“Se Federcasse rinnovasse il Contratto Nazionale di categoria dei 37mila lavoratori del Credito Cooperativo prima dell’ABI, sarebbe un bel segnale di differenza e autonomia. È necessario che l’associazione datoriale delle BCC sia unita al proprio interno, perché questo consente di portare avanti un confronto sereno con i sindacati. Vogliamo un Contratto che tenga insieme la salvaguardia dei lavoratori, del salario e del sistema”.
Questo l’appello che Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, ha lanciato ad Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse, durante l’uno contro uno “BCC: un Contratto per la difesa della categoria e del movimento cooperativo”, organizzato nell’ambito dei lavori del 120° Consiglio Nazionale della FABI, il principale sindacato dei bancari
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Come il settore ABI, anche quello del Credito Cooperativo è, infatti, alle prese con il rinnovo del Contratto Collettivo di categoria, il cui recesso è stato recentemente prorogato al 31 gennaio.
Durante l’incontro Sileoni ha poi ribadito che “la presenza dei lavoratori nei consigli d’amministrazione delle banche di Credito Cooperativo è fondamentale e che questa è una proposta avanzata dai sindacati nella piattaforma rivendicativa per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro”.
Dunque, seconda giornata di lavori completamente dedicata al mondo BCC quella di oggi a Roma, nell’ambito del 120° Consiglio Nazionale della FABI.
Ad aprire i lavori, dopo gli interventi dei delegati, è stato Luca Bertinotti, Segretario Nazionale della FABI, che, nella sua relazione introduttiva, ha segnalato come il settore, giunto a una fase decisiva di cambiamento, abbia bisogno di un sistema di governance più responsabile e di una riduzione dei costi di struttura.
Centrale, in questo quadro, il rinnovo del Contratto Nazionale di categoria, tema successivamente sviluppato nella tavola rotonda “BCC: Contratto Nazionale, contratto integrativo regionale e territorio: tre opportunità per uscire dalla crisi”, al quale hanno partecipato il padrone di casa, Lando Maria Sileoni; Luca Bertinotti, Segretario Nazionale della FABI; Werner Pedoth, Coordinatore Nazionale FABI BCC; Augusto Dell’Erba, Presidente della delegazione negoziale di Federcasse; Marco Vernieri, Responsabile relazioni sindacali di Federcasse, e i giornalisti Nicola Borzi (Plus 24), Federico De Rosa (Corriere della Sera), Luca Gualtieri (Mf) e Massimo Restelli (Il Giornale).
I rappresentanti del Credito Cooperativo hanno ribadito l’intenzione di accentrare diverse parti della contrattazione regionale in sede nazionale, in particolare per quel che riguarda inquadramenti e orari di lavoro.
Un’impostazione non condivisa dal sindacato, perché ciò comprometterebbe la natura fortemente territoriale delle BCC e le positive differenze che esistono tra azienda e azienda.
Vernieri ha insistito sulla necessità di frenare la dinamica di crescita del costo del lavoro, ormai non più sostenibile, perché, a suo avviso, se non s’interviene, si mette a rischio l’occupazione.
Un ragionamento prontamente smontato da Sileoni, che ha ricordato come nel settore BCC il costo medio dei dipendenti sia nettamente inferiore rispetto ad altri comparti.