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UN NUOVO MODELLO DI BANCA AL SERVIZIO DEL PAESE

di Redazione

La FABI presenta la sua proposta ai banchieri: una banca Hub che rimetta al centro i territori, i lavoratori, le famiglie, le imprese, i risparmiatori, ampliando i servizi di consulenza e creando le condizioni per nuova occupazione. Sileoni: “Serve discontinuità”

La FABI, principale sindacato del credito, ha presentato oggi a Milano la sua proposta per un nuovo modello di banca al servizio del Paese, elaborata in collaborazione con team di analisti finanziari: una Banca Hub che sia vicina alle imprese e al territorio, riporti la gente allo sportello, faccia crescere i ricavi e crei le condizioni per nuova occupazione, puntando su servizi di consulenza.
Il progetto è stato illustrato oggi dal Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, al gotha della finanza italiana: Federico Ghizzoni, Ceo di Unicredit, Eliano Omar Lodesani, Presidente del Comitato Affari Sindacali e Lavoro di ABI e Chief Operating Officer del Gruppo Intesa Sanpaolo, Giuseppe Castagna, Direttore Generale e Consigliere Delegato della Banca Popolare di Milano, Victor Massiah, Consigliere Delegato di UBI Banca, Pier Francesco Saviotti, Amministratore Delegato del Banco Popolare, Alessandro Vandelli, Amministratore Delegato di BPER Banca e Fabrizio Viola, Amministratore Delegato del Gruppo MPS.
“Il modello di Banca Hub che proponiamo vuole mettere in primo piano la soddisfazione di famiglie e imprese, ragionando in un’ottica di lungo medio termine e non di corto respiro, come avviene oggi, senza però trascurare il guadagno dell’azionista. L’obiettivo è riportare la gente allo sportello, anche in presenza della così detta banca online, facendo crescere i ricavi e creando così le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali”, ha affermato Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI.
“Per capire quanto l’attuale modello di banca sia superato, è sufficiente analizzare gli oltre 200 miliardi di sofferenze accumulate dagli istituti. Su queste a incidere più profondamente sono 5834 soggetti, la maggior parte concentrati a Nord del Paese e 570, o buona parte di essi, sono il risultato del “così detto capitalismo di salotto e di relazione”, ha denunciato Sileoni.
“Ricordiamo, inoltre, che con l’attuale modello di banca dal 2000 sono stati espulsi 68mila lavoratori, seppure attraverso prepensionamenti volontari e incentivati, grazie al lavoro dei sindacati che sono riusciti a evitare i licenziamenti.
“Serve dunque un segnale di discontinuità. Senza la presunzione di sostituirci a chi gestisce le aziende di credito, pensiamo che l’industria bancaria vada difesa con proposte innovative, che rimettano al centro le economie dei territori, i lavoratori, le famiglie, le imprese e i risparmiatori”.
UNA BANCA HUB AL SERVIZIO DEL PAESE. Sileoni ha così illustrato la proposta della FABI per un nuovo modello di Banca al servizio del Paese. “La Banca Hub si caratterizza per l’offerta di nuovi prodotti e servizi, garantisce più tipologie di consulenze, finanziarie e fiscali, tecnologiche e gestionali, recupera attività già esternalizzate e consente così al business bancario di crescere e consolidare i propri ricavi, creando le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali. Le nuove tecnologie saranno un volano di sviluppo della filiale e non un “killer” dell’occupazione.
Da questo nuovo modello di banca emergeranno nuove figure professionali, che dovranno essere individuate a livello aziendale e di gruppo, per poi essere oggetto di contrattazione tra aziende e sindacati. Si dovrà, infine, mettere a punto un’architettura contrattuale nazionale, nei prossimi anni, che definisca l’impianto normativo e l’effettivo quadro di riferimento delle mansioni.
Con la nostra proposta per un nuovo modello di banca al servizio del Paese vogliamo ulteriormente rinsaldare il rapporto di fiducia tra intermediari e clienti, adottando un codice etico per evitare la vendita di prodotti a rischio, concordato con le associazioni dei consumatori più responsabili, le istituzioni bancarie e le organizzazioni sindacali.
Chiediamo che il cambiamento organizzativo sia condiviso dalle organizzazioni sindacali soprattutto a livello di gruppi bancari e aziende, in quanto ogni banca ha la sua specifica organizzazione del lavoro”, ha concluso Sileoni.
Milano 12/02/2016

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1 commento

Andrea Urbani 13 Febbraio 2016 - 9:06

Un evento senza precedenti, 250 persone in più già dal primo mattino oltre le 1200 previste, una kermesse che ha brillato per organizzazione e livello degli ospiti, banchieri, giornalisti TV e della carta stampata.
Un pretesto autocelebrativo, la storia del più grande sindacato delle banche, anzi del Sindacato delle banche per antonomasia, dalla nascita allo storico sciopero dello scorso inverno a Milano, condensata in un volume che racchiude le principali caratteristiche dell’organizzazione: coerenza e sostanza. Titolo: storia di un’idea.
Un’idea: la presentazione di un’idea, una visione che potrebbe cambiare non solo il destino dei lavoratori bancari e delle aziende di settore, ma che potrebbe cambiare la cultura e la storia di questo paese, dove è così difficile che si investa in un’idea.
Da ieri sera mi gira in testa uno slogan, magari banale, in retorica si definisce “chiasmo”, ma io sono davvero convinto di aver assistito ad un evento che potrà cambiare il futuro e dare un senso al chiasmo: dalla storia di un’idea, ad un’idea che farà storia.

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