Home Dal Web Le dieci regole dell'eco-bagnante (da www.focus.it, giovedì 12 luglio 2012)

Le dieci regole dell'eco-bagnante (da www.focus.it, giovedì 12 luglio 2012)

di Redazione

Un vademecum da mettere in valigia insieme a costumi e asciugamani: come divertirsi al mare senza danneggiare l’ecosistema.

di Elisabetta Intini

Una bottiglia di plastica non si degrada mai completamente. Non abbandonatela sul litorale! Foto credit: © Mohr Michael/ès/Corbis

– FOTO: Una bottiglia di plastica non si degrada mai completamente. Non abbandonatela sul litorale! Foto credit: © Mohr Michael/ès/Corbis –

Ottomila chilometri di litorali sabbiosi e acque cristalline ci stanno aspettando per celebrare degnamente la stagione balneare: è il patrimonio costiero italiano, una risorsa preziosa minacciata da degrado, cementificazione selvaggia, erosione e inquinamento. Secondo il rapporto del Wwf “Coste: il profilo fragile dell’Italia”, solo il 30% delle spiagge italiane è rimasto allo stato naturale. Le altre sono state deturpate da stabilimenti balneari, scarichi industriali, porti, agglomerati urbani e strutture dedicate al turismo. Se contro alcuni di questi problemi possiamo fare poco, ci sono però alcuni semplici accorgimenti che come bagnanti possiamo seguire per limitare l’impatto della nostra permanenza in spiaggia sull’ecosistema.

Il vademecum salva spiaggia

Ecco 10 semplici accortezze per rilassarsi senza danneggiare l’ecosistema marino (consulta anche il decalogo “Spiagge accoglienti e mare pulito per tutti” sul sito del Wwf):

– È una spiaggia, non una discarica. Una cannuccia impiega dai 20 ai 30 anni a decomporsi; un fazzoletto di carta 3 mesi, una bottiglia di vetro non si degrada mai completamente. Se avete portato il pic-nic in riva al mare, raccogliete gli avanzi (gettarli tra le onde non vale, il mare per definizione riporta a riva gran parte di ciò che ha inghiottito).

– Attenti ai sacchetti di plastica. Basta un colpo di vento per farli finire in acqua, dove diventano trappole mortali per molti animali marini. Delfini, tartarughe marine e balenottere, per esempio, li scambiano per meduse, e nel tentativo di raggiungerli finiscono soffocati.

– Fumatori sì, ma responsabili. Gettate i mozziconi in un apposito portacenere portatile (in commercio ne esistono di ogni tipo, e a prezzi contenuti; ma nel caso, è sufficiente un bicchierino di plastica, che poi getterete nella spazzatura). Una sola “cicca” di sigaretta può inquinare un metro quadrato di mare. E non dimenticate l’accendino ai piedi dell’ombrellone: ha tempi stimati di decomposizione che vanno dai 100 ai 1000 anni.

– Se avete intenzione di entrare in acqua scegliete solamente creme contenenti filtri solari a base di minerali, come l’ossido di zinco. La maggior parte delle creme ad alta protezione, disciolte in acqua, danneggiano l’ecosistema marino, in particolare i coralli. Gran parte dei filtri chimici per raggi UVA e UVB scatena infatti virus e infezioni latenti nella zooxantella, un’alga unicellulare che vive in simbiosi con i coralli, contribuendo allo sbiancamento del reef.

– Quando fate la doccia, sia in spiaggia che in barca, evitate di usare shampoo e bagnoschiuma (a meno che non usiate prodotti al 100% naturali): alcune sostanze in essi contenute risultano fortemente inquinanti per il mare. A voi sarà sufficiente un risciacquo per eliminare il sale dalla pelle.

– Niente “souvenir”. I pezzetti di corallo o di granito, le conchiglie e i gusci dei paguri che avete raccolto stavano meglio dov’erano prima: si tratta di patrimoni naturali e parti fondamentali dell’ecosistema che portati a casa sembrerebbero solo un macabro trofeo. 

– No ai falò. Non accendete fuochi in spiaggia o nella macchia mediterranea limitrofa. L’estate è la stagione degli incendi e alcuni di essi sono inavvertitamente causati da turisti distratti che perdono il controllo delle fiamme o lanciano nella vegetazione sigarette ancora accese.

– Se possedete un natante a motore rispettate scrupolosamente i limiti imposti dalle Capitanerie di porto per l’avvicinamento alla spiaggia. Non è permesso arrivare a riva con il motore acceso. E a un giro in motoscafo, se potete, preferite una più ecologica e salutare uscita in pedalò o con la tavola da surf.

– Rispettate la fauna marina e terrestre. Limitate l’inquinamento acustico, motori accesi a lungo, schiamazzi, stereo e radio accese: oltre a infastidire i vicini d’ombrellone, disturberanno gli uccelli nelle vicinanze dei litorali. Non catturate gli organismi marini che vivono sulle rocce, come granchi e molluschi bivalvi, né cavallucci e stelle marine. Ricordatevi che la pesca subacquea è vietata a distanze minori di 500 metri dalle spiagge dove siano presenti bagnati, e se siete pescatori dilettanti ricordatevi di ributtare in mare i piccoli pesci pescati (potreste comunque trovare altri passatempi più sostenibili e rispettosi della fauna acquatica, come lo snorkeling).

– Fatevi sentire. E non parliamo di maleducazione da spiaggia: se osservate in un altro bagnante un comportamento che vi sembra scorretto o dannoso dal punto di vista ecologico, fateglielo educatamente notare. Se il malcapitato saprà cogliere il vostro garbato e ironico rimprovero, vi sarete fatti un amico in più. E comunque, la buona educazione è contagiosa.

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