, Veneto Banca. In difficoltà la Vicenza lo è da un an- almeno. giugno l’Eurotower la costrinse a stralciare dal patrimonio 622 milioni di azioni dei soci acquistate con prestiti della banca (più che fondi, debiti) l’indice di solidità Cet1 scivolò al 6,81 sotto la soglia. settembre il dato salì al 6,94 sempre molto sotto la richiesta della Bce giunta due mesi dopo, pari a 10,25 di Cet1 Di qui l’aumento di capitale in arrivo, che l’ad Francesco Iorio ha abbozzato giorni fa a Londra ai futuri soci istituzionali, in attesa del sì di quelli locali. La disponibilità dei fondi a investire sembra esserci, ma a multipli di mercato, ossia attorno allo 0,20 del valore di libro tangibile: una frazione rispetto a quanto la cooperativa s’è autovalutata per anni nel vendere azioni ai soci. Materia per le procure ormai, che indagano Gianni Zonin e altri ex dirigenti per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, associazione a delinquere e falso in bilancio. «Chi vota contro la trasformazione in spa mette a serio rischio il futuro della banca – ha detto Lando Sileoni, leader della Fabi che a Vicenza è il primo sindacato -. È indispensabile che l’assemblea si esprima a sostegno della gestione, della sopravvivenza della banca sul territorio. In caso contrario il commissariamento Bce è alle porte». Un’altra banca che vive ore inquiete è Carige. La famiglia Malacalza ha indicato i nuovi vertici. Gli imprenditori che detengono il 17,6 della banca avevano rotto con il presidente Cesare Castelbarco Albani e l’ad Piero Montani, si dice sull’entità dei tagli di costi con cui rilanciare la redditività. Ieri è stata depositata la lista per il voto dell’assemblea del 31 marzo: presidente è indicato Giuseppe Tesauro, ex guida dell’Antitrust amministratore delegato Guido Bastianini, ora ad di Banca Profilo, mentre lo stesso Vittorio Malacalza sarà vicepresidente. Il nuovo vertice Carige dovrà approntare nella primavera un aspro piano strategico: – come a Vicenza – un partner forte sarebbe utile.
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IL GIORNALE DI VICENZA, giovedì 3 marzo 2016
Al voto, più sì che no. «Ma con rabbia» – «La trasformazione in Spa è una scelta obbligata» «No, l’attivo della banca può essere spezzettato» I sindacati: «Senza il via libera, il futuro è a rischio»
Marino Smiderle
Il falò dei risparmi, alimentato dall’ipotesi di associazione a delinquere paventata dal procuratore Antonino Cappelleri a carico di una «struttura deviata all’interno della banca», riscalda, come se ce ne fosse bisogno, l’assemblea della Popolare di Vicenza. Sabato a Gambellara la Bce chiede, anzi ordina, tre “sì” senza se e senza ma per i tre punti all’ordine del giorno destinati a cambiare la storia, lunga 150 anni, dell’istituto vicentino: sì alla trasformazione in Spa, sì all’aumento di capitale da 1,5 (diventati 1,75 miliardi, sì alla quotazione in Borsa. IL FRONTE DEL NO. Di fronte a un’ineludibile evaporazione dei risparmi di tante famiglie, già sperimentata nel 2008 da azionisti di altre banche all’epoca già quotate in Borsa, la rabbia è naturale e comprensibile. A prescindere dalle responsabilità, che eventualmente emergeranno dall’indagine della Procura, la prima reazione dei tanti soci iscritti alle varie associazioni nate per tutelare i loro interessi è quella di votare no a tutto. Che è la posizione in particolare di “Noi che credevamo nella BpVi e dell'” azionisti associati Banca Popolare di Vicenza”. In un incontro al Patronato Leone XIII hanno spiegato il piano alternativo ai disegni imposti da Renzi e dalla Bce: spezzatino dell’istituto in diverse parti per scendere sotto il limite massimo dell’attivo per le popolari fissato dalla legge a 8 miliardi, niente trasformazione in Spa, niente Borsa e coinvolgimento di non meglio precisati investitori stranieri. «Il nostro no ha detto Andrea Arman, presidente degli azionisti associati – ha motivazioni etiche prima ancora che tecniche». LE ASSOCIAZIONI. Non sono i soli a essere arrabbiati. Solo che molti altri hanno anteposto, non senza difficoltà, il ragionamento e i legittimi interessi al travaso di bile. Risultato: Renato Bertelle, presidente dell’Associazione nazionale azionisti BpVi provocando anche una spaccatura in seno al sodalizio, ha invitato i propri iscritti a votare sì. «Far scendere l’attivo sotto gli 8 miliardi – argomenta – è un’operazione non praticabile. Se prevalessero i no, seguirebbero il commissariamento e la liquidazione. In una parola: il fallimento. così se gli azionisti che si ritengono truffati dovessero trovare una sentenza favorevole, non troverebbero più la banca su cui rifarsi. prescindere da ogni discorso su una possibile, auspicabile, rivalutazione dell’azione in futuro». Sull’avvocato di Malo sono piovute accuse pesanti da parte degli (ex?) alleati nella battaglia legale contro la banca («Non mi hanno neanche permesso di fare una domanda quando hanno presentato il piano alternativo), la più leggera delle quali era “venduto”. «Dimenticando – osserva con amarezza – che io difendo e difenderò fino in fondo gli interessi degli azionisti che si sono rivolti a me e che è proprio per questo che li invito a votare sì. Mentre all’ad Francesco Iorio, per dire, non perdono il fatto di non avere fatto quell’esposto in Procura tenendo fuori l’allora presidente Zonin, il vecchio Cda e il collegio sindacale». SINDACATI. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda di Bertelle ci sono anche Adiconsum, Adoc e Federconsumatori di Vicenza («La trasformazione in Spa è l’unica strada praticabile») con un’ottica rivolta ai dipendenti, sindacati. «Chi vota contro la trasformazione in Spa – sostiene Lando Sileoni, segretario della Fabi – mette in serio pericolo il futuro della banca». Giudizio positivo anche su Iorio «che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione. Riteniamo preziosa l’attività d’indagine dei giudici». «Pur essendo stati contrari al decreto sulle popolari – aggiunge il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale – ora bisogna sostenere, con forza e con coesione, il processo di risanamento, di rinnovamento e di rilancio della banca».
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IL MATTINO DI PADOVA – LA TRIBUNA DI TREVISO – CORRIERE DELLE ALPI – LA NUOVA VENEZIA E MESTRE, giovedì 3 marzo 2016
I sindacati schierati con il management – M5s punire la “B2”
I sindacati si schierano per il sì a Spa e quotazione di PopVicenza «Riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento è alle porte» afferma Lando Sileoni, segretario dalla Fabi, primo sindacato della Bpvi. I lavoratori devono essere uniti nel sostenere un processo di risanamento, che passa anche attraverso il voto favorevole per la trasformazione in Spa» gli fa eco Agostino Megale, della Fisac Cgil. «L’unica strada è dire sì, scelte diverse sarebbero irresponsabili» conferma Silvio Fortuna, presidente di Futuro 150, associazione che raccoglie 400 soci e il 5% del capitale e che punta a raddoppiare la quota entro giugno, candidandosi a «polo aggregante» per un nocciolo duro di azionisti vicentini. Fortuna ha incontrato il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzocco, sollecitando un intervento dell’ente scaligero a sostegno della Bpvi, che difficilmente però si potrà concretizzare già in sede di aumento. Poi ci sono le prese di posizioni politiche. «A Vicenza si parla di “una banca deviata dentro la banca”: ecco la P2 delle banche, ovvero una B2. Il capogruppo del M5S in consiglio regionale Jacopo Berti riesuma la creatura di Licio Gelli per l’affaire PopVicenza «Fuori i nomi! Vogliamo il libro soci di BpVi vogliamo nomi e cognomi di tutti gli azionisti, per sapere chi sono quei privilegiati che hanno venduto le azioni prima del crack, vogliamo sapere se c’è stato qualcuno che ha avuto soffiate per salvare i soldi. È una questione di giustizia e trasparenza, una questione di civiltà». «Come associazione abbiamo depositato quasi duecento esposti in molte procure d’Italia ora vogliamo giustizia» – ha commentato Luigi Ugone, presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”. in vista dell’assemblea l’associazione ribadisce il no alla trasformazione in Spa, La svolta nelle indagini della procura vicentina non stupisce l’avvocato Renato Bertelle, azionista e presidente dell’ Associazione nazionale Banca Popolare di Vicenza, che spiega: «Il reato di associazione a delinquere era già nelle prime denunce di agosto, e nelle recenti è stato aggiunta anche la truffa aggravata. È giusto che sia così, è giusto che paghino». Nicola Brillo
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CORRIERE VENETO – CORRIERE DI VERONA, giovedì 3 marzo 2016
Sindacati e associazioni per il sì Ma il no sarà presente in forza – Futuro 150: «Via libera obbligato». Arman: «Fischi, ma niente boicottaggi»
Di boicottaggio non vogliono sentir parlare. Ma è certo che gli azionisti dichiaratamente per il «no» sabato saranno in prima fila all’assemblea di Gambellara di Bpvi. Le riunioni di soci diventano roventi, in tutta la regione, anche quelle dei gruppi per il «sì», linea su cui si sono schierati ieri sera anche i sindacati dei bancari, direttamente con i segretari nazionali di categoria di Fisac Cgil e Fabi, Agostino Megale e Lando Sileoni. «Avevamo valutato anche l’opzione “spezzatino” della banca, ma è impraticabile. Non si può che dire tre sì» dice Silvio Fortuna, che ieri ha riunito alle distillerie Nardini di Bassano i 400 soci (circa il 5% del capitale di Bpvi) di «Futuro 150», dopo aver incontrato il presidente di Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco, per perorare la causa dell’aumento di capitale. Nessuna risposta, per ora, anche se più di un osservatore si dice scettico che Cariverona possa entrare già nell’aumento di capitale, visti i rischi impliciti nelle due operazioni, mentre si potrebbe forse operare dopo l’ingresso in Borsa, con un quadro più chiaro. Mazzucco poi ieri si è confrontato sul tema anche con il numero uno di Cattolica, Paolo Bedoni. Le assemblee dei vari gruppi di soci si susseguono. Ieri sera si sono riuniti quelli di Associazione soci banche popolari venete (con Francesco Celotto come referente) quelli di Associazione azionisti associati Bpvi (guidati dall’avvocato Andrea Arman). «I nostri duecento associati sabato mattina saranno presenti e diranno no. Nessuno m’impedirà di sedere in prima fila, come è mio diritto, e fischiare l’amministratore Francesco Iorio – avverte Arman – nessun boicottaggio, comunque. Piuttosto, pensiamo a un esposto in Procura contro i direttori che ostacolano le deleghe». Assicura che non ci saranno boicottaggi, e nemmeno gazebo o striscioni, Daniele Marangoni di «Noi che credevamo nella Bpvi»: «Sarebbe come darci la zappa sui piedi, non cambierebbe nulla: saremo presenti in più di 600, contando le deleghe, tutti per il “no”». Diversa la posizione di Celotto: «In assemblea chiederemo il valore con cui andranno in Borsa le azioni, altrimenti non si può votare nulla. Se non lo diranno, se dovesse essere pari a un euro, voteremo no – precisa -. Se sarà simile al valore di recesso possiamo pensare al sì». Va all’attacco di «possibili boicottaggi» Sergio Calvetti, fiduciario del Movimento difesa cittadino: «Auspicabile che l’assemblea deliberi per il sì», avverte. Il tema Borsa però agita anche i favorevoli. «Non abbiamo più i Cda che ordinavano alle azioni di crescere» commenta caustico Silvio Fortuna, concludendo comunque che «se pur il prezzo sarà di un euro, dovremo accettarlo. Certo, è il momento peggiore per entrare in Borsa». Il presidente della fondazione universitaria vicentina (esprime un consigliere di fondazione Cariverona) spera che «aderiscano a Futuro 150 nuovi soci per poter esprimere un componente del Cda, che comunque non sarà uno di noi». In questa chiave ieri ha incontrato Mazzucco: «Abbiamo fatto presente a Cariverona che il rischio è che la crisi bancaria diventi crisi sociale. Forse oggi è più utile investire qui che non in un palazzo». Nell’incontro di Bassano si è accennato anche «all’interesse per l’acquisto delle sofferenze di Bpvi, già manifestato da fondi come Primus Capital: segnale positivo». Andrea Alba © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA REPUBBLICA Economia & Finanza 2 marzo 2016
La Bce scrive alla PopVicenza: “Approvi aumento, Spa e Borsa” – La lettera di Francoforte: “Nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza” – La Bce scrive alla PopVicenza: “Approvi aumento, Spa e Borsa”(ansa)
MILANO – La Bce chiede alla Popolare di Vicenza di approvare la trasformazione in Spa, l’aumento da 1,5 miliardi e la quotazioni in Borsa al voto dell’assemblea dei soci sabato prossimo. “L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali” si legge nella missiva inviata al cda dalla Banca centrale europea. In caso contrario “si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza”.
Sul sito della Banca Popolare di Vicenza viene riportato un estratto della lettera ricevuta dal Cda della banca il 29 febbraio e “di cui verrà data integrale lettura nel corso dell’assemblea” in programma sabato prossimo. La Bce, spiega la Bpvi, “nel considerare la fase complessa e delicata che sta attraversando la banca, anche rispetto ai profili prudenziali di vigilanza, ribadisce che, con riferimento alla trasformazione in società per azioni, aumento di capitale ed alla quotazione in borsa delle azioni della banca ‘… l’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali secondo le modalità rappresentate dal Consiglio di Amministrazione”.
Per la Bce “La BpVi è a un bivio: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo Unico Bancario, come modificato dal Decreto Legislativo n.181/2015, che attua la Direttiva sul risanamento e sulla risoluzione delle banche ( Direttiva 2014/59/UE)”. Le norme prevedono una serie di interventi di intensità crescente volti in prima battuta, a trovare capitali freschi sul mercato e, in assenza di questi, il ricorso al bail in, ovvero al salvataggio attraverso le risorse interne di azionisti e obbligazionisti disposta dall’autorità di risoluzione.
Nel frattempo, l’ad di Primus Capital, Vincenzo Macaione, ha sottolineato l’interesse della società alla gestione esternalizzata di sofferenze per 1,5 miliardi: “Siamo potenzialmente interessati. Abbiamo già individuato un investitore internazionale che ci accompagnerà nell’eventuale acquisizione. Siamo in contatto con la Vicenza, come tanti altri, vedremo. Siamo in una fase ancora di assessment iniziale del portafoglio”. Macaione ha poi confermato che la società ha presentato una manifestazione d’interesse per la gestione o l’acquisizione di crediti della bad bank nata dal salvataggio delle quattro banche commissariate.
“I lavoratori del Gruppo Banca Popolare di Vicenza stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”, dichiara sulle vicende BpVi Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza dei bancari. “Consideriamo estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione. Riteniamo preziosa l’attività d’indagine dei giudici, ai quali va tutto il nostro sostegno morale e politico”.
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ASCA, mercoledì 2 marzo 2016
Popolare Vicenza, Fabi: votare per trasformazione in spa
Roma, 2 mar. (askanews) – Chi voterà contro la trasformazione in spa della Popolare di Vicenza ne metterà a rischio la sopravvivenza. Questa l’indicazione arrivata da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza dei bancari, in vista dell’assemblea dell’istituto di sabato prossimo.”I lavoratori del gruppo Banca Popolare di Vicenza stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”, spiega Sileoni.”Consideriamo estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato, Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione. Riteniamo preziosa l’attività d’indagine dei giudici, ai quali va tutto il nostro sostegno morale e politico. Per questo riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte”. Rbr 02-mar-16 18.22
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RADIOCOR, mercoledì 02 marzo 2016 – 18:06
Pop.Vicenza: sindacati, votare “si'” a Spa, altrimenti futuro e’ a rischioFIN – Sileoni: lavoro di Iorio estremamente positivo
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Padova, 02 mar – “Riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte”. Così il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in vista dell’assemblea dell’istituto berico che venerdì sarà chiamato a votare su trasformazione in Spa, quotazione in Borsa e aumentato di capitale. “Chi vota contro la trasformazione in Spa mette in serio rischio il futuro della banca”, aggiunge Sileoni, che giudica poi “estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione”. D’accordo sull’invito al voto in assemblea anche il numero uno della Fisac-Cgil, Agostino Megale. “Nella difficile e drammatica situazione della Banca popolare vicentina, i lavoratori devono essere uniti nel sostenere un processo di risanamento, che passa anche attraverso il voto favorevole per la trasformazione in Spa”, sottolinea. “Vi sono momenti nei quali si confligge con i nostri interlocutori per la tutela dei legittimi interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, oggi pero’ serve un’alleanza a tutto campo, lavoratori e risparmiatori, in grado di respingere ogni ed eventuale tentativo di provocazione. Serve portare questa banca fuori dalla crisi”, conclude Megale. Com-Ppa- (RADIOCOR) 02-03-16 18:06:53
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ADNKRONOS, mercoledì 02 marzo 2016
Bpvi: Sileoni (Fabi), a rischio futuro banca se sabato ‘no’ a Spa – ‘Bisogna sostenere attuale gestione’
Milano, 2 mar. (AdnKronos) “È indispensabile” che l’assemblea di sabato della Popolare di Vicenza “si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del gruppo da parte della Bce è alle porte”.
Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato dei bancari, si schiera a favore del lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato di Bpvi Francesco Iorio, “che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione”. Il suo invito per i soci è che sabato votino a favore della trasformazione in spa, altrimenti non si farebbe il bene della banca, che da lavoro a più di 5mila persone.
“I lavoratori del gruppo stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”, spiega.
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AGI, mercoledì 02 marzo 2016
Popolare Vicenza: Fabi, sì a Spa o rischio commissariamento
(AGI) – Roma, 2 mar. – E’ “indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce e’ alle porte”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza dei bancari. “I lavoratori del Gruppo Banca Popolare di Vicenza – aggiunge Sileoni – stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficolta’ e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”. “Consideriamo estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione. Riteniamo preziosa l’attivita’ d’indagine dei giudici, ai quali va tutto il nostro sostegno morale e politico. Oltre al pieno riconoscimento economico dei torti subiti dalla clientela, c’e’ in gioco il futuro di un istituto che da’ lavoro a piu’ di 5mila persone. Per questo – conclude Sileoni – riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce e’ alle porte”. (AGI)
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ANSA, mercoledì 02 marzo 2016
Pop. Vicenza: Sileoni(Fabi), sì a spa o commissariamento Bce
(ANSA) – MILANO, 2 MAR – Lando Sileoni, segretario della Fabi, il sindacato più rappresentativo della Banca Popolare di Vicenza, si schiera a favore della trasformazione in spa, al voto dell’assemblea del prossimo 5 marzo. “Chi vota contro la trasformazione in Spa mette in serio rischio il futuro della banca” afferma Sileoni in una nota. “Riteniamo indispensabile – spiega ancora – che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte”.
Sileoni giudica “estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato Francesco Iorio, che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione. Riteniamo preziosa l’attività d’indagine dei giudici, ai quali va tutto il nostro sostegno morale e politico”.
Parole d’elogio anche per i dipendenti che “stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”.
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TVPRATO.IT, mercoledì 02 marzo 2016
La Bce scrive alla BpVi: senza l’approvazione del piano del cda rischio commissariamento
2 Marzo 2016
Se i soci diranno no alla trasformazione della Banca Popolare di Vicenza in spa, all’aumento di capitale da 1,75 miliardi e alla quotazione in Borsa, la Banca centrale europea è pronta al commissariamento. E’ il sunto della lettera inviata dalla stessa Bce al cda della banca nei giorni scorsi, di cui sono stati pubblicati alcuni stralci sul sito della BpVi. “L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali secondo le modalità rappresentate dal Consiglio di Amministrazione” si legge nella lettera. La missiva sarà letta agli azionisti durante l’assemblea di sabato prossimo, chiamata a pronunciarsi sul cambio di statuto, sull’aumento di capitale e sulla quotazione in Borsa. Qualora uno dei punti del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, fino al bail in. “C’è in gioco il futuro di un istituto che dà lavoro a più di 5 mila persone. Per questo riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte” ha detto Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza dei bancari.
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TRADER LINK.IT, mercoledì 2 marzo 2016 17:39
Popolare di Vicenza: Fabi, senza Spa commissariamento della Bce
“I lavoratori del Gruppo Banca Popolare di Vicenza stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”.
Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza dei bancari.
“Consideriamo estremamente positivo il lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato Francesco Iorio – ha aggiunto Sileoni – che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione.
Riteniamo preziosa l’attività d’indagine dei giudici, ai quali va tutto il nostro sostegno morale e politico. Oltre al pieno riconoscimento economico dei torti subiti dalla clientela, c’è in gioco il futuro di un istituto che dà lavoro a più di 5 mila persone. Per questo riteniamo indispensabile che l’assemblea di sabato si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio.
In caso contrario, il commissariamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza da parte della Bce è alle porte”. (GD) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online
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IL SUSSIDIARIO.NET, mercoledì 02 marzo 2016
Bpvi: Sileoni (Fabi), a rischio futuro banca se sabato ‘no’ a Spa
Milano, 2 mar. (AdnKronos) – “E’ indispensabile” che l’assemblea di sabato della Popolare di Vicenza “si esprima a sostegno di questa gestione e a sostegno della sopravvivenza della sua banca di riferimento per il territorio. In caso contrario, il commissariamento del gruppo da parte della Bce è alle porte”. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato dei bancari, si schiera a favore del lavoro fin qui svolto dall’amministratore delegato di Bpvi Francesco Iorio, “che ha fatto bene ad esporre alla magistratura vicentina tutte le gravi inadempienze della passata gestione”. Il suo invito per i soci è che sabato votino a favore della trasformazione in spa, altrimenti non si farebbe il bene della banca, che da lavoro a più di 5mila persone.”I lavoratori del gruppo stanno svolgendo un lavoro esemplare di collegamento con le famiglie e le imprese del territorio, pur in un clima di grande difficoltà e di confusione, alimentato ad arte da chi vuole creare ulteriore malcontento senza pensare al prossimo futuro della banca”, spiega.