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SILEONI AL XXI CONGRESSO PROVINCIALE FABI PALERMO

di Redazione

Carmelo Raffa: “La FABI è la vera casa di tutti i bancari”. Lando Maria Sileoni: “Abbiamo la forza e la ferma volontà di difendere i bancari”

“Ma le Banche italiane rispondono ai bisogni sociali?”
 Con questa domanda, Carmelo Raffa, Segretario Coordinatore della FABI di Palermo, cerca di dare una risposta – scontata – alle considerazioni con cui ha iniziato la sua relazione circa la grave situazione dell’economia siciliana, che ancora persiste sull’isola.
 “Ci dobbiamo chiedere dove stanno le Banche e cosa fanno o faranno per contribuire ala ripresa economica e conseguentemente al rilancio occupazionale. Sicuramente poco”, accusa Raffa.
 Il Coordinatore di Palermo imputa la causa del male alla trasformazione di Istituti di diritto pubblico e Casse di Risparmio in S.p.A..
 La legge, che porta il nome di Giuliano Amato, datata 1990 ha fatto scomparire queste realtà che non avevano scopi prevalenti di lucro, ma di aiuto a territori e comunità.
 “Certamente c’era il problema di razionalizzare il settore – ammette Raffa – ma ciò ha nociuto ai territori più deboli e quindi al Meridione e alla nostra Regione”.
Arrivando ai giorni nostri, Carmelo Raffa accusa la politica di austerity dell’Europa di aver lasciato spazio solo allo squallore di certa finanza, dimenticandosi delle persone, dei popoli, dei territori più deboli.
 Aveva cominciato con un lungo excursus storico sociale sulla Sicilia Carmelo Raffa, entrando poi nella situazione attuale delle banche in Sicilia e delle conseguenze occupazionali di talune scelte.
 “La crisi che si trascina nell’isola dagli anni 90 ha determinato il crollo occupazionale negli Istituti di Credito. Dai dati in nostro possesso rileviamo che se nel 1990 nella nostra provincia operavano oltre 8.500 addetti, oggi se ne registrano meno di 4.000. Oltre quattro mila posti persi a Palermo, mentre nell’intera Regione diventano ben 13 mila. E, purtroppo, l’emorragia continua, a cominciare dal più grande gruppo bancario presente in Sicilia, Unicredit, che ha ereditato il personale di Banco di Sicilia, Sicilcassa, Banca di Roma e Credito Italiano”.
Ora è stato venduto anche il comparto del credito su pegno, realtà fortemente presente a Palermo e in Sicilia. Il pegno è un settore molto sociale, creato dalla Cassa di Risparmio per combattere in fenomeno usura e sostenere la povera gente. Non comporta rischi o sofferenze e fa conseguire utili certi alle Aziende.
 “Ci chiediamo il perché di quest’improvvida decisione di Unicredit” – continua Carmelo Raffa, che denuncia un altro caso particolare, quello dei dipendenti di Banca Nuova che quest’anno hanno vissuto continui momenti di tensione a causa della crisi che ha coinvolto la casa madre Banca Popolare di Vicenza.
 “Grazie alle battaglie intraprese dal sindacato, con in testa il nostro Leader Lando Maria Sileoni e il qui presente Segretario Nazionale Giuliano Xausa si è evitato il disastro e nei giorni scorsi sono state trovate le garanzie e le soluzioni contrattuali in sede di Banca Intesa”.
 Intanto, persiste in tutte le aziende l’arroganza di certi dirigenti che continuano a a stressare il personale per la vendita di prodotti finanziari, pressioni commerciali che si materializzano anche con minacce e ricatti.
 “Non dimenticatevi che grazie alla FABI, grazie a Lando Maria Sileoni, ora c’è un protocollo d’accordo con ABI e sulle pressioni commerciali che le Aziende devono rispettare. I lavoratori devono fare sempre il loro dovere, ma non devono mai essere costretti a vendere prodotti spazzatura”.
 Nonostante il forte salasso di personale di cui diceva Raffa, la FABI a Palermo conta circa 1.600 associa, che in Sicilia sono più di 6.000, confermando la FABI come sigla di maggioranza, quasi assoluta.
 “Agli iscritti offriamo tutela sindacale con i nostri dirigenti ben preparati, tutela legale con gli Avvocati Alessandro Duca e Giovanni Cascioferro. Tutele assicurative, assistenze di patronato e molto altro. Per questo e per le battaglie e le conquiste sindacali, la FABI è diventata la casa dei bancari, tutti i bancari, non solo gli associati”.
 Il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, prendendo la parola, ha denunciato non solo la grave situazione degli Npl (not peforming loans), causato soprattutto dalla pessima politica creditizia di molte banche, con soldi prestati agli amici degli amici e mai rientrati, ma adesso anche la vendita dei crediti a società internazionali di recupero crediti.
 “Questo è un grosso rischio, perché queste società non guardano in faccia a nessuno, non valutano le singole situazioni, ma badano solo al denaro e se ne infischiano della vita delle persone” – ha detto Sileoni.
 L’opinione pubblica è stata spesso condizionata dalle crisi di diverse banche e dal risparmio tradito ed ha sempre confuso i bancari con i banchieri, quindi, non ha visto di buon occhio l’aiuto dato alle banche dal Governo.
 “Il Governo – ha chiarito il leader del maggior sindacato del Credito qui al Congresso ed in mille interventi sui media nazionali – salvando le banche, ha in realtà salvato interi territori, centinaia di migliaia di risparmiatori, migliaia di posti di lavoro, non solo dei dipendenti, ma di tutti gli stakeholder”.
 Certo, si è trattato di un intervento straordinario e difficilmente ripetibile, di qui il forte richiamo di Sileoni a tutti i dirigenti sindacali, ai vari livelli: “Tocca a noi vigilare affinché le banche siano gestite bene e perché mai più sia consentito a ‘uomini soli al comando’ di condizionare le scelte economico-finanziarie, portando le aziende di credito sull’orlo del precipizio”.
 Nessuno verrà in aiuto della Categoria, quindi, vale il detto ‘aiutati che il Ciel t’aiuta’.
 Lando Maria Sileoni ha chiuso con un monito: “La FABI ha la forza e la ferma volontà di difendere i bancari, è una predisposizione naturale del nostro sindacato sin dalla sua nascita. Per questo diciamo che la FABI è la casa dei bancari”.
 Ai lavori del congresso di Palermo hanno partecipato rappresentanti della politica regionale e nazionale, il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Davide Faraone, e Leoluca Orlando, Sindaco del capoluogo e rappresentante di spicco della politica italiana.
 Orlando ha dichiarato di far proprie le sollecitazioni della FABI e del Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, ed ha chiuso il suo intervento con un richiamo d’ordine etico: “Non consentite alla finanza di prevaricare sulla politica e non sacrificate la vostra dignità al dio denaro”.
 I lavori del Congresso, che si è celebrato nell’antico convento di Baida, erano stati preceduti dalla proiezione di un filmato su don Giuseppe Puglisi, il prete cattolico che è stato trucidato dalla mafia per la sua azione di contrasto alle cosche nel difficile quartiere di Brancaccio.
 “L’impegno di educatore delle coscienze, in particolare delle giovani generazioni, nell’affermare la profonda coerenza tra i valori evangelici e quelli civili di legalità e giustizia, in un percorso di testimonianza per la dignità e la promozione dell’uomo fa del Beato Giuseppe Puglisi un simbolo ed un esempio per tutti noi Siciliani. Per questo chiediamo che sia presto elevato all’onore degli altari”.

 

Palermo, 01/12/2017
 

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