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ASSEMBLEA ABI, IL COMMENTO DI SILEONI SULLA STAMPA

di Redazione
Plauso del Segretario Generale della FABI alla relazione di Antonio Patuelli: “Per la prima volta un Presidente che si indigna di fronte a cattive gestioni”. Leggi gli articoli su stampa nazionale, locale e siti finanziari ed economici
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Corriere della Sera 13/07/2017

«Banche, i responsabili paghino ma no alla caccia alle streghe»

ROMA Un’operazione trasparenza. È a poco più di metà del suo intervento per la relazione annuale che il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, affila i concetti per rimarcare la necessità di alzare il velo sui responsabili dei dissesti bancari. «Per voltare pagina con la crisi occorre fare luce su tutti gli aspetti meritevoli di inchieste», rimarca il numero uno dell’Associazione bancaria. Fatta la premessa che l’Abi non è una «corporazione» Patuelli inizia l’affondo, poggiandolo sulla «indignazione per diversi elementi emersi sulle banche che sono andate in crisi e attendiamo gli esiti dei processi». La richiesta di maggiore «trasparenza» serve a teorizzare «un maggiore clima di fiducia». Un fattore chiave per traghettare il sistema bancario fuori dalla crisi e dagli innumerevoli danni reputazionali che lo hanno colpito. Per questo Patuelli fa appello a categorie come l’etica, l’intransigenza morale e l’impegno, per poi aggiungere: «Attendiamo gli esiti dei processi verso ogni tipologia di esponenti aziendali e verso le possibili connivenze con i clienti. Debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti responsabili delle crisi bancarie, senza clima da caccia alle streghe». Parole che intercettano il plauso dei sindacati bancari. «Per la prima volta un presidente si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni, chiedendo a gran voce processi e procedimenti giudiziari», sottolinea Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi. Dall’analisi di Patuelli emerge la percezione di una nuova stagione sul versante bancario europeo, «si discute apertamente di ipotesi di bad bank europea, mentre sui crediti deteriorati vi sono meno dogmi e più pragmatiche linee guida». Sul fronte dell’Unione bancaria il presidente dell’Abi chiede una revisione per «correggere strutturalmente i processi decisionali europei, le inammissibili e incostituzionali retroattività, le forzature come le svalutazioni imposte alle 4 banche oggetto di risoluzione». Nella relazione viene, infine, ricordato che «ne12oi6 gli sportelli in Italia si sono ridotti di 1231 unità» e che nel 2018 le aggregazioni del settore porteranno a quota u5 il numero dei gruppi bancari. Andrea Ducci

 

Eco di Bergamo 13/07/2017

Visco vede la ripresa «Spariti i rischi sistemici»

L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema» del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due Venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il «padrone» di casa, Antonio Patuelli, ripete quasi le stesse parole: «I rischi sistemici sono stati eliminati». Poi parte con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da “caccia alle streghe”». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi, Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente, come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea Certo, per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere «volontaria» e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%.

 

Gazzetta del Mezzogiorno 13/07/2017

Patuelli: banche, eliminati i rischi sistemici – Banche, Patuelli ottimista «Eliminati rischi sistemici»

ROMA. L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema» del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il ‘padrone’ di casa Antonio Patuelli ripete quasi le stesse parole: «i rischi sistemici» sono stati eliminati, per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da ‘caccia alle streghe’». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza. Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere ‘volontaria’ e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21 % offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%. Si vedrà se si andrà avanti. Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno, spiega Visco, proseguire nelle aggregazioni, nella razionalizzazione della rete di filiali e dei dipendenti raccogliendo la sfida tecnologica dove alcuni stanno restando indietro. Per tutto questo serve «una pausa nel cambiamento delle regole». L’Europa come ha sottolineato anche Padoan ha mostrato « flessibilità» nella gestione della crisi italiana (con diversi malumori in alcuni paesi) e Patuelli pure riconosce l’arrivo di «aria nuova» sebbene le regole hanno portato «traumi e costi eccessivi» quando prima sotto la guida di Banca d’Italia non ci sono stati danni per i risparmiatori. Il presidente dell’Abi non deflette dal suo europeismo e dalla difesa della moneta unica senza la quale saremmo come in «Sudamerica» ma le regole non sono «tavole di Mosè» non criticabili. Per questo sia il governatore che l’Abi chiedono una riflessione sull’arrivo di nuove regole che provoca incertezza. Il comparto, con alcune notevoli eccezioni chiaro, deve ancora fare molto «per generare utili adeguati» (fino a ora mangiati’ dalla svalutazioni sui prestiti e sostenere livelli di patrimonio» richiesti dalla regole. Andrea D’Ortenzio

 

Giornale 13/07/2017

Padoan: «Banche alla svolta» E Bruxelles «grazia» l’Italia –

Gian Maria De Francesco Roma L’ economia ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici hanno salvato l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando i rischi della tenuta del sistema» del credito, come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. L’assemblea dell’Abi, la Confindustria delle banche, ieri si è svolta in un clima di sollievo generale: la messa in sicurezza delle banche venete e del Monte dei Paschi consente di guardare con maggiore serenità al futuro. Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha sottolineato che «il peggio è alle spalle», mentre il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha ribadito che «i rischi sistemici sono stati eliminati». Nel pomeriggio, infatti, Via XX Settembre ha ricevuto un’altra buona notizia da Bruxelles: il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis e il commissario agli Affari economici Moscovici hanno accettato la proposta di Padoan di effettuare una correzione del deficit di 0,3 punti di Pil nel 2018 anziché dello 0,8%, come previsto dal Fiscal Compact, pur rimarcando la duplice esigenza «di sostenere la ripresa e garantire la sostenibilità dei conti pubblici». Insomma, non saranno tollerate mance e bonus a pioggia ma i circa 8,5 miliardi di flessibilità concessi dovranno essere utilizzati per consentire all’Italia di beneficiare del ciclo macroeconomico positivo stante la prosecuzione del percorso di riduzione del debito. Si tratta delle due circostanze evidenziate dallo stesso Padoan nel suo intervento. «Bisogna valutare con attenzione come utilizzare lo spazio fiscale soprattutto se limitato: non tutti i tagli di tasse hanno lo stesso effetto», ha chiosato aggiungendo che «la via maestra per abbattere il debito sia più crescita», ma che «lo sforzo riformatore è fondamentale» perché «la revisione della spesa ha consentito di finanziare misure espansive». Una sottolineatura macroeconomica strettamente collegata allo status del sistema bancario italiano: se il flusso delle sofferenze sta progressivamente diminuendo, è perché le imprese ora sono maggiormente in grado di onorare i propri debiti. Non è mancata una puntualizzazione circa «il pieno rispetto delle regole europee» nelle operazioni di salvataggio, come riconosciuto sia dall’Eurogruppo che dall’Ecofin. I discorsi dei tre oratori (Visco, Padoan e Patuelli) ieri avevano un minimo comun denominatore: il Paese deve proseguire nel percorso di riforme. Quasi un caveat a chi dalle parti di Largo del Nazareno vorrebbe imporre una pausa al cammino fin qui tenuto. Ci vuole «impegno da parte di tutti, lungimiranza e interventi volti a lenire i costi della transizione», ha detto Visco invitando «le banche a recuperare un livello adeguato di redditività». Tra le varie sottolineature del governatore la richiesta di «una pausa nel processo di cambiamento delle regole» di patrimonializzazione delle banche (Basilea 3 più i nuovi “cuscinetti” di capitale per attutire le perdite su crediti) allo scopo di evitare un aumento dell’incertezza. A questo scopo ha invitato le nascenti holding del credito cooperativo, Iccrea e Ccb, a «prepararsi per tempo» al comprehensive assessment della Bce e ha ripetuto ancora una volta che nel prossimo futuro bisognerà evitare casi come quelli delle venete e di Mps, preparando «l’uscita dal mercato» dei soggetti più deboli «con aggregazioni o cessioni». Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo (che ha rilevato gli asset sani di Pop Vicenza e di Veneto Banca) ha ricordato «l’operazione che ha consentito di salvare 50 miliardi di risparmio, di tutelare due milioni di famiglie, 200mila imprese e 10mila famiglie che potevano essere in difficoltà» senza compromettere la solidità del gruppo. Il presidente dell’Abi Patuelli, che ha sollecitato la magistratura ad «accertare e perseguire tempestivamente tutti i responsabili delle crisi», ha ricevuto il plauso del sindacato. «E’ l’unico presidente che negli ultimi dieci anni ha condiviso la difesa dei posti di lavoro», ha commentato Sileoni della Fabi.

 

Giornale di Brescia 13/07/2017

Visco: l’emergenza bancaria è finita, ci sono le condizioni per la ripresa –

ROMA. L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il «padrone» di casa Antonio Patuelli ripete quasi le stesse parole: «i rischi sistemici» sono stati eliminati, ci sono le condizioni per la ripresa, per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «siamo indignati e attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da ‘caccia alle streghe». Parole nette che non a caso raccolgono fl plauso del segretario Fabi Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza. Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere «volontaria» e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%. Si vedrà se si andrà avanti. Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno, spiega Visco, proseguire nelle aggregazioni, nella razionalizzazione della rete di filiali.

 

Giorno – Carlino – Nazione 13/07/2017

E sulle crisi l’Abi picchia duro «I responsabili devono pagare» –

Claudia Marin • ROMA IL GOVERNATORE della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, parla di rischi di tenuta del sistema del credito «dissipati». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, di «svolta». Ma, proprio a ridosso della messa in sicurezza di Monte dei Paschi e delle due banche venete, il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, sceglie l’assemblea dei banchieri per andare oltre. E COSÌ non solo insiste sulla eliminazione dei «rischi sistemici» con l’intervento pubblico, ma non esita a lanciare un vero monito contro i suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi. «Siamo indignati — scandisce — e attendiamo gli esiti dei processi. Debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, sera clima da caccia alle streghe». Un avviso netto che, non a caso, raccoglie il plauso non solo della platea, ma anche dei leader sindacali delle più rappresentative sigle del settore (Fabi, First-Cisl e Uilca). QUELLA di ieri, dunque, è stata l’assemblea del rilancio della fiducia sul sistema bancario dopo i recenti pericoli considerati allo stato scampati. Ma se il disastro è stato evitato, la situazione non è priva di ombre. Per Visco, comunque, le banche che restano in difficoltà sono di piccole dimensioni: la stessa Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 2021ordi e 76 netti. E, dunque, oltre alle operazioni in corso, sarebbe utile quella società di gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto: con adesione volontaria e acquisto degli Npl, i crediti deteriorati, al loro valore reale. Il tutto accompagnato da un’accresciuta capacità degli stessi istituti di valorizzare questi crediti e di proseguire nelle aggregazioni. IL PRESIDENTE Patuelli raccoglie le considerazioni del governatore e, a sua volta, punta dritto su taluni punti fermi. Così sottolinea che con le misure previste dai provvedimenti del governo si «è intrapresa una svolta rispetto alle risoluzioni, per la stabilità delle banche e la fiducia verso il risparmio investito nel mondo bancario e produttivo con interventi pubblici complessivamente molto più limitati di quelli degli altri Paesi europei». MENTRE proprio le regole dell’Unione bancaria europea «nascente hanno portato traumi e costi eccessivi» per le crisi. Mentre, «dopo la privatizzazione delle banche pubbliche, in Italia, le crisi bancarie sono state affrontate per anni sotto la guida della Banca d’Italia, senza infliggere traumi ai risparmiatori e alle banche concorrenti». E anche se oggi «avvertiamo un’aria parzialmente nuova e più costruttiva nell’Europa bancaria», va comunque messo in rilievo che «gli stress test debbono prevenire e non creare o accentuare le crisi bancarie». «Le critiche giuridiche a queste regole — insiste — debbono essere colte, non trattandosi delle Tavole di Mosè né di norme costituzionali». INTANTO, il presidente dei banchieri non deflette minimamente dal suo europeismo e dalla difesa della moneta unica: «Non condividiamo la demonizzazione preconcetta dell’Euro: senza la moneta unica in Italia non esisterebbero tassi così bassi da quasi vent’anni». E, anzi, «si finirebbe nelle cattive abitudini sudamericane, invece che fra le migliori democrazie occidentali».

 

Messaggero 13/07/2017

Visco: «L’emergenza bancaria è finita» –

ROMA Con la ripresa dell’economia che «si è rafforzata» non c’è più emergenza bancaria. Dopo la soluzione della crisi di Mps e il salvataggio delle due banche venete, «altri casi di difficoltà riguardano banche di dimensione contenuta». All’assemblea Abi, Ignazio Visco ripercorre tutte le tappe del calvario dei mesi scorsi delle due banche. «La soluzione delle situazioni aziendali dissestate e la ripresa economica stanno dissipando i rischi sulla tenuta del sistema», ha detto il governatore davanti alla platea di banchieri. «Il peggio è alle spalle. Siamo a un punto di svolta che trae origine dalla ripresa economica, senza dimenticare il ruolo cruciale delle riforme», aggiunge il Ministro Pier Carlo Padoan. SCARSO COORDINAMENTO «La gestione delle crisi bancarie – prosegue Visco – è oggi affidata a una molteplicità di autorità e istituzioni indipendenti; manca un’efficace azione di coordinamento che definisca le priorità e guidi l’utilizzo dei margini di discrezionalità che la normativa riconosce. Lo testimoniano anche le difficoltà emerse nell’individuare una soluzione per la crisi delle banche venete. Occorre inoltre stabilire precise modalità con cui dare conto delle decisioni prese». «I costi di una liquidazione pura e semplice (cosiddetta atomistica), l’unica alternativa disponibile una volta esclusa la ricapitalizzazione precauzionale, sarebbero stati molto più elevati per la clientela per il sistema bancario, per lo stesso Stato» ha proseguito Visco. «Neanche la strada della ricapitalizzazione precauzionale è risultata percorribile per la mancanza di risorse private sufficienti a coprire perdite cosiddette probabili nel futuro prossimo». Dal fronte caldo delle sofferenze arrivano segnali positivi, «il flusso di nuovi crediti deteriorati si è ridotto sui livelli di prima della crisi. Nel primo trimestre, il flusso di nuovi crediti deteriorati si è attestato al 2,4% del complesso dei finanziamenti». Alla fine di marzo la loro incidenza sul totale dei prestiti era «scesa al 9,2%, dal picco dell’ll,4% raggiunto nella seconda metà del 2015». «Il giudizio dei mercati sulle prospettive delle banche italiane è migliorato negli ultimi mesi». Tuttavia «rimane molto da fare – continua Visco – per raggiungere una configurazione del settore in cui le banche siano in grado di generare utili adeguati. In Italia il calo degli utili del settore bancario è stato particolarmente pronunciato; il rendimento del capitale, attorno al 10 per cento alla meta dello scorso decennio, è stato pressoché nullo negli ultimi cinque esercizi». Le autorità europee, nelle riunioni di Eurogruppo ed Ecofin dei giorni scorsi, hanno confermato che le operazioni su Mps e venete «si sono svolte nel pieno rispetto delle regole Ue che hanno mostrato un elevato grado di flessibilità maggiore di quanto si potesse pensare», ha rivendicato Padoan. A guardare oltre le crisi, dal palco dell’assemblea annuale dell’Abi, era stato poco prima anche il presidente, Antonio Patuelli. «Per voltare definitivamente pagina» ci sono almeno altre due sfide da affrontare. Quella in Europa, dove vanno «corrette» norme e «procedure decisionali» se si vuole evitare che «le risoluzioni aggravino i problemi». Ma un’altra sfida spetta a chi ha “strumenti di inchiesta”. Patuelli pensa alla magistratura e alla Commissione di inchiesta sulle crisi bancarie. Perchè l’Abi non può controllare le banche, puntualizza il presidente, ma esprimere tutta la sua «indignazione per alcuni aspetti delle banche in crisi», questo sì, può farlo. Dunque, «occorre fare piena luce su tutti gli aspetti meritevoli di inchieste». E ancora, puntualizza Patuelli «attendiamo gli esiti dei processi. Debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi bancarie». Seppure «senza clima da caccia alle streghe». Del resto, «più trasparenza sulle crisi bancarie, fa notare il presidente, «è anche premessa per un maggiore clima di fiducia». Bene l’intervento del governo, «ha eliminato i rischi sistemici dal mondo bancario italiano», dice il presidente. Che non perde l’occasione di sottolineare gli interventi ben più pesanti fatti all’estero. E poi ancora, è necessario «correggere strutturalmente i processi decisionali europei» e ritoccare norme Ue «per evitare che le risoluzioni aggravino i problemi». Attenzione poi a bocciare l’euro, avverte Patuelli: «Si finirebbe nelle cattive abitudini sudamericane». «Nella sua relazione Patuelli ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese», è il commento di Lando Sileoni, leader della Fabi. r. dim.

 

Messaggero Veneto 13/07/2017

Il presidente dei banchieri: a processo chi ha sbagliato –

ROMA L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema del credito. L’assemblea dell’Abi di ieri cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due Popolari venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il presidente dell’Abi Antonio Patuelli ripete le stesse parole: «I rischi sistemici sono stati eliminati», per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati e attendiamo gli esiti dei processi; debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da caccia alle streghe». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti, mentre sul fronte politico il forzista Renato Brunetta attacca il Capo dello Stato «che non ha ancora firmato la promulgazione della legge sulla commissione d’inchiesta». Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano dalle ispezioni della Vigilanza. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e Carige è avviata verso il risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 miliardi lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella societa gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofm ha aperto. Per Visco dovrà essere volontaria e acquistare i crediti deteriorati vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma al 40%. Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno, spiega Visco, proseguire nelle aggregazioni e razionalizzazione della rete di filiali e dei dipendenti raccogliendo la sfida tecnologica dove alcuni stanno restando indietro. Per tutto questo serve «una pausa nel cambiamento delle regole». L’Europa come ha sottolineato Padoan ha mostrato «flessibilità» nella gestione della crisi italiana (con diversi malumori in alcuni Paesi) e Patuelli pure riconosce l’arrivo di «aria nuova sebbene le regole hanno portato «traumi e costi eccessivi» quando prima sotto la guida di Banca d’Italia non ci sono stati dannier i risparmiatori. Il presidente dell’Abi non deflette dalla difesa della moneta unica senza la quale saremmo come in «Sudamerica» ma le regole non sono «tavole di Mosè». Per questo sia il governatore che l’Abi chiedono una riflessione sull’arrivo di nuove regole che provoca incertezza. Il comparto deve ancora fare molto «per generare utili adeguati» “mangiati” dalla svalutazioni sui prestiti e sostenere livelli di patrimonio» richiesti dalla Bce.

 

Mf 13/07/2017

Abi, trattiamo noi con Bruxelles – Abi, la capitale non è solo Roma

ANTONIO SATTA Gli uffici che l’Abi già mantiene aperti a Milano e a Bruxelles diventeranno a tutti gli effetti sedi dell’Associazione Bancaria Italiana, anche in collaborazione con la Febaf, la federazione che riunisce le banche, le assicurazioni e gli altri soggetti del mondo finanziario. La notizia, inserita nella parte finale della relazione di Antonio Patuelli all’annuale assemblea dell’Abi che si è riunita ieri a Roma, rivela molto della svolta imposta dal presidente all’Associazione. Le banche cambiano volto e anche l’Abi si adegua per rappresentare questa realtà in divenire non solo a Roma ma anche nelle altre capitali della finanza. «Bruxelles è anche una nostra capitale», ha detto infatti Patuelli. Un centro del potere da cui sono derivate negli ultimi tempi più ostacoli che aiuti alle banche italiane (ne parla diffusamente Angelo De Mattia nel commento pubblicato in pagina), ma con il quale l’Abi ha deciso di interloquire direttamente (e in questo c’è un’implicita critica al governo nazionale, che sui temi bancari a Bruxelles difficilmente ha battuto i pugni sul tavolo). Non è un caso se Patuelli ha citato direttamente i presidenti dell’Europarlamento Antonio Tajani e della Commissione Economica Roberto Gualtieri «fra i principali artefici di importanti documenti istituzionali ben orientati a un’equilibrata Unione, a cominciare da tematiche emblematiche come il minor assorbimento patrimoniale per i prestiti alle pmi». Due interlocutori con i quali Patuelli e i suoi si confrontano direttamente. Se le banche sono, come ricorda sempre il presidente, aziende private tutte in concorrenza fra loro, l’Abi non può essere né il partito né il sindacato dei banchieri, ma un’associazione che si preoccupa soprattutto che il campo di gioco sia uguale per tutti (e così anche le regole), soprattutto se il campo non ha più confini nazionali e le regole non vengono più decise a Roma. Ma la trasformazione, come già detto, è soprattutto interna agli istituti. «Tutto si muove nel mondo bancario», ha ricordato Patuelli, aggiungendo che «le tristi e inevitabili chiusure di tanti sportelli, coli come le aperture di uffici finanziari variamente denominati, non evidenziano rassegnazione». Nel 2016 gli sportelli sono calati di 1.231 unità e scenderanno ancora, mentre «le riforme e le aggregazioni in Italia porteranno, a inizio 2018, a un numero molto basso, in assoluto e rispetto alle medie europee, di circa 115 gruppi bancari e banche singole indipendenti, oltre alle succursali di banche estere». Tale profondo processo di trasformazione prevede anche una riconversione delle professionalità. Non è un caso che proprio in apertura di discorso Patuelli abbia lanciato un segnale ai sindacati, dicendo che anche nei nuovi istituti supertecnologici l’intelligenza artificiale non prenderà il posto di quella umana, «gli algoritmi debbono essere guidati dalle persone e non schiacciarle». E poi, più avanti, ha invitato i sindacati a un confronto anticipato sul nuovo contratto di lavoro «su nuove forme di professionalità, aperti anche al confronto con le connessioni col mondo finanziario in genere, assicurativo e pure con quello ibrido delle Poste». II messaggio è arrivato a destinazione, come dimostra la dichiarazione del segretario della Fabi (il principale sindacato dei bancari) Lando Maria Sileoni, che, dopo aver definito Patuelli «l’unico dei presidente Abi degli ultimi dieci anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro», si è spinto fino ad augurarsi «una conferma del presidente alla guida dell’ Abi anche per il prossimo mandato». Quanto al governo, c’è il riconoscimento che con i decreti sono stati eliminati «i rischi sistemici dal mondo bancario italiano», ma c’è anche un richiamo nascosto tra le righe. L’ Abi, ha detto infatti Patuelli, vuole che sia fatta piena luce «su tutti gli aspetti meritevoli d’inchieste», esprime «indignazione per diversi elementi emersi sulle banche che sono andate in crisi» e attende «gli esiti dei processi», rispettando la magistratura e anche la «costituenda commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie», ma crede anche che in questo quadro «i rapporti quadrimestrali del ministero dell’Economia, disposti dalla legge 17 febbraio 2017, favoriranno la trasparenza nell’analisi delle crisi bancarie». Peccato che dal febbraio scorso siano passati più di quattro mesi ma del primo rapporto ancora non c’è traccia. Temi sui quali Padoan non è entrato. II peggio, ha detto, è ormai alle spalle e la svolta è cominciata con la ripresa dell’economia, ma hanno «svolto un ruolo cruciale anche le riforme, non soltanto quelle strutturali del settore ma anche le innovazioni introdotte nelle procedure di insolvenza e nel recupero crediti, così come gli strumenti specifici per accompagnare questa fase di transizione, a partire dalle garanzie per la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza». (riproduzione riservata)

 

Nuova Sardegna 13/07/2017

Visco esclude altri rischi Venete, Abi «indignata»

di Andrea D’Ortenzio ROMA L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di svolta e il padrone di casa Antonio Patuelli ripete quasi le stesse parole: «I rischi sistemici» sono stati eliminati, per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da caccia alle streghe». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario del Fabi Lando Sileoni, di quello del First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Matteo Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo, Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza. Se il disastro generale è stato evitato, la situazione è però tutt’altro che rosea. PerVisco, le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale Ecofin ha aperto.

 

Prealpina 13/07/2017

Visco: «Ripresa anche con i salvataggi delle banche» – …

ROMA – L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di svolta e il padrone di casa Antonio Patuelli ripete quasi le stesse parole: «i rischi sistemici» sono stati eliminati, per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi, debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da caccia alle streghe». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza. Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere volontaria e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico», quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%. Si vedrà se si andrà avanti. Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno, spiega Visco, proseguire nelle aggregazioni, nella razionalizzazione della rete di filiali e dei dipendenti raccogliendo la sfida tecnologica dove alcuni stanno restando indietro. Per tutto questo serve «una pausa nel cambiamento delle regole». L’Europa come ha sottolineato anche Padoan ha mostrato «flessibilità» nella gestione della crisi italiana (con diversi malumori in alcuni paesi) e Patuelli pure riconosce l’arrivo di «aria nuova» sebbene le regole hanno portato «traumi e costi eccessivi» quando prima sotto la guida di Banca d’Italia non ci sono stati danni per i risparmiatori. Il presidente dell’Abi non deflette dal suo europeismo e dalla difesa della moneta unica senza la quale saremmo come in «Sudamerica», ma le regole non sono «tavole di Mosè» non criticabili.

 

Provincia – Cremona 13/07/2017

Banche. Visco: ‘Via i rischi’. Abi: ‘Indignati sulle venete’

di ANDREA D’ORTENZIO ROMA «L’economia ha ripreso forza» e «i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata», tutto questo «dissipando — come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco — i rischi della tenuta del sistema del credito». L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il ‘padrone’ di casa Antonio Patuelli ripete quasi le stesse parole: «I rischi sistemici sonostati eliminati», per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati e attendiamogli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da’ caccia alle streghe’». Parole che raccolgono il plauso del segretario Fabi Lando Sileoni. di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Matteo Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere ‘volontaria’ e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%. Si vedrà se si andrà avanti. «Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno — spiega Visco —, proseguire nelle aggregazioni, nella razionalizzazione della rete di filiali e dei dipendenti raccogliendo la sfida tecnologica dove alcuni stanno restando indietro. Per tutto questo serve una pausa nel cambiamento delle regole». L’Europa, come ha sottolineato anche Padoan, ha mostrato «flessibilità» nella gestione della crisi italiana (con diversi malumori in alcuni Paesi) e Patuelli pure riconosce l’arrivo di «aria nuova» sebbene le regole hanno portato «traumi e costi eccessivi» quando prima sotto la guida di Banca d’Italia non ci sono stati danni peri risparmia tori. Il presidente dell’Abi non deflette dal suo europeismo e dalla difesa della moneta unica senza la quale saremmo come in «Sudamerica» ma le regole non sono «tavole di Mosè non criticabili.

 

Provincia Como 13/07/2017

Visco vede la ripresa: «Spariti i rischi sistemici» – …

L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i rischi della tenuta del sistema» del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due Venete e fra i partecipanti sul palco e in platea si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e il «padrone» di casa, Antonio Patuelli, ripete quasi le stesse parole: «I rischi sistemici sono stati eliminati». Poi parte con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi, senza clima da “caccia alle streghe”». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi, Lando Sileoni, di quello First Giulio Romani e della Uilca Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente, come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea Certo, per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non lo dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta ma lo stock è ancora notevole: 202 lordi e 76 netti. Le operazioni Unicredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere «volontaria» e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico» quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per Unicredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%.

 

Sicilia 13/07/2017

Abi: perseguire i responsabili delle crisi

ANDREA D’ORTENZIO ROMA. L’economia che ha «ripreso forza» e i salvataggi bancari varati dal governo con fondi pubblici, hanno spinto indietro l’Italia dal bordo del baratro in cui si era pericolosamente avvicinata, «dissipando», come afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (nella foto, a destra), i «rischi della tenuta del sistema» del credito. L’assemblea dell’Abi quest’anno cade subito dopo la messa in sicurezza di Mps e delle due venete e si registra un grande, comune, sospiro di sollievo. Anche il ministro Pier Carlo Padoan parla di «svolta» e Antonio Patuelli, presidente Abi (nella foto, a sinistra), ripete quasi le stesse parole: «I rischi sistemici» sono stati eliminati, per poi partire con un attacco frontale ai suoi ex colleghi coinvolti nelle crisi: «Siamo indignati» e «attendiamo gli esiti dei processi», «debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi senza clima da “caccia alle streghe”». Parole nette che non a caso raccolgono il plauso del segretario Fabi, Lando Sileoni, e di quelli della First, Giulio Romani, e della Uilca, Massimo Masi. Le banche sono sì messe in sicurezza ma la polemica, anche politica, è ancora incandescente, come si vede dalle dichiarazioni contenute nel libro dell’ex premier Renzi. In Banca d’Italia si attende sereni la commissione d’inchiesta nella quale si potranno produrre tutti i documenti. Nel frattempo Via Nazionale ha pubblicato sul sito una serie di risposte sul tema, dove si ribadisce come le inchieste nascano sostanzialmente dalle ispezioni della vigilanza. Se il disastro generale è stato evitato (seppure al costo di diversi miliardi dei contribuenti che dovranno prima o poi rientrare) la situazione è però tutt’altro che rosea. Certo per Visco le banche in difficoltà rimaste sono solo di piccole dimensioni e, sebbene non Io dica, Carige è avviata verso un piano di risanamento. Il flusso dei crediti deteriorati rallenta, ma lo stock è ancora notevole: 202 miliardi lordi e 76 netti. Le operazioni UniCredit e Mps lo ridurranno e la Sga si prenderà carico delle due venete, ma certo gioverebbe quella società gestione degli attivi (bad bank) verso la quale l’Ecofin ha aperto. Per Visco dovrà essere “volontaria” e acquistare gli Npl vicini al valore «reale economico», quindi non il 20-21% offerto dal mercato (per UniCredit, Unipol e Mps) ma prossimo al 40%. Si vedrà se si andrà avanti. Le banche dovranno imparare a gestire e ordinare questi crediti per trarne maggior valore e dovranno, spiega Visco, proseguire nelle aggregazioni, nella razionalizzazione della rete di filiali e dei dipendenti raccogliendo la sfida tecnologica dove alcuni stanno restando indietro. Per tutto questo serve «una pausa nel cambiamento delle regole».

 

 

AFFARITALIANI.IT 12/07/2017

BANCHE: SILEONI (FABI), BENE PATUELLI, MERITA CONFERMA A PRESIDENZA ABI – …

Milano, 12 lug. (AdnKronos) – “Nella sua relazione annuale il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese, indispensabile per sconfiggere povertà e diseguaglianze. Rivendica come bussola l’etica dei comportamenti e la funzione sociale che le banche devono svolgere”. E’ quanto afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’assemblea annuale dell’Abi, che si augura la conferma alla presidenza dell’associazione delle banche italiane di Antonio Patuelli. Per Sileoni “per la prima volta ci troviamo di fronte a un presidente che si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni e chiede a gran voce gli esiti dei processi, stimolando così un’accelerazione dei procedimenti giudiziari. Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea, ma nel rispetto delle regole, e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale”. Per questi motivi “la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato”, conclude.

 

AREZZOWEB.IT 12/07/2017

Banche: Sileoni (Fabi), bene Patuelli, merita conferma a presidenza Abi –

Milano, 12 lug. (AdnKronos) – “Nella sua relazione annuale il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese, indispensabile per sconfiggere povertà e diseguaglianze. Rivendica come bussola l’etica dei comportamenti e la funzione sociale che le banche devono svolgere”. E’ quanto afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’assemblea annuale dell’Abi, che si augura la conferma alla presidenza dell’associazione delle banche italiane di Antonio Patuelli. Per Sileoni “per la prima volta ci troviamo di fronte a un presidente che si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni e chiede a gran voce gli esiti dei processi, stimolando così un’accelerazione dei procedimenti giudiziari. Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea, ma nel rispetto delle regole, e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale”. Per questi motivi “la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato”, conclude.

 

BORSAITALIANA.IT 12/07/2017

Notizie Radiocor – Finanza – Borsa Italiana – …

Leader Fabi: Auspico nuovo mandato a guida palazzo Altieri (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 12 lug – Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, valuta positivamente la relazione del presidente dell’Abi Antonio Patuelli all’assemblea annuale dell’associazione. ‘Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea ma nel rispetto delle regole e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni a condividere con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale’. Il segretario della Fabi aggiunge che ‘per questi motivi la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato’. Patuelli scadra’ dalla presidenza Abi tra un anno. com-Ggz (RADIOCOR)

 

KAIROSPARTNERS.COM 12/07/2017

Abi: Sileoni, ‘bene Patuelli che condivide difesa posti di lavoro’ – …

leader Fabi: Auspico nuovo mandato a guida palazzo Altieri (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 12 lug – Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, valuta positivamente la relazione del presidente dell’Abi Antonio Patuelli all’assemblea annuale dell’associazione. ‘Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea ma nel rispetto delle regole e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni a condividere con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale’. Il segretario della Fabi aggiunge che ‘per questi motivi la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato’. Patuelli scadra’ dalla presidenza Abi tra un anno.

 

METRONEWS.IT 12/07/2017

Banche: Sileoni (Fabi), bene Patuelli, merita conferma a presidenza Abi – …

Milano, 12 lug. (AdnKronos) – “Nella sua relazione annuale il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese, indispensabile per sconfiggere povertà e diseguaglianze. Rivendica come bussola l’etica dei comportamenti e la funzione sociale che le banche devono svolgere”. E’ quanto afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’assemblea annuale dell’Abi, che si augura la conferma alla presidenza dell’associazione delle banche italiane di Antonio Patuelli. Per Sileoni “per la prima volta ci troviamo di fronte a un presidente che si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni e chiede a gran voce gli esiti dei processi, stimolando così un’accelerazione dei procedimenti giudiziari. Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea, ma nel rispetto delle regole, e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale”. Per questi motivi “la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato”, conclude.

 

SARDEGNAOGGI.IT 12/07/2017

Banche: Sileoni (Fabi), bene Patuelli, merita conferma a presidenza Abi –

Milano, 12 lug. (AdnKronos) – ?Nella sua relazione annuale il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese, indispensabile per sconfiggere povertà e diseguaglianze. Rivendica come bussola l?etica dei comportamenti e la funzione sociale che le banche devono svolgere”. E’ quanto afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’assemblea annuale dell’Abi, che si augura la conferma alla presidenza dell’associazione delle banche italiane di Antonio Patuelli. Per Sileoni “per la prima volta ci troviamo di fronte a un presidente che si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni e chiede a gran voce gli esiti dei processi, stimolando così un’accelerazione dei procedimenti giudiziari. Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea, ma nel rispetto delle regole, e si conferma l?unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale”. Per questi motivi “la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato”, conclude.

 

 

 

SASSARINOTIZIE.COM 12/07/2017

Banche: Sileoni (Fabi), bene Patuelli, merita conferma a presidenza

Milano, 12 lug. (AdnKronos) – “Nella sua relazione annuale il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha evidenziato i tratti salienti del suo pensiero. Europeista convinto, chiede che il settore bancario italiano svolga il ruolo di volano della crescita economica del Paese, indispensabile per sconfiggere povertà e diseguaglianze. Rivendica come bussola l’etica dei comportamenti e la funzione sociale che le banche devono svolgere”. E’ quanto afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sull’assemblea annuale dell’Abi, che si augura la conferma alla presidenza dell’associazione delle banche italiane di Antonio Patuelli. Per Sileoni “per la prima volta ci troviamo di fronte a un presidente che si indigna per gli scandali e per le cattive gestioni e chiede a gran voce gli esiti dei processi, stimolando così un’accelerazione dei procedimenti giudiziari. Assertore convinto del dialogo sociale, Patuelli auspica un alleggerimento della burocrazia europea, ma nel rispetto delle regole, e si conferma l’unico dei presidente Abi degli ultimi 10 anni che condivide con il sindacato la difesa dei posti di lavoro, sostenendo l’utilizzo dei prepensionamenti volontari e delle nuove assunzioni per garantire una gestione condivisa delle eccedenze di personale”. Per questi motivi “la nostra organizzazione sindacale si augura una conferma del presidente alla guida dell’Abi anche per il prossimo mandato”, conclude.

 

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