Home Rassegna Stampa In banca l'ingresso sarà low-cost – I sindacati chiedono l'assunzione di 30mila giovani entro tre anni. CONFRONTO IN SALITA – Su queste richieste la delegazione degli istituti potrebbe non avere il mandato a trattare. A rischio nuove agitazioni (IL SOLE 24 ORE, venerdì 8 aprile 2011)

In banca l'ingresso sarà low-cost – I sindacati chiedono l'assunzione di 30mila giovani entro tre anni. CONFRONTO IN SALITA – Su queste richieste la delegazione degli istituti potrebbe non avere il mandato a trattare. A rischio nuove agitazioni (IL SOLE 24 ORE, venerdì 8 aprile 2011)

di Redazione

Senza prevedere, per ora, ulteriori aggiustamenti sembrano i giovani l’unico amo lanciato dai sindacati del credito all’Abi nella piattaforma per il rinnovo del contratto del credito 2011-2013 varata ieri a Roma da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Sinfub e Ugl credito. L’obiettivo dei sindacati, che sono disponibili a discutere un temporaneo sottoinquadramento, è favorire l’ingresso in banca di 30mila ragazzi nel prossimo triennio. Del percorso di dialogo iniziato da Abi dallo scorso settembre e dei messaggi lanciati anche negli ultimi incontri formali, e non, la piattaforma invece accoglie ben poco. E così all’aut aut tra salario e occupazione dato dalle banche, le sette sigle hanno risposto includendo entrambe le rivendicazioni.

Sullo sfondo c’è l’obiettivo, come dice Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, «di dare continuità all’approccio responsabile con cui negli ultimi 20 anni abbiamo contribuito a gestire gli epocali processi di riorganizzazione che hanno coinvolto il settore consentendo al sistema bancario italiano di affrontare la crisi finanziaria ed economica con una solidità patrimoniale molto superiore a quella di omologhi comparti di altri Paesi». Agostino Megale della Fisac Cgil sottolinea «il lavoro che è stato svolto e che stiamo svolgendo con uno spirito unitario. Questo ha fatto sì che la piattaforma varata fosse una reale sintesi delle nostre diverse posizioni e anime e non una loro somma».

Per la parte economica la piattaforma avanza una rivendicazione che «garantisce il potere d’acquisto dei salari e il recupero dell’inflazione come concordato nell’accordo sulla riforma dei contratti del 2009», insiste il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni. L’aumento richiesto è del 7,29% (pari a 205 euro per il quarto livello della terza area professionale) a cui si deve aggiungere un 1% di riparametrazione che porta la richiesta di aumento all’8,29%. Considerate le premesse fatte più volte da Abi i sindacati hanno alzato l’asticella a un livello che potrebbe rendere difficile alla delegazione che rappresenta le banche ottenere un mandato a trattare. Sempre che le cifre siano e rimangano queste. Tutto questo però si scontra con una realtà dove la controparte ragiona con criteri diversi, con analisi ampie e globali sulla congiuntura, sul settore e sulle prospettive. Per questo è verosimile che nel settore si apra una fase di conflitto. E nessuno esclude anche il ricorso allo sciopero. C’è invece una vicinanza nell’approccio ai giovani che potrebbero essere il tema forte e innovativo di questo contratto.

Nella piattaforma viene infatti avanzata la proposta di un piano per l’occupazione dei giovani con la possibilità di inserirli temporaneamente nella seconda area professionale, ad un livello quindi inferiore a quello contrattualmente previsto ma con un contratto a tempo indeterminato: salari inferiori, dunque, del 15% circa in cambio della stabilità. Per i nuovi assunti si ragiona su livelli retributivi tra 1.100 e 1.200 euro e di un numero che «potrebbe essere di 30mila unità», calcola Massimo Masi, segretario generale della Uilca. Un calcolo fatto sulla base di quanto avvenuto in passato.

Per le altre parti la piattaforma conserva un’impostazione tradizionale in cui vengono mantenute le aree tematiche classiche e cioè occupazione e contrasto alla precarietà, relazioni sindacali, qualità della vita lavorativa e tutele professionali, politiche sociali, rivendicazione salariale ed equità distributiva. A proposito di quest’ultimo punto c’è una forte continuità con la piattaforma precedente che riguarda soprattutto il tema dei sistemi incentivanti e della riforma degli inquadramenti.

L’ultimo contratto aveva infatti previsto l’istituzione di una commissione paritetica per il riesame dei profili professionali che «però non è mai stata creata perché le banche non hanno voluto», sostiene Masi. Le banche sostengono il contrario, ma certo si tratta di un tema che interessa entrambi gli interlocutori visto che Abi ha già spiegato la necessità di figure professionali che alimentino il forte legame degli istituti con il territorio. Quanto all’equità distributiva «oltre a un reale contenimento delle retribuzioni del top management – chiede Mauro Bossola della Fabi – serve una ridefinizione e una condivisione dei sistemi incentivanti per limitare l’esasperata ricerca del profitto, il ricorso a strumenti finanziari molto rischiosi e la costante invadenza delle pressioni commerciali sui lavoratori».

(IL SOLE 24 ORE, venerdì 8 aprile 2011)

 

 

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