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PREPENSIONAMENTI VOLONTARI, LA DENUNCIA DI SILEONI SULLA STAMPA

di Redazione
Raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari nelle due ex venete e in MPS. Ma il Segretario Generale interviene: “In Intesa pressioni sui lavoratori”. 
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Corriere di Siena 22/09/2017

Prepensionamenti Mps, accolte tutte le domande – Mps, azioni valutate 4,28 euro – …

“Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari del Gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti”. Lo ha annunciato Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. L’obiettivo era di mettere insieme almeno 1.200 prepensionamenti a fronte di almeno cinquemila esuberi. Alla fine le domande di lasciare il lavoro arrivate alla banca senese sono state 1.216. Tutti i lavoratori se ne andranno il primo di novembre. Intanto a tenere banco è il ritorno in Borsa di Mps perché ieri si è tenuta l’asta sui credit default swap che ha assegnato il valore dell’Istituto di credito senese: un prezzo di 4,28 euro e una capitalizzazione di 4,9 miliardi di euro. L’asta, organizzata da Ihs Markit e Creditex, ha attribuito ai bond un “recowry rate”, cioè una possibilità di recupero, del 49,5% del loro valore nominale Chi possiede i bond protetti dai Cds, che sono contratti di copertura sul rischio di default, riceverà cento ma dovrà retrocedere a chi ha venduto al protezione il valore emerso dall’asta. Il provvedimento del governo perla ricapitalizzazione precauzionale di Mps prevedeva la conversione in azioni dei bond subordinati dell’istituto (burden sharing) al prezzo di 8,65 euro, insieme alla sottoscrizione di nuove azioni da parte del Tesoro al prezzo di 6,49 euro. Da un recovery rate di 49,5 su 100 sui bond subordinati, recentemente convertiti in azioni, si ottiene pertanto una valorizzazione attorno al 49,5% di 8,65 euro, ovvero 4,28 euro. Inoltre, se tali valori fossero confermati quando a inizio ottobre Mps verrà riammessa in Borsa, la quota del Tesoro (52,18%) avrà un valore di circa 2,55 miliardi di euro. a fronte di un investimento di 3,85 miliardi. La perdita potenziale (1,3 miliardi) supererà di poco i due miliardi di euro nel caso in cui il Tesoro rilevi le azioni che verranno assegnate ai bondholder retail, salendo al 70% del capitale L’Isda, l’associazione internazionale degli operatori del mercato dei derivati, a inizio agosto aveva stabilito che la ricapitalizzazione precauzionale di Mps, con la conversione in azioni dei subordinati nel burden sharing, rappresenta un “credit event”, facendo scattare cioè il diritto al pagamento o rimborso dei credit default swap. T.P.

 

 

Messaggero 22/09/2017

In breve – Fabi Ok prepensionameti per Mps e Venete – …

«Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps». Lo afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.

 

Mf 22/09/2017

Sileoni (Fabi): accordo su Monte e venete, ma Intesa… – …

Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e di Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti». Lo ha annunciato Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. «Mentre in Mps la direzione del personale ha agito correttamente evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera borderline, facendo direttamente e indirettamente pressioni sui lavoratori che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo», sottolinea il numero uno della Fabi. «Intesa, validamente amministrata da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio», continua Sileoni. «Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la regola dei due pesi e due misure nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti», conclude il segretario generale Fabi.

 

Sole 24 Ore 22/09/2017

In breve – Mps e Venete, raggiunti i numeri – …

Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete (1.040 le adesioni, 40 in più dell’accordo) e del Gruppo Mps (1216 le adesioni, 16 in più dell’accordo). Questo consentirà di evitare i licenziamenti, ma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni lamenta che «nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo». E ricorda che «il gruppo Intesa, validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri». Sulle Venete, il segretario della First Cisl, Giulio Romani, chiede l’azione di responsabilità verso i precedenti amministratori e constata amaramente che il suo sindacato non sbagliava «lanciando l’allarme sociale per il futuro dei lavoratori non transitati ad Intesa».

 

 

AFFARITALIANI.IT 21/09/2017

BANCHE: FABI, RAGGIUNTI NUMERI ACCORDI PREPENSIONAMENTI MPS E VENETE – …

Roma, 21 set. – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

AREZZOWEB.IT 21/09/2017

Banche: Fabi, raggiunti numeri accordi prepensionamenti Mps e Venete – ArezzoWeb.it – …

– “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

 

ASKANEWS.IT 21/09/2017

Banche, Sileoni: accordo su prepensionamenti in venete e Mps – …

Roma, 21 set. (askanews) – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del Gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti”. Lo annuncia Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. “Mentre nel gruppo Mps la Direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”, sottolinea il numero uno della Fabi. “Il gruppo Intesa, validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”, continua Sileoni. “Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinchè non sia attuata la “regola dei due pesi e due misure” nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”, conclude il segretario generale della Fabi.

 

BRESCIA7GIORNI.IT 21/09/2017

BANCHE: FABI, RAGGIUNTI NUMERI ACCORDI PREPENSIONAMENTI MPS E VENETE – …

Roma, 21 set. (AdnKronos) – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

 

KAIROSPARTNERS.COM 21/09/2017

Mps: Sileoni (Fabi), raggiunto obiettivo per i prepensionamenti – …

Target raggiunto anche in Intesa ma pressioni su ex Venete (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 21 set – Il Monte dei Paschi ha raggiunto l’obiettivo prefissato per i prepensionamenti. Lo indica il segretario generale della Fabi Lando Sileoni. La banca puntava su 1.200 uscite per fine ottobre che si aggiungeranno alle 600 gia’ effettive da maggio. Sileoni in una nota aggiunge che l’obiettivo e’ stato raggiunto anche in Intesa San Paolo ma con modalita’ differenti. ‘Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente, nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilita’ prevista dallo stesso accordo’. com-Ggz

 

MILANOPOLITICA.IT 21/09/2017

BANCHE: FABI, RAGGIUNTI NUMERI ACCORDI PREPENSIONAMENTI MPS E VENETE – …

Roma, 21 set. (AdnKronos) – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari.Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

 

SASSARINOTIZIE.COM 21/09/2017

Banche: Fabi, raggiunti numeri accordi prepensionamenti Mps e Venete

Roma, 21 set. (AdnKronos) – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

 

TELEROMAGNA24.IT 21/09/2017

Banche: Fabi, raggiunti numeri accordi prepensionamenti Mps e Venete – TeleRomagna24 – …

Roma, 21 set. (AdnKronos) – “Sono stati raggiunti i numeri previsti dagli accordi per i prepensionamenti volontari delle due ex banche venete e del gruppo Mps, figli degli accordi sindacali recentemente sottoscritti. Mentre nel gruppo Mps la direzione del personale ha agito correttamente e nel rispetto dei ruoli evitando forzature, nel gruppo Intesa i responsabili delle relazioni sindacali si sono comportati in maniera border line facendo direttamente ed indirettamente pressioni sui lavoratori delle due ex banche venete che legittimamente preferivano non aderire al prepensionamento, possibilità prevista dallo stesso accordo”. Lo denuncia Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. Il gruppo Intesa, rileva, “validamente amministrato da Carlo Messina, che ha sempre pubblicamente parlato di prepensionamenti volontari, dovrebbe ricordarsi invece che, a fronte di un accordo sindacale gestito all’epoca dal capo del personale Francesco Micheli e che riguardava la fuoriuscita di un numero importante di alti dirigenti con un elevato costo economico, ha attuato la politica dei figli e dei figliastri. Alcuni alti dirigenti sono stati costretti ad andarsene, altri che ricoprono cariche istituzionali importanti hanno goduto di una sorta di ingiustificato privilegio”. Aver raggiunto il numero stabilito di prepensionamenti volontari in Mps e in Intesa, sottolinea, “ci ha permesso di evitare i licenziamenti, ma rimaniamo vigili affinché non sia attuata la ‘regola dei due pesi e due misure’ nel gruppo Intesa rispetto alla categoria dei dirigenti”.

 

 

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