Home Rassegna Stampa "CHI HA PROVOCATO QUESTO DISASTRO ORA DEVE PAGARE" – IL GIORNALE INTERVISTA SILEONI

"CHI HA PROVOCATO QUESTO DISASTRO ORA DEVE PAGARE" – IL GIORNALE INTERVISTA SILEONI

di Redazione

Il leader Fabi: «Faremo causa per i dipendenti. Niente esuberi o sarà guerra»

Massimo Restelli, martedì 8 dicembre 2015

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«Non è accettabile che rimanga impunito chi ha causato, con gestioni scellerate, tutti questi problemi a Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti».

Il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni vuole costituire il sindacato parte civile per chiedere i danni agli ex amministratori delle 4 banche salvate dal governo Renzi: molti addetti sono anche azionisti o obbligazionisti. A breve potrebbe muovere la stessa Procura.

«L’intervento del governo è stato positivo, perché per noi significa mantenere in automatico i 6.100 addetti coinvolti», prosegue Sileoni.

L’ad di Banca Sistema, Gianluca Garbi, ha criticato il decreto, sostenendo che l’alternativa sarebbe stata porre le banche in liquidazione…

«Un conto sono le idee neoliberiste e darwiniane che comunque non condivido, un altro voler apparire come un banchiere innovativo. Al riguardo ho la mia idea».

I predatori di Etruria & C saranno però comunque liberi di fare le proprie politiche di tagli al personale…

«A garantire che questo non accadrà sono le attuali relazioni istituzionali con Abi, a cui Patuelli ha dato nuova autorevolezza politica, strumenti come il fondo esuberi e la tutela non scritta legata al fatto che i grandi istituti hanno concesso il prestito ponte. In questi frangenti l’unico aspetto da evitare è l’effetto farfalla: se fallisse una banca sarebbero guai per tutte».

Gli analisti calcolano tuttavia che l’industria creditizia nel 2016 dovrà tagliare di un altro 8% la base costi …

«Patuelli ci ha assicurato che fino a quando ci saranno accordi sindacali nei singoli gruppi per i prepensionamenti volontari, non si porrà problema di esuberi a livello di sistema».

Però sono finite le uscite incentivate

«Al contrario questa è una condizione essenziale per mantenere buoni rapporti con Abi. E fino a quando sarò io a guidare la Fabi, non ci saranno mai prepensionamenti obbligatori».

Lei ha lanciato l’idea del sindacato unico, quanto sarebbe il risparmio?

«Il nostro progetto prevede un’unica segreteria nazionale contro le sette attuali e un solo leader eletto direttamente da tutti i 309mila bancari, inscritti o meno al sindacato. il direttorio unificato prevede 51 delegati, contro i 450 dei direttivi centrali oggo esistenti. Il 75% delle quote andrà alle strutture provinciali, che manterrebbero una autonomia, il 15% ai coordinamenti aziendali e il restante 10% alla segreteria unificata».

Il debutto di Lodesani (Intesa) nella veste di capo dei negoziati Abi è stato aspro

«Abbiamo avuto dei problemi iniziali che ora sembrano risolti. Gli consiglio tuttavia di guardarsi alle spalle perché, a differenza dei sindacati che lo criticano senza colpi bassi, alcuni banchieri fremono dalla voglia di vederlo in difficoltà. Esiste un calendario di incontri per individuare insieme ulteriori strumenti normativi per difendere e mantenere gli attuali livelli occupazionali».

La riforma delle Bcc annunciata da Renzi potrebbe mettere a repentaglio 4mila posti di lavoro. E il contratto è da ancora da rinnovare

«Gli esuberi sono tutti da verificare, ma si scordino di condividere con il sindacato tagli a livello di settore. Quanto al contratto siamo disponibili a trovare le soluzioni più opportune, a condizione che siano fatte delle proposte non peggiorative di quelle siglate in Abi. Facciamo presto altrimenti il contratto Bcc lo faremo con Lodesani».

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