(da www.fabi.it, sabato 12 ottobre 2013)
VI Congresso provinciale nella città lombarda
LODI, SINDACATO COESO, COMBATTIVO, FATTO DI AMICI
Il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni: “Per uscire dalla crisi del settore serve una cabina di regia con personaggi di spessore, ma soprattutto indipendenti, per disegnare insieme un nuovo modello di banca”
“In questi anni la quota della ricchezza, che è andata a remunerare il lavoro, è costantemente diminuita, mentre quella che è andata a remunerare il capitale costantemente aumentata. Bisogna invertire questa tendenza”.
E con queste parole che Ettore Necchi, segretario coordinatore della FABI di Lodi, inizia la sua relazione, interrotta da molti applausi.
Quindi, continua nella denuncia: “Persino nell’opulenta Lombardia il tasso di disoccupazione giovanile, secondo l’ISTAT, ha superato il 32%. Questo calo di occupazione coinvolge, o per meglio dire, travolge tutti i settori produttivi”.
Poi Necchi punta il dito contro le banche, insensibili ai problemi sociali ed etici, che continuano a elargire stipendi da favola ai manager.
“Propongo, per il nostro settore, di sanzionare le banche che continuano a corrispondere super bonus ai propri manager, in barba alle indicazioni di Bankitalia e dell’UE”.
Combattivo come sempre, Necchi insiste ad accusare le aziende di pensare solo al profitto ad ogni costo, continuando a ritenere che per riportare le aziende in attivo basti la solita, facile ricetta dei tagli ai posti di lavoro, senza capire che occorre, invece, un nuovo modello di banca.
Poi il capo della FABI di Lodi, presenta i dati del suo sindacato nell’ultimo quadriennio: forte crescita degli iscritti, raddoppio degli aderenti al Centro servizi e al Caaf, iniziative di studio e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa i problemi della sicurezza, cavallo di battaglia della FABI lodigiana.
“Siamo un sindacato coeso, combattivo, lungimirante e formato da persone, che non sono solo colleghi, ma soprattutto amici. Un sindacato alla portata di tutti, sempre vicini ai nostri Iscritti. Siamo spietati, talvolta, ma solo con quei dirigenti o banchieri, che calpestano la dignità dei lavoratori e credono di poter fare carta straccia di norme, leggi e contratti”.
La relazione di Necchi non è tenera nemmeno con i suoi collaboratori: “Non voglio gli uffici del sindacato pieni di attivisti. Questi devono stare sul territorio, a fianco dei nostri Iscritti e dei bancari. Solo così cresceremo ancora”.
Infine, Ettore Necchi chiude con un endorcement per la Segreteria Nazionale e per il suo leader, Lando Maria Sileoni, “ha saputo fiutare la tempesta, ha capito prima di altri i segni della rivoluzione che si stava profilando. Ha rivitalizzato la FABI, portandola ad essere il punto di riferimento di tutti – Controparti comprese – nel nostro settore, non solo come numero di iscritti (superando la fatidica soglia dei 100mila), ma anche mettendo in piedi una vera fucina di idee innovative e vincenti e facendo nascere un senso di appartenenza, che non è solo orgoglio di patria, ma consapevolezza di far parte di un grande sindacato, di lavorare ad un grande progetto. La FABI è nelle mani sicure di un uomo che conosce bene il mare e le tempeste e sa intuire ogni cambiamento del vento”.
Il segretario generale della FABI, Sileoni, nel suo applauditissimo intervento, ha tolto molte illusioni “C’è una componente fra i grandi gruppi bancari che vuole sfasciare il contratto nazionale per avere mano libera nei licenziamenti e per costruire contratti a misura di banca. Insomma, si sta cercando di imitare l’esempio di Marchionne. E nessuno sta in zona franca, nemmeno i dipendenti delle BCC, perché ciò che succede in territorio Abi, a breve potrebbe essere seguito da Federcasse”.
Fondamentale, per mantenere i 309mila addetti del settore, condividere con le aziende un nuovo modello di banca. Il rischio della banca on line, soprattutto se qualche gruppo importante, magari straniero, investisse in maniera pesante su questo progetto, potrebbe creare pesanti contraccolpi sull’occupazione, se non gestito d’intesa col sindacato.
Come si esce dalla drammatica situazione attuale e da quella che incombe in prospettiva?
“La banca online deve diventare un’opportunità e non l’occasione per tagliare posti di lavoro e, quindi, va gestita di concerto banche-sindacato. Per ottenere questo risultato, serve una cabina di regia con personaggi di spessore, ma soprattutto indipendenti, per disegnare insieme un nuovo modello di banca” – dice Sileoni, che continua nelle proposte del sindacato: “Le banche devono ritornare con professionalità mirate a fare consulenza e assistenza sui territori alle imprese e alle famiglie, devono tagliare le spese inutili e gli sprechi”.
Infine, il leader della FABI contesta i progetti delle aziende “Certo, Le banche non guadagnano più come prima, ma nessuno, neanche il governatore Visco, nell’ultima assemblea di ABI, si pone il problema sociale della tenuta dei livelli occupazionali”.
Un pretesto, dunque, quello delle banche, cui la categoria del credito saprà rispondere con forza.
Per questo, lo sciopero del 31 ottobre deve riuscire in pieno, proprio per la sopravvivenza della categoria e del sindacato.
Poi un elogio alla FABI di Lodi, ai suoi dirigenti e a Ettore Necchi, “che sarà candidato al prossimo Comitato Direttivo Centrale”.
Molte le sollecitazioni fornite dalla relazione e dalle parole di Sileoni al dibattito, che si è sviluppato con ampia partecipazione e con interventi convinti ed appassionati.
Presente ai lavori anche il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, che ha portato un contributo alla discussione, concentrandosi sul rapporto tra finanza, economia e lavoro.
“Il credito può fare molto per il rilancio della filiera edilizia, che sta alla base del rilancio dell’economia. Senza parlare del problema del risparmio energetico, per il quale occorrono finanziamenti. E qui le banche possono offrire un sostegno importante”.
Sileoni ha rilanciato, proponendo al sindaco di Lodi di coinvolgere le banche nei grandi progetti, ad esempio quello del polo fieristico.
Alla fine della giornata, le votazioni e l’elezione dei nuovi organismi dirigenti provinciali, Comitato Direttivo e Segreteria.