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Rassegna Stampa, mercoledì 13 aprile 2016

di Redazione

MF-MILANO FINANZA mercoledì 13 aprile 2016

Quella volata di un mese per aprire il paracadute

di Luca Gualtieri

Se la gestazione della Gacs ha richiesto un anno di tempo, questa volta il sistema bancario italiano ha dovuto attendere solo un mese. Tanto è durato il lavoro attorno al fondo Atlante, il veicolo che con la sua doppia azione su npl e aumenti di capitale dovrà riportare la fiducia sugli istituti tricolori. Secondo quanto si apprende, la primogenitura del progetto spetterebbe ai vertici di Cassa Depositi e Prestiti, Fabio Gallia e Claudio Costamagna, che all’inizio di marzo avrebbero iniziato a studiare una soluzione di sistema per mettere in sicurezza alcune delicate partite finanziarie. A partire dall’aumento di capitale della Popolare di Vicenza al quale, complici l’avversa fase di mercato e i turbolenti trascorsi dell’istituto, il mercato cominciava a guardare con apprensione. Tanto più che un flop sarebbe stato doppiamente pericoloso: se da un lato avrebbe esposto Bpvi al rischio di risoluzione, dall’altro avrebbe creato non pochi problemi a Unicredit , banca capofila del consorzio vincolata da un contratto di pre-underwriting. In stretto contatto con l’avvocato d’affari Sergio Erede (fondatore dello studio Bonelli Erede Pappalardo) e con il banchiere Marco Morelli (vice chairman Europa Middle East Africa di Bofa Merrill Lynch), ha così preso progressivamente forma l’architettura generale dell’operazione. La natura privata dell’iniziativa è stata fin dall’inizio un punto fisso, nonché un elemento fortemente distintivo rispetto ai provvedimenti analoghi registrati negli ultimi anni in giro per l’Europa. Del resto, il rischio che Bruxelles ostacolasse qualunque iniziativa a sfondo pubblico ha subito dissuaso i promotori da soluzioni di questo tipo. Settimana dopo settimana, Cdp ha coinvolto sul dossier un numero crescente di potenziali investitori: dai big del credito alle fondazioni, per le quali il numero uno di Cariplo Giuseppe Guzzetti ha fatto da capocordata. Inizialmente, però, il coinvolgimento di Intesa Sanpaolo (già capofila del consorzio per l’aumento di capitale di Veneto Banca) non era scontato. «Ogni banca fa la sua operazione», aveva tagliato corto l’amministratore delegato Carlo Messina mercoledì 30 marzo, smentendo così qualunque coinvolgimento sulla partita vicentina. Nei giorni successivi, però, la posizione dei vertici della Ca’ de Sass si sarebbe ammorbidita, sfociando nella piena adesione della scorsa settimana. Con l’incontro in Via XX Settembre di martedì 5, i principali soggetti coinvolti nel progetto hanno messo a punto lo schema generale, presentato poi alla platea dei potenziali investitori nel vertice romano di lunedì scorso. A questo punto la palla passa formalmente a Bce che dovrà autorizzare le banche a investire nel fondo Atlante, mentre Quaestio Capital Management dovrà ricevere il via libera di Consob e Bakitalia. Nel frattempo anche la Fabi, principale sindacato del credito, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa in una nota diffusa ieri: «Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo su Atlante perché rappresenta una risposta a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione e affrontare il problema delle sofferenze». (riproduzione riservata)

IL SOLE 24 ORE mercoledì 13 aprile 2016

In Barclays le uscite scendono a 140, previsti incentivi

In Barclays non ci saranno i 160 licenziamenti che erano stati annunciati in una lettera ai sindacati, Fabi, First-Cisl, Fisac, Sinfub, Uilca e Unisin. Barclays, spiegano fonti aziendali, ha infatti raggiunto un accordo che stabilisce soluzioni condivise di uscite volontarie ed incentivate per un numero di esodi ridotti a 140 persone. «Con questo accordo abbiamo contenuto al massimo gli impatti del durissimo piano esuberi dell’azienda, scongiurando l’applicazione della legge sui licenziamenti collettivi e ottenendo ammortizzatori sociali per tutti», spiega Franco Morandi, coordinatore Fabi Barclays Italia.

L’accordo ha ridotto gli esuberi da 160 a 140 e ha previsto un percorso gestito in maniera condivisa. I tagli, come spiegava la lettera di avvio procedura si erano resi necessari nell’ambito di un processo di ristrutturazione che prevedeva, tra l’altro, la dismissione della rete italiana e dei segmenti Wealth e Business Support and Recovery.

La trattativa tra le parti si è conclusa con un’intesa che prevede innanzitutto la riduzione dei tagli, un supporto di orientamento e formazione per la riqualificazione professionale e poi una serie di misure per chi uscirà. La banca ha dato la disponibilità ad attivare il fondo di solidarietà per coloro che matureranno i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico entro 48 mesi dalla data di cessazione del rapporto che dovrà avvenire al più tardi il 30 giugno 2017. I numeri potenziali sono però molto piccoli, per via dell’età media molto giovane dei bancari di questo gruppo. Per questo è stata condivisa un’incentivazione all’esodo molto importante che prevede in occasione della cessazione del rapporto di lavoro la corresponsione di una voce base di 27 mensilità a cui vanno aggiunte una serie di mensilità secondo criteri diversi in base alla data di uscita e all’anzianità anagrafica e di servizio. In totale i sindacati sono riusciti a ottenere per i lavoratori fino a un massimo di 43 mensilità a titolo d’incentivo. Ai piani d’esodo potranno partecipare anche i dipendenti impiegati presso la Direzione Chief commercial Office, per un massimo di 30 persone.

Inoltre è stato stabilito che l’azienda pescherà dal bacino dei dipendenti in esubero nelle assunzioni per i posti rimasti vacanti per eventuali dimissioni. Sarà, inoltre, istituita una Commissione tecnica di formazione per ricollocare i lavoratori e sarà prevista la fornitura di servizi di outplacement per un anno a chi uscirà. Restano, infine, garantite al personale le attuali condizioni sui mutui e l’assicurazione sanitaria entro il 31 dicembre 2018. A breve adesso si aprirà un’ulteriore procedura per gestire altre 120 eccedenze di personale derivanti dalla cessione di ulteriori attività, mentre rimane in sospeso la procedura per la cessione degli sportelli di Barclays a CheBanca, che coinvolge 580 lavoratori. «Per loro chiederemo concrete garanzie occupazionali e di tenuta contrattuale, – dice Morandi – così come previsto anche dalla legge». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

LA STAMPA (ED. NAZIONALE E SU 13 EDIZIONI LOCALI)

Il fondo Atlante spaventa la Borsa – Gli scenari sul fallimento degli aumenti di capitale di Veneto Banca e Vicenza fanno cadere le banche

FRANCESCO SPINI

MILANO. Il progetto Atlante, il fondo «sistemico» da 6 miliardi finanziato da banche, assicurazioni e fondazioni (senza scordare la Cdp), sconvolge la giornata di Piazza Affari. In un primo tempo il mercato si mostra euforico di fronte alla soluzione che garantirà aumenti di capitali altrimenti a rischio e sgraverà di crediti deteriorati le banche. Poi, nel pomeriggio, tutto si capovolge, le banche cadono in Borsa come birilli: Unicredit e Intesa Sanpaolo (che contribuiranno al fondo per un miliardo) perdono il 5,15 e il 4,11 rispettivamente. Ubi cede il 4,4 Bpm il 3,6 il Banco Popolare perde lo 0,75 Il Monte Paschi che in mattinata vola del 5% ridimensiona la festa a un +1,16. Cosa succede? Le valutazioni contenute nella bozza su Atlante (bozza che il governo prova a sminuire: «Non è affidabile») anticipate ieri da questo giornale cominciano a essere soppesate nelle sale operative. Nel documento che avrebbe dovuto restare «riservato e confidenziale» (sulla fuga di notizie indaga la Consob) si dice che qualora fallisse anche uno solo degli aumenti tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza «potrebbero aversi rilevanti ripercussioni per l’intero sistema finanziario italiano». Viene dato «molto probabile» che una quota «preponderante» dei 2,5 miliardi complessivi di fabbisogno delle due banche «non venga sottoscritto»: ciò darebbe vita a una lunga teoria di sventure, dalla fuga di clienti alle perdite legate ai salvataggi interni («bail in») che scatterebbero. Un caos, con «effetti negativi sull’economia reale». Uno scenario da brividi, che Atlante serve proprio per evitare. Ma gli investitori hanno avuto un crudo spaccato della situazione, in attesa del paracadute che ancora non si è aperto. L’Unione Europea, per dire, dovrà decidere se il fondo costituisce un aiuto di Stato. Per ora Bruxelles fa sapere di avere in mano solo «informazioni preliminari» non è ancora in grado di valutare. Il fondo Atlante – ieri lodato anche dai sindacalisti della Fabi – nelle prossime ore dovrebbe chiedere l’ok a Bankitalia/ per poter detenere, nel caso serva, la maggioranza della Pop Vicenza post aumento. Il fondo non sarà oggetto di provvedimenti del governo che, settimana prossima, in un decreto farà scattare gli indennizzi al 100% per gli obbligazionisti subordinati, se clienti, delle quattro banche finite in risoluzione, più le misure, già rimandate, per accelerare il recupero dei crediti.

LA PROVINCIA DI SONDRIO mercoledì 13 aprile 2016

«Il Fondo Atlante rappresenta una risposta a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione e iniziare ad affrontare il problema delle sofferenze» Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi

Fondo per le banche I due istituti locali al tavolo nazionale – Dote di miliardi. Creval e Bps convocati al ministero per il varo del “Piano Atlante” sostegno del settore E per la Valle ruolo importante nella riforma del credito

SONDRIO. Due banche valtellinesi, due rappresentanti del sistema economico locale al tavolo nazionale del credito per salvare gli istituti in difficoltà e acquistare i crediti in sofferenza. Si chiama Atlante, come il Titano che reggeva sulle spalle il peso della volta celeste, il fondo promosso lunedì dal governo con risorse private per il settore bancario e lanciato dalla Sgr Quaestio di Alessandro Penati, Cariplo e aperto ad altri investitori per fare da rete di sicurezza agli aumenti di capitale e risolvere il problema delle sofferenze. Le risorse del mercato Una operazione che, come afferma il premier Matteo Renzi, vede il mercato «che affronta i problemi con risorse proprie senza chiedere soldi pubblici». Il fondo, che secondo alcune fonti avrà una dotazione di 5 miliardi di euro aumentabili fino a 6 miliardi, ha infatti, come sottolinea Queastio, «raggiunto un importante numero di adesioni». Il ministro Pier Carlo Padoan Fondo per le banche I due istituti locali al tavolo nazionale Dote di miliardi. Creval e Bps convocati al ministero per il varo del “Piano Atlante” sostegno del settore. Il nuovo passo avanti è arrivato nel pomeriggio di lunedì dopo un vertice tenuto al Mef con gli amministratori delegati delle principali banche italiane, tra i quali l’ad del Credito Valtellinese, Miro Fiordi, e il consigliere delegato della Banca Popolare di Sondrio, Mario Alberto Pedranzini. Nella riunione i dettagli del meccanismo sono stati illustrati verbalmente in un clima definito positivo e che, come hanno spiegato i partecipanti, dà fiducia sul successo dell’operazione Certo la riunione è stata “interlocutoria”, anche perché la documentazione scritta lunedì è stata portata ieri alle banche in modo che i manager potessero poi portare il dossier ai rispettivi consigli di amministrazione. Lo stesso governo comunque, annunciano Renzi e il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, agevolerà ancor più la nascita del fondo non con un aiuto pubblico (per non cadere sotto la scure della Ue) ma con norme «di accompagnamento», in modo da velocizzare il recupero crediti, inserendole nel dl banche che affronterà anche il tema indennizzi. Saranno così varate misure per rendere più semplici e veloci le procedure concorsuali, in modo da ridurre e rendere più prevedibili e rapidi i tempi di rientro. Bruxelles, visto che il fondo poggerà su risorse private, non richiederà un’autorizzazione preventiva, ma appunto esaminerà con attenzione i dettagli del meccanismo per vedere se vi sia violazione della normativa sugli aiuti di Stato. L’incontro romano Nella sede di Via XX Settembre quindi sono arrivati, in tempi diversi, gli ad di Unicredit e Intesa Sanpaolo, mentre verso le 18 è stato il turno di una folta pattuglia di capiazienda delle altre banche: Bnl, Bper, Banco Popolare, Bpm, Creval, Credem e Popolare Sondrio, molti dei quali ignoravano i dettagli del nuovo meccanismo sia sul fronte del prezzo delle quote che sul valore delle sofferenze oltre che sull’impatto sul proprio capitale di una eventuale partecipazione all’operazione. La riunione sembrerebbe aver chiarito questi interrogativi. Del resto, senza un intervento celere, l’adesione deve avvenire entro e non oltre il 28 aprile, «vi sarebbe un rischio concreto che le operazioni di Bp Vicenza e Veneto Banca non trovino pieno riscontro sul mercato, portando, in caso di mancato intervento dei consorzi di garanzia, all’assoggettamento delle banche interessate a una proceduta regolamentare di resolution e conseguente bail-in. Queste le parole dei promotori del fondo Atlante nella bozza preliminare del progetto. L’adesione al fondo deve avvenire entro e non oltre il 28 aprile

IL TIRRENO (ED. EMPOLI, PONTEDERA E PISA – CECINA E ROSIGNANO) mercoledì 13 aprile 2016

Crv, i sindacati vanno all’attacco – «Trattative interrotte per volontà della banca. Cercavamo una conciliazione, invece il 15 scioperiamo»

VOLTERRA. «Il giorno dello sciopero, 15 aprile, la banca non faccia come in passato. Non sostituisca con altri i lavoratori che si astengono dal lavoro». L’avviso quasi un ultimatum. arriva dai sindacati che si sono ritrovati in Piazza dei Priori per parlare delle questioni che ruotano intorno alla Cassa di risparmio di Volterra: i rappresentanti provinciali e locali di Cgil, Cisl e Fabi hanno spiegato le ragioni dei dipendenti della CrV Giudizio unisono da tutti i rappresentanti: «No al muro contro muro. Non cerchiamo un contratto acquisitivo: vogliamo sederci a un tavolo di trattativa da pari a pari. Le regole del gioco non possono essere scritte da un solo soggetto, in questo caso l’azienda Preoccupazione anche per la mancanza di trasparenza che da tempo l’istituto di credito ha nei confronti delle organizzazioni sindacali. «Non sappiamo niente sulle future strategie e il suo sviluppo futuro. Non ci hanno mai convocato per spiegarcele. Non abbiamo notizie di un piano di rilancio. Poi con decisione unilaterale sono previsti tagli pesanti alle tutele dei lavoratori, come quelle sui trasferimenti. Vengono mantenuti privilegi per gli alti gradi, ma vengono tagliati quelli per le aree impiegatizie. Si vuol dividere i lavoratori. Se c’è un momento di difficoltà, come sindacati lo comprendiamo, ma se ci si deve sacrificare questo valga per tutti, partendo da chi può dare di più». Questi i problemi che hanno determinato la mobilitazione. Le trattative sono state interrotte per «motivi non giustificabili da parte dell’azienda Stavamo facendo un tentativo di conciliazione: c’erano degli incontri in calendario. Ma già il primo è saltato perché la partenza erano i punti che l’azienda aveva imposto già. Ripeto in maniera unilaterale. Vogliamo trattare, basta che il direttore generale passi dalle parole ai fatti, dando concretezza a quello dichiarato fino a oggi alla stampa». I sindacati sottolineano che «Aspettiamo risposte dal presidente della banca. Intanto ci poniamo delle domande: non si capisce come mai in questi ultimi tempi le assunzioni si basino sui pensionati per ruoli importanti. Alla Fondazione chiediamo cosa voglia fare, sul piano industriale nei prossimi anni. Siamo consapevoli che la Cassa contribuisce allo sviluppo del territorio: che è anche produrre cultura delle relazioni rispettose dei diritti e dei doveri di ciascuno». Leonardo Dell’Aiuto

MF DOW JONES NEWS martedì 12 aprile 2016

Banche: Fabi; bene Fondo Atlante, ora interventi radicali

ROMA (MF-DJ)–“Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo sul Fondo Atlante perchè rappresenta comunque una risposta, per quanto iniziale, a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione di alcune banche in difficoltà, completando il rafforzamento patrimoniale di un settore bancario nel suo complesso solido, e iniziare ad affrontare il problema delle sofferenze, liberando così risorse nei bilanci delle banche per indirizzarle al sostegno creditizio di famiglie e imprese. Auspichiamo interventi radicali e non temporanei”.

Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Per quanto attiene al sistema degli ammortizzatori sociali del settore bancario, le parti (Abi e sindacati) li hanno costantemente rafforzati, a partire dal Fondo di Solidarietà, che ha permesso a circa 68mila lavoratori bancari di essere volontariamente prepensionati e a migliaia di altri di aver goduto di processi di riconversione professionale ‘permanenti’ in condizione di assoluto equilibrio sociale”, spiega.

“Il nostro sistema di ammortizzatori sociali è, pertanto, in grado di affrontare con successo anche ‘la terza generazione’ di fusioni e concentrazioni, senz’aggravio alcuno per le pubbliche finanze. Non si comprendono, quindi, le ragioni di fumose e inutili richieste d’ipotetici interventi sul personale bancario che ieri i rappresentanti di un ente pubblico, presenti al summit del Ministero dell’Economia, hanno avanzato al Presidente del Consiglio. Per questo chiediamo al Premier Matteo Renzi di difendere, insieme alle organizzazioni sindacali, i posti di lavoro nelle banche e siamo sicuri che i lavoratori bancari se lo ricorderanno”, conclude. pev (fine)

ADNKRONOS LABITALIA martedì 12 aprile 2016

BANCHE: FABI, BENE FONDO ATLANTE =

   Roma, 12 apr. (Adnkronos/Labitalia) – ”Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo sul Fondo Atlante perché rappresenta comunque una risposta, per quanto iniziale, a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione di alcune banche in difficoltà, completando il rafforzamento patrimoniale di un settore bancario nel suo complesso solido, e iniziare ad affrontare il

problema delle sofferenze, liberando così risorse nei bilanci delle banche per indirizzarle al sostegno creditizio di famiglie e imprese. Auspichiamo interventi radicali e non temporanei ”. Lo dichiara Lando

Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.

   ”Per quanto attiene al sistema degli ammortizzatori sociali del settore bancario, le parti (Abi e sindacati) li hanno costantemente

rafforzati, a partire dal Fondo di Solidarietà, che ha permesso a circa 68mila lavoratori bancari di essere volontariamente prepensionati e a migliaia di altri di aver goduto di processi di riconversione professionale ”permanenti” in condizione di assoluto equilibrio sociale. Il nostro sistema di ammortizzatori sociali è, pertanto, in grado di affrontare con successo anche ”la terza generazione” di fusioni e concentrazioni, senz’aggravio alcuno per le pubbliche finanze. Non si comprendono, quindi, le ragioni di fumose e inutili richieste d’ipotetici interventi sul personale bancario che ieri i rappresentanti di un ente pubblico, presenti al summit del Ministero dell’Economia, hanno avanzato al Presidente del Consiglio”, aggiunge Sileoni.

   “Per questo chiediamo al nostro Premier Matteo Renzi di difendere, insieme alle organizzazioni sindacali, i posti di lavoro nelle banche e siamo sicuri che i lavoratori bancari se lo ricorderanno”, conclude.

ANSA martedì 12 aprile 2016

Banche: Sileoni, bene primo passo Atlante, ora tutela lavoro – Servono interventi radicali non temporanei

     (ANSA) – ROMA, 12 APR – “Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo sul Fondo Atlante perché rappresenta comunque una risposta, per quanto iniziale, a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione di alcune banche in difficoltà, completando il rafforzamento patrimoniale di un settore bancario nel suo complesso solido, e iniziare ad affrontare il problema delle sofferenze, liberando così risorse nei bilanci delle banche per indirizzarle al sostegno creditizio di famiglie e imprese. Auspichiamo interventi radicali e non temporanei”. E’ quanto scrive in una nota, Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari.

“Per quanto attiene al sistema degli ammortizzatori sociali del settore bancario, le parti (Abi e sindacati) li hanno costantemente rafforzati, a partire dal Fondo di Solidarietà, che ha permesso a circa 68mila lavoratori bancari di essere volontariamente prepensionati e a migliaia di altri di aver goduto di processi di riconversione professionale “permanenti” in condizione di assoluto equilibrio sociale. Il nostro sistema di ammortizzatori sociali è, pertanto, in grado di affrontare con successo anche “la terza generazione” di fusioni e concentrazioni, senz’aggravio alcuno per le pubbliche finanze.

Non si comprendono, quindi, le ragioni di fumose e inutili richieste d’ipotetici interventi sul personale bancario che ieri i rappresentanti di un ente pubblico, presenti al summit del Ministero dell’Economia, hanno avanzato al Presidente del Consiglio”.

Per questo – conclude la nota- chiediamo al nostro Premier Matteo Renzi di difendere, insieme alle organizzazioni sindacali, i posti di lavoro nelle banche e siamo sicuri che i lavoratori bancari se lo ricorderanno”.

CORRIERE DELLA SERA/FLASHNEWS 24 martedì 12 aprile 2016

Banche: Sileoni (Fabi), ok Fondo Atlante ma Governo tuteli posti di lavoro

18:48 (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 12 apr – Disco verde della Fabi sul Fondo Atlante creato per risolvere i problemi delle banche in crisi ma il Governo difenda i posti di lavoro del settore bancario. ‘Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo sul Fondo Atlante – dice il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni – perchè rappresenta comunque una risposta, per quanto iniziale, a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione di alcune banche in difficoltà, completando il rafforzamento patrimoniale di un settore bancario nel suo complesso solido, e iniziare ad affrontare il problema delle sofferenze, liberando cosi’ risorse nei bilanci delle banche per indirizzarle al sostegno creditizio di famiglie e imprese. Auspichiamo interventi radicali e non temporanei ‘. Il sistema di ammortizzatori sociali messo a punto per il settore bancario, secondo Sileoni, ” è in grado di affrontare con successo anche ‘la terza generazione’ di fusioni e concentrazioni, senz’aggravio alcuno per le pubbliche finanze. Non si comprendono, quindi, le ragioni di fumose e inutili richieste d’ipotetici interventi sul personale bancario che ieri i rappresentanti di un ente pubblico, presenti al summit del Ministero dell’Economia, hanno avanzato al Presidente del Consiglio. Per questo chiediamo al nostro Premier Matteo Renzi di difendere, insieme alle organizzazioni sindacali, i posti di lavoro nelle banche e siamo sicuri che i lavoratori bancari se lo ricorderanno’. Com-Tri (RADIOCOR) 12-04-16 18:48:05 (0665) 5

RADIOCOR martedì 12 aprile 2016 – 18:48

FABI, ok Fondo Atlante ma Governo tuteli posti di lavoro FIN

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 12 apr – Disco verde della Fabi sul Fondo Atlante creato per risolvere i problemi delle banche in crisi ma il Governo difenda i posti di lavoro del settore bancario. ‘Esprimiamo un giudizio complessivamente positivo sul Fondo Atlante – dice il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni – perchè rappresenta comunque una risposta, per quanto iniziale, a due esigenze fondamentali: sostenere i processi di ricapitalizzazione di alcune banche in difficoltà,

completando il rafforzamento patrimoniale di un settore bancario nel suo complesso solido, e iniziare ad affrontare il problema delle sofferenze, liberando così risorse nei bilanci delle banche per indirizzarle al sostegno creditizio di famiglie e imprese. Auspichiamo interventi radicali e non temporanei ‘. Il sistema di ammortizzatori sociali messo a punto per il settore bancario, secondo Sileoni, ” è in grado di affrontare con successo anche ‘la terza generazione’ di fusioni e concentrazioni, senz’aggravio alcuno per le pubbliche finanze. Non si comprendono, quindi, le ragioni di fumose e inutili richieste d’ipotetici interventi sul personale bancario che ieri i rappresentanti di un ente pubblico, presenti al summit del Ministero dell’Economia, hanno avanzato al Presidente del Consiglio

Per questo chiediamo al nostro Premier Matteo Renzi di difendere, insieme alle organizzazioni sindacali, i posti di lavoro nelle banche e siamo sicuri che i lavoratori bancari se lo ricorderanno’. Com-Tri (RADIOCOR) 12-04-16 18:48:05 (0665) 5 NNNN

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