IL CASO
Gli scienziati hanno catalogato un’inedita formazione di acqua condensata, non accadeva dal 1951. La nuova nube è grande, grigio scura e con mulinelli. E ora l’Onu le darà un certificato di autenticità
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – La prima è stata avvistata sopra Cedar Rapids, nello stato americano dello Iowa: sovrastava distese di campi di granoturco, con aria piuttosto minacciosa. Poi le segnalazioni si sono moltiplicate: è apparsa sulle Grandi Pianure degli Usa, teatro dell’epopea del Far-West, quindi è spuntata qui e là in Europa, in Francia, in Norvegia, in Scozia, in Inghilterra. Non si trattava di un’astronave di extra-terrestri, ma per gli appassionati del genere l’emozione è analoga: era un nuovo tipo di nuvola. Una nube grande, grigio scura, composta da una serie di mulinelli. Il genere che, quando la vedi, promette tempesta. Ma è questo il punto: quando la vedi. Una così, finora, non s’era mai vista.
Da cui l’eccitazione degli specialisti. L’inedita formazione di particelle d’acqua condensata – la materia di cui sono fatte – sarebbe il primo genere di nube scoperta dal 1951 ad oggi. In questo campo, gli studiosi non si aspettavano novità. Benché a un occhio inesperto possa sembrare che in cielo ve ne sia una varietà infinita, la scienza classifica le nuvole in quattro gruppi fondamentali: cirri, cumuli, strati e nembi. Ci sono vari sotto gruppi, suddivisioni in nuvole alte, medie, basse, a grande sviluppo verticale, madreperlacee e nottilucenti. Ma di veramente nuove, non se ne avvistavano da 60 anni. Perciò, quando la Cloud Appreciation Society (Cas – Società per l’Apprezzamento delle Nuvole, con base in Gran Bretagna, dove altro poteva esistere un club del genere) ha messo la nuova nube sul proprio sito, la notizia ha fatto il giro del mondo. Il mondo di quelli sempre a naso in su, s’intende.
Ma sono una lobby determinata. Hanno coinvolto studiosi della Reading University per analizzare il fenomeno. Si sono rivolti alla Royal Metereological Society per ottenere una certificazione ufficiale. Hanno proposto un nome, in latino naturalmente: Undulatus asperatus (Ondulate increspate). E ora il quotidiano Independent annuncia che l’iniziativa ha raggiunto le Nazioni Unite, un cui organismo esaminerà la richiesta di includere la nuova nube nell’International Cloud Atlas, l’atlante ufficiale delle nuvole, pubblicato dalla World Metereological Organization di Ginevra. “Osservare le nubi non è un gioco”, afferma Gavin Pretor-Pinney, presidente della società per il loro apprezzamento. “È un modo per documentare gli effetti del cambiamento climatico sul cielo”.
Ma è anche divertente, sarà per questo che gli iscritti alla sua associazione sono saliti a 31 mila e continuano a crescere. D’altra parte le nuvole hanno sempre affascinato l’umanità, immortalate da grandi pittori e grandi fotografi, da Van Gogh ad Ansel Adams al nostro Luigi Ghirri (“Il profilo delle nuvole” s’intitolava un bellissimo libro di sue immagini con testi di Gianni Celati). “E vengono ingiustamente malignate”, protesta il loro difensore Pretor-Pinney, che non trova niente di bello in un cielo azzurro e invita a non associare le nubi a turbolenze, precipitazioni, preoccupazioni, guai. Sebbene la Undulatus Asperatus, bisogna ammettere, non abbia un’aria esattamente amichevole.
(24 settembre 2012)