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VERTICE ABI / SINDACATI: LA DICHIARAZIONE DI SILEONI RIPRESA DA STAMPA E WEB

di Redazione

– da TG 1 on line, martedì 16 ottobre 2012 –

BANCHE, ALLARME SINDACATI: 35MILA ESUBERI. MA L’ABI SMENTISCE

Le sigle sindacali al termine dell’incontro con l’Abi: saranno gestiti con prepensionamenti obbligatori. L’associazione banche chiarisce che “non si è parlato di cifre”, anche se “si può dedurre” che “l’eccedenza negli organici possa portare criticità”.

Banche, allarme sindacati: 35mila esuberi. Ma l'Abi smentisce

 

– Banche, sindacati: allarme esuberi –

ROMA – L’allarme arriva dai sindacati: nel settore bancario c’è il rischio di 35mila esuberi, da gestire con prepensionamenti obbligatori. Questo, secondo le sigle, quanto emerso nell’incontro avuto con l’Abi, l’associazione delle banche italiane, che però smentisce: “Nessun numero” è stato indicato al tavolo. “Ci è stato detto che siamo di fronte a una produttività in calo che comporta il rischio di 35mila esuberi, al tavolo con l’Abi ci è stato mandato il messaggio chiaro che in futuro ci saranno seri problemi di occupazione”, dice Massimo Masi, segretario generale della Uilca. Per il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, “sarebbe l’inizio della fine della categoria, siamo contrari alla rottamazione dei 55enni”.
Anche Sileoni chiarisce che il numero non è emerso direttamente dal tavolo con l’Abi ma è stato dedotto dal confronto diretto con i diversi istituti bancari.

LA PRECISAZIONE DELL’ABI. Al tavolo “questo tema non è stato affrontato”, chiarisce per l’Abi il responsabile del comitato sindacale e del lavoro, Francesco Micheli: “Abbiamo solo tracciato una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza negli organici può portare criticità in termini di esuberi. E’ una cosa che si può dedurre”.

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– MF-MILANO FINANZA, mercoledì 17 ottobre 2012 –
 
Incontro tra i vertici dell’abi e i principali sindacati sulle difficoltà del settore. Allarme occupazione nelle banche- Il presidente Mussari ha descritto un quadro pessimistico, con troppi regolamenti e il peso delle sofferenze Le parti sociali temono il prepensionamento obbligatorio di 35 mila addetti. Ma Palazzo Altieri smentisce

di Luca Gualtieri

Il numero degli esuberi in banca potrebbe salire vertiginosamente nei prossimi anni, fino a raggiungere le 35 mila unità. È questo il timore espresso ieri dai sindacati italiani del credito dopo un importante incontro che si è tenuto nel pomeriggio in Abi. Nella sede di Palazzo Altieri i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i segretari delle sigle del settore hanno incontrato Giuseppe Mussari, presidente dell’associazione bancaria italiana, e Francesco Micheli, capo della delegazione sindacale dell’Abi. Al centro dell’incontro c’era lo stato di salute del sistema bancario italiano che Mussari avrebbe descritto con tinte fosche, come ricostruito da MF-Milano Finanza. Il presidente dell’Abi si sarebbe infatti soffermato sul peso delle sofferenze e sull’eccesso di normative nazionali ed europee (Basilea 3 in primis), che rischierebbe di compromettere la ripresa del comparto. La discussione si sarebbe poi spostata sul tema del taglio dei costi e della razionalizzazione dei principali gruppi bancari per meglio contrastare la crisi. Anche se secondo Micheli «l’aspetto dell’occupazione non è stato toccato», al termine dell’incontro Lando Sileoni e Massimo Masi, segretari della Fabi e della Uilca, hanno subito lanciato l’allarme. «L’Abi ha detto che la produttività sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35 mila lavoratori (rispetto ai 20 mila stimati inizialmente, ndr)», ha spiegato Masi, disponibile ad affrontare la questione «ma senza soluzioni coercitive». Anche per Sileoni l’Abi «sta preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori bancari». Una possibilità, spiega ancora, «che l’Abi non dice ai tavoli ufficiali ma che stanno profilando i singoli banchieri ai sindacati». Questo, per la Fabi, equivarrebbe «alla fine della categoria». Critico anche Agostino Megale della Fisac-Cgil: «La priorità nella crisi dovrebbe essere quella di garantire il lavoro e la stabilità, tutelando l’interesse dei dipendenti». L’Abi ha ridimensionato l’allarme, sottolineando che al tavolo non sono state fatte cifre. «Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso», ha spiegato Micheli. «Ma non abbiamo parlato di esuberi. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potrà portare a una criticità in termini di esuberi, ma questa cosa non è stata affrontata», ha concluso Micheli. La tensione in ogni caso resta alta, soprattutto per quanto riguarda le due vertenze più delicate del momento: quella della Popolare di Milano e quella del Monte dei Paschi.

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– TELEVIDEO RAI, martedì 16 ottobre 2012 – Pagina 136

BANCHE, SINDACATI: 35MILA A RISCHIO

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

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– IL MESSAGGERO, mercoledì 17 ottobre 2012 –

Abi-sindacati, giallo sui prepensionamenti- Sileoni (Fabi): possono salire a 35 mila. Micheli: non si è parlato di occupazione

ROMA – L’Abi «prepara il terreno per prepensionare circa 35 mila dipendenti». Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, trae questa deduzione numerica al termine della riunione tra i vertici Abi e i segretari i segretari generali confederali accompagnati da quelli di categoria. «Mussari ha illustrato soltanto lo stato del sistema in questo momento storico complesso» ribatte Francesco Micheli, vicepresidente dell’associazione e presidente del comitato per gli affari del lavoro e sindacali (Casl), «l’aspetto dell’occupazione non è stato toccato». All’incontro c’erano Giuseppe Mussari, Micheli, Giovanni Sabatini per l’Abi che ha ospitato la riunione, Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl), Luigi Angeletti (Uil) e i principali leader di categoria tra cui Sileoni, Agostino Megale (Fisac), Massimo Masi (Uilca), Giovanni Centrella (Ugl). Secondo il numero uno Fabi, le banche puntano a prepensionamenti obbligatori nei prossimi sette anni e a far scendere l’occupazione sotto le 300 mila unità rispetto agli attuali 325 mila addetti. Ma la cifra monstre delle eccedenze superiore ai 20 mila esuberi contenuti nel rapporto Abi che sarà discusso stamane dall’esecutivo, è tutta da dimostrare.

Mussari ha rappresentato il contesto in cui opera il sistema bancario contraddisinto da un pil negativo. Con alcune slides ha spiegato lo stato di crisi in cui versano le banche caratterizzate da un crollo di redditività definita «drammatica». «L’industria bancaria non ce la fa più a guadagnare» anche perchè incidono le novità regolamentari e lil pressing delle Authority europee per rafforzare il patrimonio. A questo si aggiunga un costo del lavoro tra i più alti in rapporto con le banche europee: il costo unitario è pari a oltre 77 mila euro, superiore rispetto ai 60 mila euro della media europea. Inoltre nel rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione la differenza tra Italia e Europa è di circa 8 punti. Secondo i vertici Abi gli istituti si trovano a gestire i dipendenti in esubero a fronte di una vita media lavorativa divenuta più lunga anche in conseguenza della riforma delle pensioni. Micheli ha aggiunto che ci sono criticità per effetto della progressiva insostenibilità degli oneri del Fondo esuberi dove incide l’incremento dei costi correlati. A tutto questo si aggiunge la questione esodati. «Con il contratto nazionale abbiamo già dato risposte socialmente responsabili agli stessi nodi su cui l’Abi ha posto l’accento e cioè sulla produttività e sul costo del lavoro», dice Centrella. «Ci è stato detto – aggiunge Masi – che siamo di fronte ad una produttività in calo». Le parti si rivedranno a breve.

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 – LA NAZIONE, mercoledì 17 ottobre 2012 –

BANCHE Allarme occupazione. Dopo un incontro con l’Abi i sindacatilanciano l’allarme occupazione. Per il segretario Fabi Sileoni le banche «stanno preparando il terreno per 35mila prepensionamenti, cioè per l’inizio della fine della categoria».

E Bonanni chiede di allargare le governance ai lavoratori In arrivo 35mila esuberi nelle banche: a lanciare l’allarme sono le categorie del credito di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che hanno incontrato i vertici dell’Abi per discutere delle problematiche relative al sistema bancario e, in particolare, di occupazione. Ma l’associazione delle banche precisa che nel corso della riunione, durata oltre due ore, non sono mai stati fatti numeri. All’incontro hanno partecipato i segretari generali delle quattro confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella. Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ha riferito che «l’Abi ha detto che la produttività sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35mila lavoratori. Queste difficoltà sono anche il risultato di un contesto in cui il Governo non concede alle banche gli elementi di sostegno che si registrano in altri Paesi».

Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, ha sottolineato che l’associazione delle banche «ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell`attuale retribuzione per un massimo di 7 anni».

Il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, ha affermato che «è stato fatto un quadro dello stato del sistema bancario e dei problemi che ci sono, ma senza entrare nel merito delle singole questioni». A ridimensionare l’allarme dei sindacati di categoria è stato Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’Abi.

«Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso – ha detto – ma non abbiamo parlato di esuberi. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potrà portare a una criticità in termini di esuberi.

Ma questa cosa non è stata affrontata. Si può solo dedurre». Quello degli esuberi è un tema già affrontato (e ammesso) nelle settimane scorse dall’ad di Unicredit Banca, Federico Ghizzoni, e dall’amministratore delegato di Banca Intesa San Paolo, Enrico Cucchiani secondo cui «c’è rivedere il modello di business del settore e quindi di incidere sulla struttura dei costi che sono in larga parte legati al personale, con recenti studi che parlano di circa 20 mila esuberi potenziali nel settore». In Europa, ha spiegato Cucchiani a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale, «c’è una sovrabancarizzazione. Il numero delle transazioni allo sportello diminuisce di circa il 15% all’anno e nel nostro Paese abbiamo 56 sportelli ogni 100mila abitanti contro una media europea di 41». La stessa Intesa San Paolo è salita recentemente all’onore delle cronache per il possibile taglio di centinaia di apprendisti.

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– AVVENIRE, mercoledì 17 ottobre 2012 –

Allarme dei sindacati bancari: 35mila esuberi Ma l’Abi smentisce: «Non c’è alcuna cifra»

MILANO. Allarme dei sindacati bancari sull’occupazione del settore: gli istituti di credito, soprattutto i grandi gruppi, starebbero creando le condizioni per un prepensionamento obbligatorio di circa 35mila lavoratori. A lanciare l’allarme, al termine del vertice, ieri tra l’Abi, con il presidente Giuseppe Mussari, i leader di Cgil, Cisl, Uil e i sindacati di settore, sono stati Massimo Masi, segretario generale Uilca e Lando Sileoni, segretario della Fabi. Un rischio, però, che l’Abi ridimensiona. «L’Abi ha detto che la produttività sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35mila lavoratori», dice Masi della Uilca, disponibile ad affrontare la questione «ma senza soluzioni coercitive».

Anche per la Fabi di Sileoni l’Abi «sta preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35mila lavoratori bancari». Una possibilità, spiega ancora, «che l’Abi non dice ai tavoli ufficiali, ma che stanno profilando i singoli banchieri ai sindacati». Ma l’Abi ridimensiona l’allarme e sottolinea come al tavolo di ieri non si siano fatte cifre ma ci si sia limitati a una panoramica generale della crisi del settore bancario. «Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso», ha spiegato al termine Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’associazione bancaria. «Ma non abbiamo parlato di esuberi», ha precisato anche se ha aggiunto: «Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potrà portare ad una criticità in termini di esuberi». «Ma questa cosa non è stata affrontata, si può solo dedurre», ha concluso.

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– ASCA, martedì 16 Ottobre 2012 – 18:42 –

Banche: Sileoni (Fabi), a rischio altri 35mila posti di lavoro

(ASCA) – Roma, 16 ott – ”L’Abi oggi ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni, in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell’attuale retribuzione per un massimo di 7 anni, un obiettivo che contrasteremo con tutti mezzi. Da un parte Abi richiama l’importanza della concertazione nel settore e dall’altra assiste, senza intervenire, allo scempio dell’esternalizzazione del Gruppo Mps, che interessa circa 2300 lavoratori. Se si creasse, a livello di sistema, un processo di esternalizzazioni, i lavoratori interessati potrebbero essere circa 8mila, che perderebbero le garanzie contrattuali e , probabilmente, nel corso degli anni posti di lavoro”, cosi Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del credito, a margine dell’incontro che si e’ svolto oggi pomeriggio in Abi. ”Quando recentemente abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro abbiamo condiviso con Abi la nascita di un Fondo per la nuova occupazione, che deve assolutamente partire. In questo difficile contesto, pensiamo comunque si possano trovare le soluzioni per un nuovo modello di banca piu’ vicino al territorio e per mantenere gli attuali 325mila addetti senza licenziamenti e senza forzature di alcun genere”, conclude Sileoni. com/red

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– RADIOCOR, martedì 16 ottobre 2012 –
(FIN) *** Banche: Sileoni (Fabi), l’Abi vuole rottamare 35mila addetti (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 16 ott – L’Abi “prepara il terreno per prepensionare circa 35mila lavoratori”. Cosi’ Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, sintetizza l’incontro organizzato dall’Abi con i segretari generali confederali. Secondo il sindacalista, le banche puntano a prepensionamenti obbligatori e a far scendere l’occupazione sotto le 300mila unita’ rispetto agli attuali 325mila addetti. Ggz-p-
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– TMNEWS, martedì 16 ottobre 2012 –
Roma, 16 ott. (TMNews) – Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ha riferito che “l’Abi ha detto che la produttività sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35mila lavoratori”.

Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, ha sottolineato che l’associazione delle banche “ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell`attuale retribuzione per un massimo di 7 anni”. Il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, ha affermato che “è stato fatto un quadro dello stato del sistema bancario e dei problemi che ci sono, ma senza entrare nel merito delle singole questioni”. A ridimensionare l’allarme dei sindacati di categoria è stato Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’Abi.

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– ANSA, martedì 16 ottobre 2012 –
BANCHE: SINDACATI TEMONO 35 MILA PREPENSIONAMENTI
(ANSA) – ROMA, 16 OTT – Dopo un incontro con l’Associazione Bancaria, i sindacati del credito lanciano l’allarme per il rischio che nel settore possano esserci 35 mila esuberi da gestire con prepensionamenti obbligatori. “Nessun numero” è stato indicato al tavolo con l’Abi, ma per alcune sigle è questa la misura dei possibili esuberi. “Ci è stato detto -dice Massimo Masi, segretario generale della Uilca – che siamo di fronte ad una produttività in calo che comporta il rischio di 35 mila esuberi, al tavolo con l’Abi ci è stato mandato il messaggio chiaro che in futuro ci saranno seri problemi di occupazione”. Per il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, “stanno preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori: sarebbe l’inizio della fine della categoria. Siamo contrari – sottolinea – alla rottamazione dei 55/enni”. Anche Sileoni chiarisce che il numero non è emerso direttamente dal tavolo con l’Abi ma è stato dedotto dal confronto diretto con i diversi istituti bancari. Al tavolo “questo tema non è stato affrontato”, chiarisce per l’Abi, il responsabile del comitato sindacale e del lavoro, Francesco Micheli: “abbiamo solo – spiega – tracciato una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza negli organici può portare criticità in termini di esuberi. E’ una cosa che si può dedurre”. (ANSA)
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– ANSA, martedì 16 OTTOBRE 2012 –
BANCHE: SINDACATI TEMONO 35 MILA PREPENSIONAMENTI 2
(ANSA) – ROMA, 16 OTT – Dai sindacati, anche, la richiesta di una nuova governance per gli istituti di credito, con un coinvolgimento diretto dei rappresentanti dei lavoratori. “In un contesto di crisi irrisolta, il presidio di lungo periodo dell’occupazione, del reddito e delle attese professionali delle lavoratrici e dei lavoratori – dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, dopo l’incontro con l’Abi – richiede il superamento del modello di Governance oligarchica ed il suo allargamento alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori”. Per il leader dell’Ugl, Giovanni Centrella, “con il contratto nazionale” il sindacato ha “già dato risposte socialmente responsabili agli stessi nodi di oggi su cui l’Abi ha posto l’accento e cioè sulla produttività e sul costo del lavoro”. La crisi “che investe il sistema bancario – aggiunge – non può andare ad incidere ancora negativamente sul lavoro, sui servizi ai territori, sul credito alle famiglie e alle imprese, perché ciò metterebbe a rischio la nostra economia reale”. L’Abi, aggiunge con una nota il segretario generale della Uilca Massimo Masi, “ha ribadito che il settore bancario italiano vive una situazione di difficoltà, a seguito della crisi economica e di un contesto in cui il Governo non concede alle banche gli elementi di sostegno che si registrano in altri Paesi”. e “in quest’ambito l’associazione datoriale ha evidenziato che il calo di produttività e l’incremento dell’utilizzo di supporti tecnologici da parte delle banche e della clientela potrà portare, a valore assoluto, la riduzione di circa 35 mila dipendenti”. L’associazione bancaria “oggi ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito – dice ancora il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni, in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell’attuale retribuzione per un massimo di 7 anni. Obiettivo che contrasteremo con tutti mezzi”.(ANSA).
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– ASCA via Wall Street Italia, martedì 16 ottobre 2012| Ora 18:42 –
Banche: Sileoni (fabi), A Rischio Altri 35mila Posti Di Lavoro (ASCA) – Roma, 16 ott – ”L’Abi oggi ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni, in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell’attuale retribuzione per un massimo di 7 anni, un obiettivo che contrasteremo con tutti mezzi. Da un parte Abi richiama l’importanza della concertazione nel settore e dall’altra assiste, senza intervenire, allo scempio dell’esternalizzazione del Gruppo Mps, che interessa circa 2300 lavoratori. Se si creasse, a livello di sistema, un processo di esternalizzazioni, i lavoratori interessati potrebbero essere circa 8mila, che perderebbero le garanzie contrattuali e , probabilmente, nel corso degli anni posti di lavoro”, cosi Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del credito, a margine dell’incontro che si e’ svolto oggi pomeriggio in Abi. ”Quando recentemente abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro abbiamo condiviso con Abi la nascita di un Fondo per la nuova occupazione, che deve assolutamente partire. In questo difficile contesto, pensiamo comunque si possano trovare le soluzioni per un nuovo modello di banca piu’ vicino al territorio e per mantenere gli attuali 325mila addetti senza licenziamenti e senza forzature di alcun genere”,conclude Sileoni.
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– ADNKRONOS, martedì 16 ottobre, ore 18:54 –

Banche, l’allarme dei sindacati: “In arrivo 35 mila esuberi” ultimo aggiornamento: Roma – (Adnkronos) – L’Abi ridimensiona però il rischio: “Problema occupazionale c’è ma mai fatto cifre”

(Adnkronos) – Allarme dei sindacati bancari sull’occupazione del settore: gli istituti di credito, soprattutto i grandi gruppi, starebbero creando le condizioni per un prepensionamento obbligatorio di circa 35 mila lavoratori. A lanciare l’allarme, al termine del vertice, oggi tra l’Abi, con il presidente Giuseppe Mussari, i leader di Cgil, Cisl, Uil e i sindacati di settore, sono Massimo Masi, segretario generale Uilca e Lando Sileoni,

segretario della Fabi. Un rischio, pero’, che l’Abi ridimensiona. “L’Abi ha detto che la produttivita’ sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35 mila lavoratori”, dice Masi della Uilca, disponibile ad affrontare la questione “ma senza soluzioni coercitive”. Anche per la Fabi di Sileoni l’Abi “sta preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori bancari”. Una possibilita’, spiega ancora, “che l’Abi non dice ai tavoli ufficiali ma che stanno profilando i singoli banchieri ai sindacati”. Questo, per la Fabi, equivarrebbe “alla fine della categoria”. Ma l’Abi ridimensiona l’allarme e sottolinea come al tavolo di oggi non si siano fatte cifre ma ci si sia limitati ad una panoramica generale della crisi del settore bancario. “Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso”, spiega al termine Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’associazione bancaria. “Ma non abbiamo parlato di esuberi”, spiega anche se aggiunge: “nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potra’ portare ad una criticita’ in termini di esuberi”. “Ma questa cosa non e’ stata affrontata, si puo’ solo dedurre”, conclude.

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– DAGOSPIA, martedì 16 ottobre 2012 –
BANCHE: SILEONI (FABI), L’ABI VUOLE ROTTAMARE 35MILA ADDETTI
Radiocor – L’Abi ‘prepara il terreno per prepensionare circa 35mila lavoratori’. Cosi’ Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, sintetizza l’incontro organizzato dall’Abi con i segretari generali confederali. Secondo il sindacalista, le banche puntano a prepensionamenti obbligatori e a far scendere l’occupazione sotto le 300mila unita’ rispetto agli attuali 325mila addetti.
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– da ASCA via Yahoo! Notizie, martedì 16 ottobre 2012 –

Banche: Sileoni (Fabi), a rischio altri 35mila posti di lavoro

ASCA – 13 ore faMailStampa(ASCA) – Roma, 16 ott – ”L’Abi oggi ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni, in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell’attuale retribuzione per un massimo di 7 anni, un obiettivo che contrasteremo con tutti mezzi. Da un parte Abi richiama l’importanza della concertazione nel settore e dall’altra assiste, senza intervenire, allo scempio dell’esternalizzazione del Gruppo Mps, che interessa circa 2300 lavoratori. Se si creasse, a livello di sistema, un processo di esternalizzazioni, i lavoratori interessati potrebbero essere circa 8mila, che perderebbero le garanzie contrattuali e , probabilmente, nel corso degli anni posti di lavoro”, cosi Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del credito, a margine dell’incontro che si e’ svolto oggi pomeriggio in Abi. ”Quando recentemente abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro abbiamo condiviso con Abi la nascita di un Fondo per la nuova occupazione, che deve assolutamente partire. In questo difficile contesto, pensiamo comunque si possano trovare le soluzioni per un nuovo modello di banca piu’ vicino al territorio e per mantenere gli attuali 325mila addetti senza licenziamenti e senza forzature di alcun genere”,conclude Sileoni.

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– CORRIERE.IT, martedì 16 ottobre 2012 –
Dopo un incontro con l’Associazione Bancaria italiana – Banche, l’allarme dei sindacati: «Si rischiano 35 mila esuberi». Le uscite sarebbero gestite con prepensionamenti
Dopo un incontro con l’Associazione Bancaria italiana (Abi), i sindacati del credito lanciano l’allarme per il rischio che nel settore possano esserci 35 mila esuberi da gestire con prepensionamenti obbligatori. «Nessun numero» è stato indicato al tavolo con l’Abi, ma per alcune sigle è questa la misura dei possibili esuberi. I SINDACATI – «Ci è stato detto – dice Massimo Masi, segretario generale della Uilca – che siamo di fronte ad una produttività in calo che comporta il rischio di 35 mila esuberi, al tavolo con l’Abi ci è stato mandato il messaggio chiaro che in futuro ci saranno seri problemi di occupazione». Per il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, «stanno preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori: sarebbe l’inizio della fine della categoria. Siamo contrari – sottolinea – alla rottamazione dei 55enni». Anche Sileoni chiarisce che il numero non è emerso direttamente dal tavolo con l’Abi ma è stato dedotto dal confronto diretto con i diversi istituti bancari. L’ABI – Al tavolo «questo tema non è stato affrontato», chiarisce per l’Abi, il responsabile del comitato sindacale e del lavoro, Francesco Micheli: «Abbiamo solo tracciato una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso – spiega-. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza negli organici può portare criticità in termini di esuberi. È una cosa che si può dedurre». Redazione Online
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– da ADNKRONOS via Tiscali news, martedì 16 ottobre 2012 –

Banche, l’allarme dei sindacati: “In arrivo 35 mila esuberi” Adnkronos

Roma, 16 ott. – (Adnkronos) – Allarme dei sindacati bancari sull’occupazione del settore: gli istituti di credito, soprattutto i grandi gruppi, starebbero creando le condizioni per un prepensionamento obbligatorio di circa 35 mila lavoratori. A lanciare l’allarme, al termine del vertice, oggi tra l’Abi, con il presidente Giuseppe Mussari, i leader di Cgil, Cisl, Uil e i sindacati di settore, sono Massimo Masi, segretario generale Uilca e Lando Sileoni, segretario della Fabi. Un rischio, pero’, che l’Abi ridimensiona. “L’Abi ha detto che la produttivita’ sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35 mila lavoratori”, dice Masi della Uilca, disponibile ad affrontare la questione “ma senza soluzioni coercitive”. Anche per la Fabi di Sileoni l’Abi “sta preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori bancari”. Una possibilita’, spiega ancora, “che l’Abi non dice ai tavoli ufficiali ma che stanno profilando i singoli banchieri ai sindacati”.Questo, per la Fabi, equivarrebbe “alla fine della categoria”. Ma l’Abi ridimensiona l’allarme e sottolinea come al tavolo di oggi non si siano fatte cifre ma ci si sia limitati ad una panoramica generale della crisi del settore bancario. “Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso”, spiega al termine Francesco Micheli, presidente del comitato sindacale del lavoro dell’associazione bancaria. “Ma non abbiamo parlato di esuberi”, spiega anche se aggiunge: “nelle pieghe del ragionamento ci sta che l’eccedenza degli organici potra’ portare ad una criticita’ in termini di esuberi”. “Ma questa cosa non e’ stata affrontata, si puo’ solo dedurre”, conclude.16 ottobre 2012

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– ASCA, martedì 16 Ottobre 2012 – 18:42 –

Banche: Sileoni (Fabi), a rischio altri 35mila posti di lavoro

(ASCA) – Roma, 16 ott – ”L’Abi oggi ha rappresentato uno scenario a tinte fosche del sistema del credito e mentre il presidente Mussari chiede di non alzare i toni, in alcuni gruppi bancari, come Montepaschi e Banca Popolare di Milano, si cerca di far passare i prepensionamenti obbligatori e le esternalizzazioni che, a livello di sistema, permetterebbero la fuoriuscita di 35mila lavoratori bancari, con un assegno, nel caso dei prepensionamenti, pari al 60% dell’attuale retribuzione per un massimo di 7 anni, un obiettivo che contrasteremo con tutti mezzi. Da un parte Abi richiama l’importanza della concertazione nel settore e dall’altra assiste, senza intervenire, allo scempio dell’esternalizzazione del Gruppo Mps, che interessa circa 2300 lavoratori. Se si creasse, a livello di sistema, un processo di esternalizzazioni, i lavoratori interessati potrebbero essere circa 8mila, che perderebbero le garanzie contrattuali e , probabilmente, nel corso degli anni posti di lavoro”, cosi Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del credito, a margine dell’incontro che si e’ svolto oggi pomeriggio in Abi. ”Quando recentemente abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro abbiamo condiviso con Abi la nascita di un Fondo per la nuova occupazione, che deve assolutamente partire. In questo difficile contesto, pensiamo comunque si possano trovare le soluzioni per un nuovo modello di banca piu’ vicino al territorio e per mantenere gli attuali 325mila addetti senza licenziamenti e senza forzature di alcun genere”, conclude Sileoni. com/red

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