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SILEONI: “DEUTSCHE BANK? NON PAGHINO I LAVORATORI IL FALLIMENTO DEL BUSINESS”

di Redazione

Le dichiarazioni del segretario generale della Fabi all’agenzia di stampa sul piano di Deutsche Bank e sul taglio di 18.000 dipendenti a livello mondiale

“Il fallimento del modello di business e la riorganizzazione annunciata tende principalmente a trovare una soluzione di sopravvivenza al proprio interno per evitare il rischio di essere acquisiti da entità statunitensi o europee”. Lo ha detto all’Agi il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la decisione di Deutsche Bank, la più grande banca d’Europa, di ridurre di 18.000 persone la propria forza lavoro e riorganizzando completamente la propria attività.

L’intenzione di Deutsche Bank è creare una bad bank da 74 miliardi di euro, dove dirottare i titoli in perdita della sua investment bank statunitense. Di fatto Deutsche conferma la sua intenzione di chiudere gradualmente le sue attività di trading a livello globale e riduce del 40% la sua attività di investment banking e cioè di negoziazione titoli e obbligazioni.

“La Bce in Italia si preoccupa per gli Npl e ha obbligato le banche a svendere i prodotti. Le societa’ che hanno acquistato crediti deteriorati faranno danni incalcolabili al territorio” ha spiegato ancora Sileoni all’Agi, aggiungendo che in Db “il conto viene fatto pagare ai 18mila lavoratori che non hanno alcuna responsabilità della situazione venutasi a creare in questi anni. Se qualcuno pensa di poter realizzare anche in Italia questo pseudomodello di far pagare ai lavoratori la colpa delle nefandezze fatte, farà un grosso errore e farà i conti con il sindacato”, ha concluso il segretario generale della Fabi.

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