Home Rassegna Stampa Arpe in campo: il mio piano per Bpm. «Ci metto la faccia, sogno una nuova Capitalia. Ma niente compromessi» (da Il Corriere della Sera, giovedì 13 ottobre 2011)

Arpe in campo: il mio piano per Bpm. «Ci metto la faccia, sogno una nuova Capitalia. Ma niente compromessi» (da Il Corriere della Sera, giovedì 13 ottobre 2011)

di Redazione

Di Federico De Rosa

“Il sogno”, ammette Matteo Arpe, «è replicare l’esperienza di Capitalia, fare in un’altra banca quello che abbiamo già fatto». Per questo ha deciso di «metterci la faccia» e dire sì alla richiesta di Fabi e Fiba di dare la disponibilità per gestire il rilancio della Bpm. Ma a una condizione: «Se potessi essere parte di un progetto di rilancio mi farebbe molto piacere, ma per farlo non sono disposto a scendere a compromessi» ha chiarito Arpe davanti ai 350 dipendenti soci di Bpm, incontrati ieri a Milano insieme a Marcello Messori, candidato presidente del prossimo consiglio di sorveglianza della popolare milanese, nella prima tappa del road show di presentazione della lista promossa da Fiba e Fabi.

Con loro c’erano i segretari nazionali dei due sindacati, Giuseppe Gallo e Lando Sileoni. Quest’ultimo ha attaccato frontalmente l’Associazione Amici della Bipiemme, il parlamentino di Piazza Meda controllato dai sindacati interni, «un enclave autoreferenziale che gioca a fare il banchiere senza averne competenze e responsabilità», promettendo che in caso di vittoria della sua lista (concorrente a quella degli Amici) verrà «chiusa per sempre la stagione clientelare per introdurre il concetto di merito e pari opportunità».

Messori ha difeso il modello cooperativo di banca popolare, spiegando però che a Piazza Meda serve «non una rivoluzione ma un’evoluzione molto forte che consenta il rilancio della banca». E la governance dualistica, separando rigidamente proprietà e gestione, va nella giusta direzione. Ma, ha aggiunto Messori, «la scommessa sulla nuova Bpm deve essere sulla gestione». Ossia su Arpe, il quale, sollecitato dalle domande dei dipendenti, è entrato nello specifico di come intende rilanciare Bpm. E ha subito rassicurato che il sistema di information technology non sarà esternalizzato come previsto, perché questo «può creare problemi alla politica commerciale» che sarà una delle principali leve per il rilancio della banca. L’altra riguarda il ritorno alla «tradizione» ovvero «a fare credito e non finanza». E poi la crescita: «Credo che una ristrutturazione — ha spiegato il banchiere — debba essere fatta senza sostanziali tagli di personale ma con la crescita», dimensionale, innanzitutto, e di conseguenza dei ricavi.

Ieri intanto in Piazza Meda è tornata a bussare la Consob, che dieci giorni fa aveva chiesto all’Associazione Amici l’elenco degli associati e l’accordo segreto per accelerare le carriere. Il direttore generale, Enzo Chiesa è stato convocato a Roma negli uffici di Giuseppe Vegas per un approfondimento sui risvolti di quell’accordo. E, secondo alcune voci, la Consob avrebbe chiesto a stretto giro l’elenco delle promozioni degli ultimi cinque anni. Dell’argomento discuterà anche il Consiglio della Bpm martedì prossimo. Il board esaminerà le risultanze dell’indagine interna sulla carriere pilotate e gli eventuali provvedimenti. Il Consiglio, secondo indiscrezioni, vorrebbe dare con l’occasione un’accelerata all’aumento di capitale da 800 milioni già deliberato, fissandone i termini. È possibile che ieri Chiesa abbia parlato anche di questo con la Consob, che deve dare il via libera al prospetto informativo. Ancora nessuna novità, invece, dal fronte della Banca d’Italia. Palazzo Koch sta esaminando il nuovo statuto su cui deve dare il parere prima dell’assemblea del 22 ottobre, affinché possa essere sottoposto al voto dei soci.

 

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