India: la storia incredibile di un piccolo grande uomo
Scritto da Cristiano Nesta
Jadav è un nativo indiano, è un piccolo uomo di 48 anni che da solo, ha trasformato un esteso banco di sabbia lungo le rive del fiume Brahmaputra in una rigogliosa foresta. Nativo del Distretto di Jorhat (nello Stato nord-orientale di Assam) e noto tra la popolazione locale come ‘Mulai’ (un titolo portato da numerosi sovrani del Marocco), nell’arco di 30 anni è riuscito a rimboschire una superficie di circa 550 ettari.
Come riportato dal The Asian Age, la sua foresta, conosciuta da tutti come ‘Mulai Kathoni’ o ‘la foresta di Mulai’, è diventata l’habitat ideale per centinaia di cervidi, conigli, scimmie ed innumerevoli varietà di uccelli. Ciò che una volta era uno sterile banco di sabbia vicino al suo villaggio natale, oggi è un rifugio sicuro per specie in via di estinzione come i rinoceronti unicorno e le tigri reali del Bengala (la cui piccola comunità, di recente, è aumentata grazie alla nascita di due cuccioli).
Mulai ha cominciato a lavorare alla sua foresta intorno al 1980, poco più che adolescente, quando, dopo una lunga serie di inondazioni, trovò la spiaggia del Brahmaputra invasa da una moltitudine di rettili senza vita. L’uomo, che all’epoca aveva solo 17 anni, prese una decisione che gli cambiò la vita: «I serpenti erano morti di caldo, poiché non c’erano alberi sotto cui ripararsi. Mi sono seduto e ho pianto. È stata una carneficina. Ho avvertito il Dipartimento Forestale e chiesto loro di piantare degli alberi. Mi hanno risposto che qui non sarebbe cresciuto niente. Anzi, hanno chiesto a me di provare a piantare dei bambù. Non mi ha aiutato nessuno. È stata davvero dura, ma ce l’ho fatta».
Mulai decise di lasciare la scuola e la sua casa natale per andare a vivere da solo sulle rive del fiume. Passava le giornate osservando le piante crescere e così, nel giro di pochi anni, la spiaggia era diventata un bosco di bambù. «È stato allora che ho deciso di piantare alberi adatti alla zona. Li ho raccolti e li ho piantumati qui. Dal mio villaggio ho portato delle formiche rosse, che mi hanno morsicato un sacco di volte. Le formiche rosse migliorano la qualità del suolo. È stata un’esperienza incredibile» ha spiegato Mulai.
Il cambiamento era in atto e poco a poco, nella sterile zona è germogliata una grande biodiversità di flora e fauna selvatica, specie in via di estinzione comprese. «Anche gli uccelli migratori hanno cominciato a vivere qui. Dopo anni e anni, sono arrivati gli avvoltoi. La presenza della fauna selvatica ha attirato i predatori». Ancora oggi, Payeng prosegue nella sua “missione” e vive in una capanna ai confini della foresta, con la moglie e i tre figli.
Il Dipartimento Forestale dello Stato di Assam ha appreso dell’esistenza della foresta di Mulai solo nel 2008, quando un branco di elefanti selvatici vi si era rifugiato. Esiste, infatti, un gruppo di circa 100 elefantiche stanzia regolarmente nella foresta per sei mesi all’anno e, di recente, si è allargata di altri 10 elefantini. «Siamo rimasti impressionati nel trovare una foresta così fitta su un banco di sabbia – ha dichiarato alla stampa Gunin Saikia, conservatore forestale –, gli abitanti di un villaggio locale, le cui case erano state abbattute dai pachidermi, volevano distruggere la foresta, ma Payeng li ha sfidati ad uccidere lui per primo. Mulai tratta gli alberi e gli animali della foresta come se fossero dei figli. Per questo abbiamo deciso di aiutarlo». «Payeng ci ha davvero sbalordito. Si è dato da fare per 30 anni. Se vivesse in un altro paese – ha concluso Saikia – sarebbe un eroe».
E il governo centrale indiano? Finora non è mai intervenuto, nessun incentivo, nessuna assistenza. Solo il Dipartimento Forestale locale (che ha in programma di estendere la foresta di Mulai di altri 1.000 ettari) gli fornisce, a cadenze regolari, gli alberi da piantare.
«Il Dipartimento sta mostrando interesse per la conservazione della foresta, attraverso visite regolari al sito – afferma Mulai –, se il Dipartimento Forestale mi garantisce che gestirà questa foresta al meglio, potrò traslocare in altre zone dello Stato per avviare altri progetti, simili a questo».
La storia di Mulai è una favola da raccontare ai bambini e una realtà da diffondere agli adulti, un esempio splendido da seguire, la dimostrazione che l’uomo può interagire con la natura e non solo negativamente.
Pranon Kalita, governatore del distretto di Jorhat, riguardo alla foresta di Mulai ha dichiarato alla stampa: «Stiamo convincendo il governo centrale ad avviare le pratiche necessarie a dichiarare questa zona un piccolo “santuario della fauna selvatica”. Anche B.K. Handique, ex ministro indiano e oggi membro del Parlamento del Jorhat, si è interessato alla questione». Magra consolazione per un piccolo grande uomo capace di far fiorire ancora una volta, una piccola parte di mondo.